Hanno perso molte quote di mercato a favore della Gdo, sono sempre più forti le piattaforme digitali, ma i tradizionali mercati all'ingrosso - soprattutto durante la pandemia - hanno dimostrato il loro ruolo essenziale. E dalla crisi emergono nuove opportunità: nuovi servizi e nuove funzioni legate alla lavorazione dei prodotti e alle consegne dell'ultimo miglio, in particolare verso il mondo Horeca. Sempre più importante nei contesti metropolitani, e non solo le città d'arte, per la crescita del turismo.
Tante opportunità grazie ai percorsi già iniziati, e rafforzati con le risorse europee del Pnrr, sul fronte della transizione digitale ed energetica. Questo il sentiment emerso nel webinar di myfruit.it - lo potete rivedere su myfruit.tv - a cui hanno partecipato gli enti gestori, di tre mercati aderenti alla rete Italmercati, gli imprenditori interni e le aziende.
I protagonisti
Questi i protagonisti: da Bologna Duccio Caccioni, direttore di mercato del Caab, da Cesena Alessandro Giunchi, amministratore unico del For e direttore di Aop Italia, e da Cagliari/Sestu Giorgio Licheri, direttore del Mercato Agroalimentare della Sardegna. Il mondo degli operatori è stato rappresentato da Aurelio Baccini, vicepresidente nazionale di Fedagro-Confcommercio, mentre Andrea Zambelli, responsabile Shop Jingold, ha portato l’esperienza di Jingold. Protagonista anche il Gruppo Orsero che con Caab Bologna ha sostenuto il webinar.
I partecipanti al webinar
Mercati funzionali alle nuove politiche urbane
Duccio Caccioni con i numeri ha spiegato bene come negli ultimi vent'anni la quota dei mercati sia scesa dal 65 al 35% con la contestuale avanzata della Gdo. Ma ora si gioca un'altra partita legata alle politiche urbane dove i centri agroalimentari diventano sempre più hub logistici dove ospitare nuovi attori economici e fungere da luogo di transizione della mobilità dell'ultimo miglio. E come ha sottolineato il direttore di mercato con "una mobilità sostenibile". In altri termini, nelle aree dei mercati c'è spazio per incidere sui trasporti metropolitani.
Un tema centrale, per esempio, del Green Deal. "I mercati hanno una funziona sociale e urbanistica e l'avranno sempre di più perché garantiranno la logistica sostenibile" e in questo modo "dare a tutti la possibilità di consumare prodotti freschi e di qualità". Per questo dobbiamo avere "mercati efficienti ed efficaci che funzionano come hub logistici. Noi a Bologna stiamo cercando di trasformare il mercato in questo senso".
Il canale privilegiato per i prodotti locali e di qualità
C'è il dato metropolitano, ma anche quello legato alla connessione con tutte le produzioni e i produttori, termine volutamente al plurale, come è emerso nell'intervento di Alessandro Giunchi, amministratore unico del For di Cesena: "I mercati possono avere diverse funzioni, ricordiamoci che nascono come siti con una funzione pubblica dove si incontra domanda e offerta e si formano i prezzi. Ma interpretano anche un ruolo fondamentale per le produzioni locali e di qualità che non trovano spazio in altri canali commerciali".
In altri termini i servizi che non fanno gli altri player del mercato sono offerti dai centri agroalimentari. "Si è ribaltato il paradigma con la Gdo che si occupa delle grandi quantità mentre i mercati curano più la distribuzione di nicchia con un prodotto di livello maggiore".
Se i mercati chiudessero? Ci sarebbe una moria di aziende agricole e di servizio e l'aumento dei prezzi
Giorgio Licheri, direttore del Mercato Agroalimentare della Sardegna, è intervenuto con una provocazione: "Se chiudessero i mercati?", utile per capire il loro ruolo e importanza.
"Se chiudessero i mercati, migliaia di piccoli produttori in Sardegna perderebbero il loro punto di riferimento e in breve tempo si troverebbero senza sbocchi, con conseguenze pesanti anche per le imprese di servizi collegate". Il direttore ha sottolineato come "la mancanza di mercati porterebbe a un aumento dei prezzi, a un’inflazione alimentare e generale, a maggiori importazioni e a un calo del consumo di prodotti freschi". Un disastro.
