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Packaging e Tecnologie

Il governo Meloni procrastina sulla plastic tax

Fumata nera per l’imposta tesa a ridurre il monouso, è la quinta in tre anni. Secondo i rumour è una manovra per cancellarla nel 2024

Prevista la sospensione anche per il 2023 dell’entrata in vigore di plastic e sugar tax, le imposte sui prodotti in plastica monouso e sulle bevande zuccherate”. Con questa nota di Palazzo Chigi il governo Meloni ha dato continuità alla scelta fatta dai governi Conte e Draghi, ossia procrastinare su due imposte che da tempo l’Unione europea chiede per ridurre il monouso e per incentivare l’alimentazione sana.

Non si tratta di un coup de théâtre: il governo ha solo deciso di ascoltare la pressante richiesta del mondo imprenditoriale preoccupato da un possibile aggravio dei costi, già alle stelle per via dei rincari energetici e delle materie prime. Una scelta che, secondo le stime dello stesso governo, comporterà un mancato introito di 600 milioni. 

Tra favorevoli e contrari

Se introdotta, la plastic tax consisterebbe in una tassa del valore fisso di 0,45 euro per ogni chilo di prodotti di plastica monouso venduto (i cosiddetti Macsi).

La posizione di coloro che sono contrari a questa imposta è stata sintetizzata da Unionplast, secondo cui “La plastic tax, nata con l’obiettivo di contrastare in modo meramente sanzionatorio gli effetti negativi della mancata chiusura del ciclo dei rifiuti plastici da imballaggio, si è dimostrata a tutti gli effetti inefficace e di formulazione complessa, al punto da renderne difficile l’applicazione”.
Il pensiero dei favorevoli è invece nelle parole twittate da Greenpeace: “Si tratta dell’ennesimo favore concesso alle lobby fossili e all’industria della plastica monouso, a scapito di persone e pianeta”.

Obiettivo cancellazione

Secondo i rumour, quello deciso dal governo non sarebbe solo un rinvio, ma una vera e propria strategia volta a cancellare per sempre la plastic tax. In pratica, il governo, sospendendo le imposte in questione fino al 31 dicembre 2023, avrebbe preso tempo per consentire ai tecnici dei vari ministeri di individuare altrove 600 milioni, in modo da compensare il mancato introito.

Se così fosse, nella prossima legge di bilancio, quella del 2024, plastic tax e sugar tax scomparirebbero (forse) per sempre. A patto che l’Unione europea non le rivendichi.

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