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Nocciole: anno decisivo per Veneto e Friuli

Michele Sciannimanica: “Se la siccità non farà troppi danni, dalla campagna 2023 potremo avere molte indicazioni”

Il 2023 sarà un anno molto importante per la corilicoltura in Veneto e Friuli Venezia Giulia. Molti nuovi impianti presenti in queste regioni – oltre 900 ettari – cominceranno infatti a entrare in piena produzione, essendo già al quarto o al quinto anno. Si potrà quindi comprendere, guardando alla produttività per ettaro, se anche in queste regioni il nocciolo può avere un futuro.

Tra i primi a crederci, anche se ammette che “è un investimento al buio”, c’è Michele Sciannimanica, direttore della Op Il Noceto. “Penso – spiega – che i prodotti locali abbiano un futuro. Ma, ovviamente, sarà importante verificare nel caso specifico quanto il nocciolo produrrà da queste parti e la distanza di prezzo rispetto ai prodotti d’importazione. La campagna 2023 sarà quindi decisiva per analizzare tali dinamiche. Se l’operazione, come tutti ci auguriamo, andasse a buon fine, il nocciolo potrebbe rivelarsi un’ottima soluzione per creare cooperazione e differenziare la nostra produzione”. Lo stesso Sciannimanica ha precisato che, attualmente, sono circa 35 gli ettari di nocciole messi a terra da associati alla Op Il Noceto.

Intanto, si è svolto il 9 febbraio scorso un incontro organizzato dalla Op con i produttori di nocciole provenienti dal Veneto e dal Friuli. Oltre 200 gli ettari rappresentati dai produttori presenti. Nell’occasione il presidente de Il Noceto, Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi, ha evidenziato “lo spirito cooperativistico dell’azienda, che mette a disposizione le conoscenze maturate in 30 anni di attività anche ai produttori che iniziano per la prima volta a produrre nocciole”.

Dati sulla produzione di nocciole

Sciannimanica ha presentato l’Op e il mercato delle nocciole, sia a livello internazionale sia in Italia. “La produzione raccolta – ha sottolineato – è cresciuta da 107mila tonnellate (dato medio del periodo 2010-2015) a 118mila tonnellate (media del periodo 2016-2021), registrando quindi un incremento di circa 11mila tonnellate, corrispondenti a una variazione del 10%. In particolare, tra il 2010 e il 2021 la superficie investita a nocciolo in Italia è cresciuta da circa 70mila ettari a oltre 90mila, con un incremento complessivo del 28%. Gran parte di questo aumento è stato registrato a partire dal 2015. In termini assoluti, tra il 2010 e il 2021, l’incremento è di circa 20mila ettari e buona parte di questa superficie riguarda i nuovi impianti realizzati in Piemonte, Lazio, Toscana e Veneto (+800 ettari)”.

Il responsabile tecnico Antonio Fiorin ha poi introdotto il progetto di assistenza tecnica fornita da Op Il Noceto ai produttori di nocciole, fondamentale per il conseguimento di buoni risultati economici della coltura. A seguire sono stati presentati i servizi di assistenza agronomica, lavorazione e vendita del prodotto e le tipologie di rapporto con i produttori che Il Noceto mette a disposizione. Infine, è stata fatta una presentazione del metodo di conferimento, della lavorazione e delle analisi qualitative che vengono eseguite sul prodotto consegnato dall’agricoltore.

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