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Packaging e Tecnologie

I droni per la raccolta frutta? Stanno arrivando quelli di Tevel

Grazie a un recente finanziamento, c’è una data: entro la fine del 2021 saranno nei campi. Efficienza e precisione i punti di forza

Si chiama Flying autonomous robot (Far) ed è la soluzione di droni, ciascuno dotato di braccia prensili lunghe un metro, e  di “occhi” alimentati da intelligenza artificiale, che si candida come sostituto ideale di uomini e macchine nella raccolta della frutta. In pratica, i droni staccano i frutti solo quando sono maturi e li depositano negli appositi contenitori, senza danneggiarli. 

A progettarla Tevel Aerobotics Technologies, start-up israeliana fondata nel 2016 che ora vede il suo progetto a un passo dall’industrializzazione: grazie a un recente finanziamento di 20 milioni di dollari, dovrebbero a breve concludersi le fasi di test, il che permetterebbe l’arrivo sul mercato entro la fine 2021.

Come funziona

Nel merito, la piattaforma a guida autonoma Far è composta da sei droni che, collegati uno all’altro, volano fino ad arrivare al punto di raccolta dei frutti. Grazie all’intelligenza artificiale, però, i frutti vengono staccati solo al momento opportuno: la soluzione è infatti in grado di eseguire un’attività selettiva molto precisa. I produttori, durante la raccolta, sono costantemente aggiornati tramite apposita app che notifica, in tempo reale e direttamente sullo smartphone dell’agricoltore, la quantità di frutta raccolta e il tempo stimato per concludere le operazioni. I droni possono anche svolgere altre attività, quali la potatura e il diradamento degli alberi.

Punto di forza è la manovrabilità dei droni, che consente non solo di procedere con un picking preciso e completo, ma anche di lavorare con diverse forme di allevamento dei  frutteti: che l’impianto sia giovane o maturo, che gli alberi siano a vaso o a spalliera, il sistema non si ferma e raccoglie i frutti al momento giusto. Anche l’altezza delle piante non è più un problema: Far raggiunge anche i rami più alti, senza alcuna difficoltà.

Quanto alla qualità del raccolto, secondo i test messi a punto dal team di ricercatori non c’è nulla da temere: i droni raccolgono delicatamente il frutto senza ammaccarlo e senza comprometterne l’integrità. 

Riassumendo, i plus rispetto alla raccolta tradizionale sono più d’uno: si può lavorare anche 24 ore su 24, senza interruzione, perché a terra è sempre presente una batteria in grado di alimentare il sistema. Inoltre, le temperature in campo non sono più un problema: che faccia freddo o caldo, i droni non soffrono. Infine, sono perfetti per quelle situazioni in cui la manodopera scarseggia, ma c’è tanto da raccogliere e in poco tempo.

Un aiuto (economico) dai big della meccanizzazione

A rendere il progetto sempre più concreto, un finanziamento di 20 milioni di dollari recentemente ottenuto da Tevel. Tra gli investitori coinvolti – tutti orientali – spiccano un nome del panorama della meccanizzazione agricola, ossia la giapponese Kubota. Tevel utilizzerà questo ultimo finanziamento per completare il collaudo del prodotto, iniziare la produzione e quindi la commercializzazione di Far. Parte della capitale andrà anche per la creazione di basi operative in Israele, Europa e Nord America.

I 20 milioni in questione sono solo gli ultimi, in ordine cronologico, raccolti per il progetto: l’azienda israeliana beneficiò di un altro finanziamento di dieci milioni di dollari nel 2019 e incassò, nel 2017, una sovvenzione di 2,5 milioni di dollari dall’Israel Innovation Authority.

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