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Trend e Mercati

Coccoliamo i vegetariani: un italiano su quattro mangia meno carne

vegetariani

Rapporto Coop: aumento esponenziale dei prodotti vegetali. Trend a doppia cifra per snack con semi e frutta secca

Vegetariani, vegani, fruttariani, reducetariani (riducono il consumo di carne) e pure i flexetariani (niente carne, ma mangia il pesce). Persone tutte da coccolare per il sistema dell’ortofrutta. Parliamo di un esercito in crescita visto che, secondo l’ultimo rapporto Coop su dati Nomisma, ben il 26% degli italiani sta eliminando o riducendo il consumo di carne. Tutta “ciccia” per la filiera vegetale, si tratta di un cittadino su quattro.

Meno carne, più spazio per frutta e verdura

A leggere l’analisi dell’ufficio studio della Coop emerge una svolta importante sulle diete alimentari: “E’ molto chiaro l’orientamento di un numero crescente di italiani verso diete flexiteriane o reducetariane che condividono l’obiettivo di ridurre l’apporto proteico della carne, soprattutto di quella rossa”. Si aprono praterie per i vegetali.  Il dato centrale che emerge dalla ricerca è quello salutista, si vuole portare la tavola la salute. Si cerca e si sceglie cibo con più proteine, ma si guarda meno al reparto carni e derivati: “già oggi si registra un forte avanzamento dei sostituti vegetali (+24,5%) e dei prodotti ittici (18,8%).

Crescita a doppia cifra di semi e frutta secca

Più proteine, ma più che rinunce si tratta di sostituzioni. Non si abbandona, per esempio, la merenda. Al limite “anche gli snack offrono nuove alternative proteiche. Nei primi sei mesi di quest’anno frutta secca e semi hanno registrato una crescita a doppia cifra, rispettivamente dell’11,9% e dell’ 11,4%“. Sono ingredienti del paniere delle proteine vegetale: “Quello con la migliore performance con +15,6% di vendite a valore nel primo semestre del 2020 rispetto al 2019 (contro un +9,8% delle proteine animali) e una variazione del +3,1% registrata nei primi sei mesi del 2021 rispetto al 2020 (contro un +2,6% delle proteine animali)”.

Faro sui trasformati: crescono i piatti pronti

La maggior richiesta di proteine vegetali vede in evidenza soprattutto: “I piatti pronti (burger, panati, polpette) che nel primo semestre del 2021 riportano una crescita complessiva a valore del 44% rispetto al 2019 e gli ingredienti vegetali (tofu, seitan) aumentano del 37%”. L’innovazione è soprattutto nella trasformazione, ma si parte sempre dai campi. Alla doppia cifra di frutta secca e semi si associa la crescita dei legumi (+4%) e dei cereali (+2%).

In Italia 1,5 milioni di vegani e vegetariani, paniere senza carne sale del 25%

Il totale di coloro che si professano vegani e vegetariani, siamo a 1,5 milioni, fa pensare a una nicchia. Ma bisogna leggere attentamente i dati dove emergono comportamenti in line: “Sono sempre di più i cosiddetti vegan “part-time”, quanti si avvicinano al mondo vegano perché spinti da motivazioni legate alla salute e al benessere, chi nutre amore e rispetto per gli animali ma non riesce a farne una completa scelta di vita, chi utilizza questi prodotti per ragioni dietetiche o per specifiche intolleranza e allergie“. Difficile rinunciare completamente alla bistecca, ma si sopravvive bene mangiandone di meno: “Cresce il numero di italiani che scelgono di mettere nel carrello i prodotti vegani”. Vediamo i numeri, anzi la tendenza: “Nel primo semestre del 2021 il paniere vegano è cresciuto del 14,7% rispetto all’anno precedente e del 25,8% rispetto al 2019“.

I nuovi prodotti vegetali

Ma di cosa parliamo e cosa intendiamo per prodotti vegetariani o vegani? Vediamo, anche i numeri, dell’analisi Coop: “Nel primo semestre del 2021 le vendite di bevande e  piatti a base vegetale (come il latte di mandorla) registrano una crescita a doppia cifra del 47% rispetto al 2019. Nello stesso periodo la forte di richiesta di prodotti ad alto contenuto di servizio fa volare le vendite dei piatti pronti vegetali (panati, burger, crocchette, ecc.) del 44%”. Questi prodotti spingono tutto il mercato di prodotti vegani che vale 312 milioni di euro nel primo semestre del 2021 contro i 272 dell’anno precedente. Bene per l’agricoltura, ma per ottimizzare questa svolta culturale anche per i prodotti freschi dell’ortofrutta sarebbe necessario comunicare di più con questo numero crescente di cittadini a menù o dieta vegetale. Integralmente o part-time.

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