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Fruttivendoli e non solo

Mondo arancio, la onlus che sogna la Gdo

arance

Un luogo di incontro tra piccoli produttori siciliani bio e consumatori di tutta Italia. Alla base un mix di elementi, che vanno dalla condivisione al delivery, passando per la salvaguardia del territorio agricolo

Nasce 16 anni fa, in Sicilia, “Mondo arancio”, un’associazione no profit il cui scopo è far incontrare piccoli produttori di arance e di olive locali, con i consumatori di tutta Italia. “Il senso – esordisce Ruggero Casesa, socio fondatore, nonché ideatore del progetto – non è vendere i prodotti, ma avvicinare il consumatore all’agricoltura“. In pratica, ai soci, ossia ai consumatori – a oggi sono cento – viene chiesto di adottare un albero di arance oppure un ulivo – tutti siti in agro Ribera (Agrigento), tutti coltivati secondo i dettami dell’agricoltura biologica, per un totale di 5mila aranci e mille ulivi – pagando un contributo di 120 euro all’anno. In cambio, al momento della produzione, ricevono direttamente a casa il raccolto, nel caso delle arance, il prodotto trasformato in olio, nel caso degli ulivi: “Adottare un albero è semplice – spiega l’ideatore del progetto – si può fare con un semplice clic, stando seduti alla propria scrivania. Allo stesso modo, se ne possono seguire tutte le fasi produttive, fino alla spedizione”. Insomma, un mixage di diversi concetti, alcuni anche parecchio attuali, quali il delivery, la tracciabilità, la condivisione, la salvaguardia del territorio e del paesaggio, la stagionalità, il bio“Raccogliamo quando il prodotto è pronto e non secondo le esigenze del mercato – spiega Casesa -. La prima spedizione di 20 chili di arance è inclusa nella fee annuale, le altre sono extra”. “In questo modo – prosegue – i soci consumano prodotti bio certificati, inoltre contribuiscono alla salvaguardia del territorio”.

Il progetto Mondo arancio è stato oggetto di una tesi di laurea del Politecnico di Milano, che l’ha definito una nuova forma di intermediazione alimentare e che ne riconosce anche il valore sociale: “Tramite la conoscenza di tutto l’iter produttivo – si legge nella tesi – “il genitore” dell’albero riposiziona, nel suo ideale sociologico, l’agricoltore”.

Il progetto è inoltre piaciuto ad alcune aziende dai nomi altisonanti, come Fanta, AirDolomiti, Elmex, e altri, che lo sostengono tramite azioni di co-marketing. Un modo per promuovere campagne di sensibilizzazione su temi di interesse collettivo, quale può essere quello della salvaguardia dell’agricoltura locale.

Il sogno della Gdo

Obiettivo costante di Mondo arancio è incrementare il numero di soci, dunque di “genitori”. Ma, in realtà, c’è anche un obiettivo particolarmente ambizioso, è cioè arrivare nel mondo della Gdo. Il che, visti gli attuali numeri, sembra in effetti quasi utopistico. In realtà, Casesa immagina un corner, nei punti vendita, tramite il quale il cliente del supermercato viene a conoscenza del progetto, adotta quindi un albero e ritira, proprio presso il proprio supermarket di riferimento, il proprio raccolto. “Oggi abbiamo 5mila piante ma, se dovesse crescere la domanda, riusciremmo comunque a far fronte, perché possiamo coinvolgere altri produttori”. “L’obiettivo – conclude – è allargare il concetto anche ad altri prodotti, per esempio ai limoni“. “Il nostro scopo – ribadisce concludendo Casesa – è promuovere le pratiche agronomiche sostenibili, mettendo al centro i piccoli produttori agricoli locali. Le ricadute sono sull’ambiente, ma anche sulla salute di consuma prodotti biologici certificati”.

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