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Piccoli Frutti

Fragole, la visione del futuro di Nova Siri Genetics

All’Open Day di ieri la fotografia di un comparto in crescita che guarda con fiducia alle nuove sfide

Quello della fragola è un mercato sano e in crescita che vuole affrontare con fiducia il delicato momento di transizione attraversato dall’intero settore agroalimentare. Questa l’impressione percepita nella due-giorni organizzata da Nova Siri Genetics, azienda specializzata nell’attività di ricerca e sperimentazione di nuove varietà di fragole e piccoli frutti, che ha presentato un’analisi del comparto con visione e prospettive di ampio respiro.

“Dobbiamo essere in grado di immaginare lo sviluppo dei prossimi dieci anni. Le attività di miglioramento genetico sono alla base del processo di cambiamento che il settore oggi richiede”. Con queste parole Carmela Suriano, direttrice EMEA dell’azienda, ha inaugurato il workshop andato in scena ieri a Policoro intitolato “La fragola: l’innovazione varietale sostenibile come fattore di sviluppo della produzione e del consumo”.

Al convegno, moderato da Manuela Soressi, hanno partecipato Claudio Scalise, managing partner SGMarketing Agroalimentare, Chiara Volpato, senior project manager Agrifood di Nomisma, Jorge Duarte, senior agronomist e Ceo di Hortitool Consulting, e Amine Bennani, presidente di Ampfr, Associazione marocchina produttori di piccoli frutti.

Cambiamento climatico e crisi idrica, prime criticità

L’analisi dello scenario strutturale ed evolutivo del settore fragola con focus su Italia, Spagna e Marocco ha mostrato che le principali criticità che si trovano ad affrontare i fragolicoltori sono prima di tutto i cambiamenti climatici, la scarsità di risorse idriche e la necessità di ridurre il ricorso agli agrofarmaci. Sfide che accomunano i produttori del Mediterraneo, in una interessante prospettiva che evidenzia il forte dinamismo nel bacino del Mediterraneo e sottolinea la performance complessiva dell’area che si attesta al 18%, in uno scenario in cui la competizione non è più tra Paesi Ue ma a livello globale.

In particolare, Claudio Scalise ha posto l’attenzione alla media del triennio 2019/2021 nel quale crescono: la Turchia (+20%), la Grecia (+19%), il Marocco (+18%) e la Spagna (+17%). Anche sul fronte del commercio internazionale, aumentano gli scambi e si registra un incremento generale dei prezzi all’export (+32% media mondiale 2019-2021 vs 11-13). Si denota una sempre maggiore attenzione alla selezione delle cultivar e tecniche produttive: questo permette rese più elevate, un ampliamento dei calendari produttivi e la risposta alle richieste del consumatore, in particolare quello europeo, di qualità e sostenibilità della produzione”.

Anche l’intervento di Chiara Volpato ha aggiunto note positive rispetto al mercato nazionale: “Gli italiani non rinunciano alle fragole. Il loro consumo non solo è contraddistinto da un trend positivo, ma è anche in controtendenza rispetto al calo dei consumi ortofrutticoli nel complesso. In tale contesto il comparto fragolicolo ha l’obbligo di attuare strategie di innovazione per una maggiore sostenibilità della filiera, ottimizzando le performance produttive e il profilo reddituale delle produzioni”.

I luoghi della ricerca visti da vicino

Durante l’open day gli ospiti hanno potuto visitare i luoghi della ricerca, ossia il laboratorio, la serra di accrescimento e i campi sperimentali. All’interno di questi ultimi, sono presenti le selezioni avanzate di nuove potenziali varietà di fragole, a cui si sono aggiunte anche quelle di lamponi.

Il breeder di NSG, Nicola Tufaro, ha parlato del miglioramento genetico per affrontare le sfide dell’agricoltura sostenibile. “Rusticità, precocità, ottima shelf life, performance produttive e buone caratteristiche del frutto, sono le risposte che NSG sta dando per affrontare le sfide attuali e future”.

“La nostra ricerca – ha concluso Tufaro – si concentra su varietà rustiche, resilienti, capaci di fronteggiare i cambiamenti climatici in atto, adeguandosi alle nuove normative che prevedono una graduale riduzione dell’uso di agrofarmaci”.

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