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Trend e Mercati

Quarta gamma, Montagna: “Ripartire da scaffali chiari e variegati”

IV Gamma

Causa pandemia, nel 2020 il comparto ha perso 60 milioni. Ma secondo il presidente di Unione italiana food, si può tornare a crescere

Andrea Montagna, presidente di Unione italiana food-IV gamma

“I trend di medio-lungo periodo sono a favore della IV gamma. Nonostante i numeri del 2020, per il futuro sono ottimista“. Così Andrea Montagna, presidente di Unione italiana food-IV gamma, che argomenta: “I consumatori sono sempre più attenti al consumo di prodotti vegetali e l’Europa, con Farm to fork e  Green deal, indirizza verso comportamenti che riducano lo spreco alimentare. Inoltre i numeri dimostrano che, non appena diminuiscono le restrizioni legate all’emergenza sanitaria, le vendite tornano ad allinearsi con quelle del pre-pandemia. Ci sono tutti i fondamentali perché quello della IV gamma sia un mercato in crescita, a patto però che si lavori sul punto vendita e sullo scaffale“.

Diminuisce la stretta, salgono i consumi

Secondo l’analisi di Montagna, i 60 milioni persi nel 2020 dal comparto IV gamma, il che significa il 7% rispetto al 2019, sono dovuti solo alle limitazioni imposte dalla pandemia, che fanno sì che il consumatore riduca la frequenza della spesa, privilegiando prodotti con lunga shelf-life: “Lo dimostrano i numeri – spiega il presidente – Se analizziamo l’andamento delle insalate in busta, che nel 2020 hanno perso nel complesso il 6,6%, si vede come nei mesi di chiusura abbiano sofferto di più, per poi ripartire non appena sono state allentate le restrizioni”. Se, infatti, durante il primo lockdown le perdite sono state a doppia cifra, a settembre, ottobre e novembre, le vendite sono tornati a crescere, registrando contrazioni tra l’1,1 e il 2,4 per cento: “Ma a dicembre – fa notare Montagna – con la nuova stretta, il calo si è fatto più sostanzioso, -3,5 per cento”.

Per tornare a crescere, no all’offerta piatta

“Per tornare a far crescere i consumi di prodotti di IV gamma – aggiunge Montagna – occorre lavorare sul punto vendita. Gli scaffali devono essere chiari, ricchi, variegati e parlanti, il consumatore deve poter scegliere in base alla marca, al prezzo, all’offerta. Non si dimentichi che, prima della pandemia, a trainare la crescita erano le insalate in ciotola (+10,4% 2019 vs 2018), le insalate con cereali (+15,5%) e le zuppe (+6%)”.

I numeri del 2020

“Non si può negare che il 2020 sia stato un anno avverso anche per i prodotti di IV gamma – prosegue Montagna – Le crudité (perlopiù carote) hanno perso il 18,3%, le insalate in ciotola il 29% e le insalate in busta, come già riferito, il 6,6 per cento. Performance positiva solo per le verdure da cuocere, che sono cresciute del 7 per cento“.

A soffrire anche i segmenti adiacenti: “Le insalate di cereali hanno subito una contrazione del 22% rispetto al 2019, le zuppe fresche il 4,3 – conclude Montagna – Sono andati bene sono i burger vegetali, che registrano un +8,5 per cento“.

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