Bandiere, striscioni, fumogeni. Stamattina 30 aprile, a Limito Pioltello (Milano), dove ha sede il quartier generale di Esselunga, è andata in scena una nuova puntata della diatriba tra insegna e mondo consegne.
Una manifestazione rumorosa, ma composta, organizzata nell'ambito delle proteste per chiedere maggiore sicurezza e dignità per i driver del servizio di consegna della spesa a casa. La protesta, guidata dai referenti della Filt-Cgil Lombardia, ha visto la presenza di rappresentanti giunti da Milano, Monza, Bergamo, ossia dai territori su cui insistono i centri di lavoro per i driver dell'ultimo miglio, ossia coloro a cui spetta il compito di gestire le consegne a casa.
La tregua è lontana
Quello di oggi è l’11 giorno consecutivo di una protesta sempre più aspra, che ha visto scioperi e conseguenti disagi nei giorni festivi e pre-festivi intorno alla Pasqua, e che è culminata con la cassa integrazione avviata il 25 aprile per oltre 200 dipendenti della piattaforma logistica di Dione Cassio, in provincia di Milano.
Sul tavolo delle trattative, conclusosi con un nulla di fatto lo scorso 23 aprile, i sindacati hanno denunciato orari di lavoro spesso fuori dalla normativa contrattuale, uso di furgoni in condizioni precarie e non a norma, carichi di lavoro eccessivi, turni che prevedono anche due uscite giornaliere su mezzi sovraccarichi e mancato riconoscimento e compenso per il lavoro di facchinaggio svolto durante le consegne ai piani. Al momento Esselunga non ha rilasciato altre dichiarazioni e sembrano esserci i presupposti affinché la protesta prosegua ancora ad oltranza.
La politica si schiera
Ha invece detto la sua il Movimento 5 stelle: i consiglieri Nicola Di Marco e Paola Pizzighini hanno infatti presentato richiesta di audizione in Regione Lombardia. "Abbiamo chiesto che le rappresentanze sindacali dei lavoratori Esselunga in protesta vengano al più presto ascoltate nell’ambito dei lavori della Commissione regionale Attività produttive - hanno dichiarato - Quando denunciato dai lavoratori oggi in sciopero, ovvero turni talvolta superiori alle 14 ore, straordinari non adeguatamente retribuiti e utilizzo di mezzi sovraccarichi non sempre conformi agli standard di sicurezza, necessita di un immediato approfondimento da parte del Consiglio regionale".
"Riteniamo che Regione Lombardia abbia il dovere di intervenire a tutela e salvaguardia di coloro i quali, portando di fatto la spesa all’interno delle nostre case, hanno fornito un contributo importantissimo durante il periodo pandemico, contributo che continuano a fornire a persone anziane o a chi magari è impossibilitato a muoversi dal proprio domicilio. In occasione della Festa del Primo Maggio tutte le forze politiche hanno ribadito la necessità di garantire sicurezza ai lavoratori, di modo da fermare l’insopportabile conteggio delle morti bianche al cui aggiramento quotidiano la politica assiste colpevolmente. A ciò aggiungiamo noi l’esigenza di retribuzioni adeguate, attraverso un salario minimo garantito".