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Mango: i paesi Ue al centro degli scambi

Paesi Bassi e Spagna hub commerciali. Germania prima destinazione. E in Portogallo il consumo pro capite più alto

Paesi Bassi e Spagna sono i principali attori per il commercio di mango in Europa. I primi hanno storicamente un ruolo centrale, ma anche la Spagna sta via via rafforzando il proprio ruolo commerciale (oltre alla propria produzione). I frutti commercializzati finiscono principalmente in Germania, Regno Unito, Francia e Portogallo. Se i consumatori francesi e portoghesi apprezzano un buon mango saporito, quelli tedeschi e inglesi chiedono standard più elevati in termini di certificazioni.

I Paesi Bassi: principale hub commerciale per i manghi

I Paesi Bassi sono il principale hub commerciale europeo per il mango. Importano il 33% di tutti i manghi che arrivano nel Vecchio Continente e le importazioni (230mila tonnellate) sono quasi pari alle esportazioni (212mila ton). Il che conferma il ruolo chiave nella ridistribuzione dei manghi importati. La maggior parte dei manghi dei Paesi Bassi viene riesportata in Germania (43%) e in Francia (11%); la parte rimanente tra Regno Unito, Belgio, Paesi scandinavi e Svizzera.

I commercianti olandesi acquistano da un’ampia selezione di fornitori. La maggior parte delle importazioni proviene dal Brasile (89mila tonnellate nel 2020) e dal Perù (80mila ton), ma diverse migliaia di tonnellate arrivano da paesi quali Costa d’Avorio, Repubblica Dominicana, Mali, Senegal, Stati Uniti e Israele. I commercianti olandesi cercano di soddisfare la domanda per tutto l’anno e a volte includono alcune delle varietà di mango più esotiche come la Nam Dok Mai e l’Ataulfo trasportati per via aerea.

Gli stessi Paesi Bassi rappresentano un mercato medio-grande per i manghi, che sono venduti nei supermercati e, sempre più spesso, già tagliati freschi. Ma è soprattutto grazie alle sfide nell’approvvigionamento e all’esperienza logistica che i Paesi Bassi potranno mantenere il loro ruolo leader nell’import/export dei manghi ancora per molti anni.

Germania: il primo grande mercato di destinazione per i manghi

La Germania è principale paese consumatore di manghi. Pertanto, va inserito tra i principali paesi di destinazione, ma solo quando l’approvvigionamento e la sicurezza alimentare sono ben gestiti. Nel 2020 la Germania aveva un consumo stimato di mango di 92mila tonnellate (importazioni meno esportazioni).

I futuri sviluppi del mercato del mango in Germania dipendono da come saranno gestite l’offerta e la conformità. Gli esportatori devono tenere conto dei severi criteri di approvvigionamento. La mancanza di sicurezza alimentare e i residui di pesticidi sono discriminanti per i supermercati, mentre la maggior parte dei consumatori acquista i manghi in base al prezzo e all’aspetto. Il sapore non è sempre la preoccupazione più diretta, ma dopo una cattiva esperienza i consumatori tedeschi non ripetono l’acquisto. C’è anche un crescente gruppo di consumatori che preferisce i manghi biologici, anche se più costosi. Al momento la Spagna è uno dei principali fornitori di mango bio. Fornire un prodotto che sia all’altezza degli alti standard e delle aspettative tedesche può essere la vera sfida per gli esportatori.
La maggior parte dei manghi importati in Germania passano dai Paesi Bassi o da importatori tedeschi che usano la logistica olandese.

Regno Unito: convenience dominante

Subito dopo la Germania, il Regno Unito è il secondo più grande importatore di mango in Europa. Nel 2020 sono state importate quasi 73mila tonnellate, con i volumi importati che si sono stabilizzati negli ultimi cinque anni. La Brexit (l’uscita del Regno Unito dall’Ue) e la pandemia Covid19 non sono certo state favorevoli alla richiesta di mango.

Gli sviluppi attuali si concentrano soprattutto sulla diversificazione, come il mango maturato sulle piante, il mango premium, il mango tagliato fresco, ma anche su altri prodotti a valore aggiunto come i ghiaccioli al mango e i gelati. Un altro segmento di mercato specifico è quello del mango etnico: il Regno Unito offre uno sbocco importante per specifiche varietà di mango provenienti dal Pakistan e dall’India, come i manghi Alphonso e Kesar trasportati via aerea.

Il Pakistan e l’India sono il terzo e il quinto fornitore non europeo di mango dopo il Perù e il Brasile. Nel 2019 il Pakistan ha esportato nel Regno Unito 8.500 tonnellate; l’India 4.400 tonnellate, mentre il Perù e il Brasile hanno esportato 14.600 e 11.700 tonnellate. Tuttavia, le importazioni di mango etnico sono temporaneamente diminuite nel 2020 del 40% a causa del ridotto trasporto aereo da questi Paesi. Solo il Brasile è stato in grado di aumentare la sua offerta nel 2020 fino a 17.400 tonnellate.

