Su Fruchthandel n. 47/2025 Christine Weiser evidenzia come la frutta a guscio, dopo un periodo in cui era stata quasi dimenticata, stia vivendo una nuova stagione di successo nell’alimentazione.
Le noci ad esempio entrano infatti nei menu come snack salutare, come ingrediente in cucina e, sempre di più, come alternativa vegetale alla carne per chi sceglie diete vegetariane o vegane. Uno sviluppo da non sottovalutare. Nelle prossime settimane, poi, non mancheranno nelle calze delle feste, confermandosi simbolo tradizionale del periodo invernale.
Il quadro è però meno roseo se si guarda al lato produttivo. Weiser ricorda come diversi Paesi abbiano affrontato una stagione complicata: i produttori turchi hanno subito un calo significativo dei raccolti di nocciole, noci, mandorle e pistacchi, mentre in Italia infestazioni di parassiti, temperature elevate e forti piogge hanno ridotto notevolmente il raccolto o portato alla produzione di noci vuote. In altre parole, al proverbiale “guscio duro dal cuore tenero” si è spesso sostituito un guscio senza contenuto.
I prezzi più alti offrono parziale consolazione, ma l'industria reagisce con investimenti alternativi: Ferrero ad esempio, uno dei maggiori acquirenti di frutta secca del settore alimentare, promuove coltivazioni sostenibili di nocciole attraverso progetti dedicati, mentre Spagna e Portogallo rafforzano la produzione di mandorle per conquistare quote europee.
Allo stesso tempo, l’editoriale di Weiser sottolinea l’esistenza di progetti e collaborazioni che guardano al futuro della frutta in guscio. In un contesto segnato da incertezze climatiche e geopolitiche, cresce la volontà della Germania di rafforzare la propria produzione interna, rispondendo alla domanda di frutta secca più sostenibile, sana e – quando possibile – locale.
Il made in Germany comporta costi maggiori rispetto alle importazioni, ma intercetta consumatori disposti a riconoscere valore a qualità, origine e responsabilità ambientale.
Ciò riflette anche l'impegno di California Walnuts per una alimentazione più sana (e più gustosa) per i consumatori con prodotti “clean label” e “better-for-you”, intercettando consumatori disposti a pagare di più per qualità e naturalità.
Intato, per la Gdo noci, nocciole, mandorle & co. rappresentano un'opportunità strategica: salute, sostenibilità e storytelling di filiera per differenziare l'offerta nel reparto ortofrutta.
Per Christine Weiser, la “noce dura da rompere” è proprio questa: trovare un equilibrio tra una domanda in crescita e filiere produttive sotto pressione, trasformando la frutta in guscio da semplice commodity a categoria capace di raccontare salute, territorio e impegno lungo tutta la filiera.
Fonte: Fruchthandel Magazin