"Funzionando correttamente, i mercati assicurano equilibrio dei prezzi, sostegno all’occupazione, contrasto allo spopolamento delle campagne e qualità dei prodotti grazie alla rapidità tra raccolta e consumo. Non sono quindi solo luoghi di scambio commerciale, ma svolgono una funzione socio-economica di interesse pubblico, agendo da volano per l’intera economia agricola e territoriale. Negli ultimi anni i mercati si sono evoluti, passando dal ruolo di commissionari a quello di distributori, rispondendo alle esigenze di clienti diversi: dalla grande distribuzione al dettaglio, dagli ambulanti alla ristorazione. Restano centrali per dare valore ai prodotti locali e per garantire logistica, credito e distribuzione".
Gli imprenditori: "Stiamo investendo nella digitalizzazione, resta il nodo dell'orario notturno"
Il punto di vista degli imprenditori è stato messo al centro della tavola da Aurelio Baccini, vicepresidente nazionale di Fedagro-Confcommercio, che ha sottolineato come i mercati abbiano cambiato radicalmente funzione negli ultimi anni. "Svolgono un compito decisivo: la formazione reale del prezzo, legata alla qualità oggettiva dei prodotti, che consente di valorizzare l’ortofrutta di alto livello, riportando riconoscimento ai produttori. La grande distribuzione ha un po' appiattito questo processo".
Si assiste a una svolta. "Trent'anni fa i mercati sembravano quasi un di troppo nella filiera agroalimentare, adesso siamo di nuovo protagonisti grazie al controllo sulla gestione dei prodotti, alla garanzia di legalità nelle operazioni e alla logistica evoluta". Già prima del Pnrr si è sviluppato il percorso della ricerca di una maggiore sostenibilità, ma anche sul fronte della digitalizzazione: "Ci sono importanti investimenti e progetti, ma abbiamo già iniziato ad essere tecnologici da tempo, anche solo con l'utilizzo di WhatsApp". La comunicazione digitale è già adottata, c'è da renderla più sistematica.
Un punto critico riguarda il lavoro notturno che genera difficoltà di "vocazione e mancanza di ricambio generazionale: la società non accetta più facilmente questi ritmi e la manodopera specializzata scarseggia. Nei mercati che hanno già spostato le contrattazioni sul diurno si nota un assetto più giovane e dinamico, mentre quelli che restano vincolati alla notte soffrono maggiormente questa crisi".
Jingold: "Nei mercati valorizziamo il prodotto premium"
"I mercati all'ingrosso per Jingold rappresentano il luogo dove promuovere, valorizzare e fare crescere le nostre varietà premium". Parole di Andrea Zambelli, responsabile Shop Jingold che durante il webinar ha offerto i numeri di crescita, percentuali a doppia cifra, dei kiwi verdi, gialli e rossi. "I mercati sono una vera e propria leva, oltre al concetto di omnicanalità che noi in Jingold abbiamo molto ben chiaro, per valorizzare i prodotti. Per noi il mercato è anche un luogo dove poter fare marketing e infatti nei centri agroalimentari stiamo realizzando tantissime promozioni".
Nei mercati si è presenti anche "per far degustare, promuovere e far conoscere il marchio. Forniamo dei materiali ai grossisti che poi li consegnano ai fruttivendoli. In questo modo si crea un collegamento tra il brand e l'acquirente finale". Molto interessante anche il progetto digitale che parte dall'azienda passa per i grossisti e i fruttivendoli per arrivare al consumatore. I dettagli si possono ascoltare nel video del webinar.
Più logistica dell'ultimo miglio, più efficienza, più digitale e sostenibilità
Individuati i punti di forza, in particolare nel garantire mercato alle produzioni locali e di qualità, ora c'è tutta la partita del Pnrr da far approdare in porto. I bandi sono stati pubblicati, i progetti già avviati nella gran parte dei mercati e si lavorerà con intensità fino a giugno 2026 quando si rendiconteranno gli interventi. Anche se non tutti arriveranno al traguardo con i progetti completamenti terminati sicuramente i mercati avranno più strumenti per essere competitivi grazie alla transizione energetica e digitale.