Francia: un mercato interessante per l’Africa occidentale

Il mango è un frutto popolare in Francia che, più di altri paesi, può essere un mercato interessante per i fornitori dell’Africa occidentale. Ma la preferenza generale dei consumatori per la frutta estiva locale sarà sempre in concorrenza con l’importazione di mango.

Le importazioni francesi di mango nel 2020 si sono bloccate a 61mila tonnellate, quasi 10mila meno dell’anno precedente. Malgrado ciò, la Francia si è posizionata come terzo mercato di consumo in Europa. L’Africa occidentale ha un volume relativamente alto di esportazioni di mango verso la Francia. Per esempio, la Costa d’Avorio e il Senegal hanno esportato rispettivamente 5.500 e 2.400 tonnellate verso la Francia nel 2020: non molto meno dei grandi fornitori come il Perù (18.400 tonnellate), la Spagna (12mila tonnellate) e il Brasile (8.500 tonnellate).

Le varietà preferite sono Kent e Keitt, le stesse del resto d’Europa. Ma nei supermercati Carrefour si possono trovare anche manghi Amelie del Burkina Faso e manghi maturati sulla pianta e spediti per via aerea, e non solo nel segmento della ristorazione di alta gamma. Un’altra opportunità è data dal biologico, le cui vendite sono cresciute significativamente.

Per i manghi della Costa d’Avorio, del Senegal, del Mali e del Burkina Faso ci sono buone prospettive, Perù permettendo. Il paese sudamericano, infatti, è entrato con decisione nel mercato durante la stagione invernale europea e compete sempre più con l’inizio della stagione dell’Africa occidentale. Le statistiche commerciali parlano del 40% in più di import dal Perù tra il 2016 e il 2020. La Francia, però, ha una forte preferenza per la frutta prodotta localmente. Questo significa che la domanda di mango dalla vicina Spagna resterà alta, come anche la richiesta di drupacee di origine francese.

Spagna: uno dei mercati in più rapida crescita per il mango

La Spagna è uno degli importatori di mango in più rapida crescita. Con l’aumento sia della produzione sia delle esportazioni, si sta affermando come hub commerciale per i manghi. Questo significa che si possono raggiungere diverse altre destinazioni oltre al mercato interno.

Secondo fonti di notizie spagnole, la Spagna ha prodotto 28.276 tonnellate di mango nel 2020, con la Osteen come principale varietà. Si ritiene che il consumo spagnolo sia in aumento, ma è ancora dietro a quello della Germania e del Regno Unito nel consumo pro-capite.

Gran parte del raccolto spagnolo viene esportato. Nello specifico, la Spagna esporta più del volume della produzione interna, aggiungendo tra le 20 e le 30mila tonnellate di manghi riesportati. Questo fa della Spagna il secondo più grande hub commerciale per i manghi dopo i Paesi Bassi. L’importazione dovrebbe continuare ad aumentare per soddisfare il consumo locale e completare la stagione spagnola. I principali fornitori nel 2020 sono stati il Brasile (43.700 tonnellate) e il Perù (16.300 tonnellate), mentre i più importanti mercati di esportazione della Spagna sono il Portogallo (24.000 ton) e la Francia (15.200 ton).

Portogallo: qui il più alto consumo pro capite

Il Portogallo non è un paese densamente popolato, però ha il più alto consumo di mango pro capite. Un volume d’importazione netto stimato di 22.700 tonnellate (importazione meno esportazione) indica che ogni persona consuma in media 2,2 chili l’anno. La Spagna è nettamente il primo fornitore del Portogallo, seguita dai Paesi Bassi per le riesportazioni e dal Brasile, che esporta manghi sia via mare, sia per via aerea. Le lacune nell’approvvigionamento sono coperte principalmente dai manghi che vengono scambiati attraverso i Paesi Bassi. Il Portogallo ha un forte legame con il Brasile e offre limitate opportunità dirette ai fornitori di altre regioni.

Può essere difficile trovare importatori portoghesi disposti a fare affari con fonti di approvvigionamento sconosciute. La maggior parte di loro preferisce proseguire con Spagna, Brasile e Paesi Bassi. Ma potrebbe valere la pena esplorare opportunità commerciali più dirette, specialmente tra la stagione spagnola e quella brasiliana.

Di questi e altri dati si parlerà il 6 maggio a Rimini al Tropical Fruit Congress organizzato da myfruit.it in collaborazione con Macfrut 2022.

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