Il gruppo della grande distribuzione Alì ha ufficialmente dato il via al cantiere del nuovo polo logistico nella frazione di Granze di Camin, in via Svezia, a Padova Est. L’annuncio, arrivato a sorpresa nella mattina di lunedì 25 agosto 2025, segna l’inizio concreto di una delle opere logistiche più rilevanti per l’intero nord-est, sia in termini di dimensioni, sia di impatto economico e territoriale.
Il progetto, prevede la realizzazione di una piattaforma avanzata su un’area di 15 ettari al margine dell’area industriale padovana ed è al centro di un acceso dibattito pubblico.
Un'opera strategica
Con un investimento superiore ai 100 milioni, l’hub logistico sarà un nodo fondamentale nella rete distributiva del gruppo Alì, che punta a rafforzare la propria capacità operativa in Veneto e nelle regioni limitrofe. La struttura, una volta ultimata, darà occupazione a oltre 300 collaboratori e sarà supportata da tecnologie logistiche di ultima generazione. Già nella fase di costruzione, stimata in almeno tre anni, il cantiere coinvolgerà più di venti aziende locali e garantirà lavoro a un centinaio di dipendenti del territorio.
Secondo il gruppo, il polo porterà un indotto economico stimato in oltre 100 milioni, con ricadute dirette sul tessuto imprenditoriale e occupazionale padovano.
Traffico razionalizzato
Alì Supermercati, azienda che opera nel comparto della grande distribuzione organizzata, nata a Padova nel 1971, è oggi proprietaria di tre centri logistici, due dei quali a Padova (via Olanda e via Svezia) e il terzo a Noventana (Padova). Il potenziamento del polo di via Svezia consentirà di eliminare la sede di Noventana e di evitare tutte le navette quotidiane fra i tre magazzini con una notevole riduzione del traffico e dell’inquinamento.
Caratteristiche del polo: logistica avanzata e sostenibilità ambientale
Il nuovo hub non sarà solo un centro di smistamento merci, ma un’infrastruttura progettata per rispondere ai più alti standard ambientali. Tra gli interventi previsti la realizzazione di un bosco urbano con oltre 2.500 alberi e vegetazione autoctona, destinato a migliorare la qualità dell’aria e mitigare l’impatto ambientale dell’opera; la costruzione di nuovi invasi per la raccolta e la gestione delle acque piovane, per promuovere la resilienza idrica e il riutilizzo delle risorse; un possibile coinvolgimento dell’ex Caserma Romagnoli, indicata nel 2024 dal sindaco Sergio Giordani come area adatta alla rigenerazione urbana e ambientale, oggi al centro del dibattito cittadino.
L’obiettivo del gruppo Alì è chiaro: creare un polo all’avanguardia che sia anche un modello di sostenibilità. “Abbiamo voluto fortemente investire su Padova, perché la nostra azienda è nata e si è sviluppata qui. Qui abbiamo le nostre radici e vogliamo continuare a crescere insieme alla nostra città”, ha dichiarato la direzione aziendale in una nota.
La polemica sul consumo di suolo: tra protesta e spaccature politiche
La delibera comunale per l’approvazione dell’opera, approvata il 27 maggio 2024, è stata votata con una maggioranza risicata, rivelando una profonda spaccatura anche all’interno dell’amministrazione comunale. Il progetto è stato fortemente sostenuto dall’assessore alle Attività produttive Antonio Bressa, che ha sottolineato l’impatto occupazionale e gli impegni ambientali presi da Alì come elementi fondamentali per lo sviluppo della città.
Tuttavia, l’avvio del progetto non è stato privo di controversie. Il consumo di suolo agricolo pubblico ha generato forti tensioni civiche e politiche, con associazioni ambientaliste e comitati locali che hanno parlato di una colata di cemento e denunciato la perdita di aree verdi a favore della cementificazione.