In primo piano e attualità

19 dicembre 2025

Mercosur rinviato a gennaio, accordo Ue-Brasile in pausa

83

E’ ufficiale: l’accordo Mercosur slitta a gennaio. La firma dell’intesa commerciale tra Unione europea e i Paesi sudamericani è stata rinviata di un mese: tempi troppo stretti per chiudere il negoziato e necessità di ulteriori approfondimenti hanno portato la Commissione europea a prendere tempo, anche alla luce delle posizioni espresse da Italia e Francia. 

La decisione è stata comunicata da Ursula von der Leyen ai leader europei al termine di una giornata intensa a Bruxelles.

La protesta degli agricoltori

Il rinvio arriva mentre cresce la mobilitazione del mondo agricolo. Myfruit aveva riferito ieri degli agricoltori in piazza, protagonisti di una protesta che si è spinta fino a Bruxelles. Dalle prime ore del mattino, secondo i dati della polizia, circa 7.300 manifestanti e mille trattori hanno occupato le strade del quartiere europeo. 



Davanti al Parlamento Ue sono stati compiuti gesti dimostrativi, con il lancio di prodotti agricoli e lo scarico di letame, a testimonianza di un forte disagio del settore. Al centro della mobilitazione, senza un taglio politico, la richiesta di garanzie su standard produttivi, sicurezza alimentare e condizioni di concorrenza considerate eque per le aziende agricole europee.

Italia e Francia chiedono tempo

Secondo quanto emerso dal Consiglio europeo, l’intesa non è stata raggiunta perché serve ancora una quadra condivisa. 

L’Italia, come ribadito da Palazzo Chigi, si dice pronta alla firma una volta ottenuti chiarimenti e risposte per gli agricoltori, che dipendono dalle decisioni della Commissione europea e possono essere definite in tempi brevi. 

Anche la Francia mantiene una linea prudente, chiedendo clausole di salvaguardia, freni d’emergenza e misure di reciprocità per tutelare il settore agricolo.

Le parole di von der Leyen

Poche ore prima dell’annuncio del rinvio, la presidente della Commissione europea aveva sottolineato l’importanza strategica dell’intesa. "Il Mercosur è di enorme importanza – ha spiegato Ursula von der Leyen – e svolge un ruolo centrale nella politica commerciale dell’Unione europea". 

Proprio per questo, ha aggiunto, è necessario arrivare a un accordo solido e condiviso, capace di tenere insieme apertura dei mercati e protezione dei settori più sensibili.

Il commento di Giorgia Meloni

Al termine del Consiglio europeo, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha spiegato che il rinvio offre "altre settimane per cercare di dare le risposte che sono richieste dai nostri agricoltori, le salvaguardie che sono necessarie per i nostri prodotti», così da poter approvare l’accordo «quando avremo tutte le garanzie richieste da un settore che altrimenti potrebbe essere colpito".

 Meloni ha parlato di una scelta improntata al buon senso, esprimendo soddisfazione per l’esito di una lunga giornata di lavori a Bruxelles.

Il Mercosur resta quindi aperto. Da qui a gennaio la Commissione europea dovrà lavorare per sciogliere i nodi ancora irrisolti e verificare se esistono le condizioni per arrivare a una firma che concili apertura commerciale e tutela dell’agricoltura europea.

La reazione di Lula

Nel rinvio della firma ha avuto un ruolo decisivo il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva, che nei giorni scorsi aveva lanciato una sorta di ultimatum per chiudere l’accordo già domani. 

Dopo una telefonata con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, Lula ha però accettato di concedere altro tempo alla trattativa: la premier gli ha spiegato che l’Italia non è contraria all’intesa, ma ha bisogno di alcune settimane in più per migliorare le clausole e rafforzare le garanzie per il settore agricolo. 

Il presidente brasiliano si è detto disposto a chiedere agli altri Paesi del Mercosur di attendere, con l’obiettivo di chiudere entro la prima metà di gennaio, prima del passaggio della presidenza di turno al Paraguay, ritenuto meno favorevole all’accordo. 

Sullo sfondo resta il rischio di perdere un mercato di libero scambio da circa 700 milioni di consumatori: dopo oltre 25 anni di negoziati, i Paesi sudamericani potrebbero infatti accelerare intese alternative già avviate con altri partner, in particolare Stati Uniti e Cina.

La voce degli stakeholder

“Il rinvio del voto sul Mercosur, risultato ottenuto grazie all’apporto decisivo del nostro presidente del Consiglio Meloni, lascia di fatto aperto un canale di trattativa per riuscire a strappare ulteriori garanzie a salvaguardia degli agricoltori. La richiesta di reciprocità da noi avanzata non è solo un problema agricolo, ma che coinvolge tutti i cittadini europei - ha rilevato il presidente di Fedagripesca Confcooperative Raffaele Drei - Se va fatto un plauso al nostro governo per l’impegno con cui ha fatto valere le legittime richieste del mondo agricolo non riusciamo invece a intravedere dalla Commissione europea alcun cambio di rotta. Anche dall’incontro ristretto che alcune organizzazioni italiane tra cui la nostra hanno avuto in serata con diversi commissari europei, non sono emerse purtroppo aperture sostanziali. La Commissione conferma la volontà di tagliare il sostegno al comparto agricolo e agroalimentare, con la riduzione di 90 miliardi nel nuovo bilancio pluriennale e una contrazione di oltre il 20 per cento”.

"La Commissione continua a proporre nuovi accordi commerciali, non solo il Mercosur, aprendo all’arrivo di prodotti coltivati in paesi extra Ue che non rispettano i nostri standard e che usano fitofarmaci banditi da anni dall’Unione Europea. La Commissione, inoltre, mostra una sostanziale mancanza di coraggio nel modificare in maniera netta e radicale alcuni regolamenti ormai desueti che, se modificati, potrebbero far recuperare competitività alle nostre aziende e riaprire l’interesse da parte della ricerca verso l’agricoltura europea nel trovare nuovi strumenti e tecniche innovative”. 

“Se la Commissione continua a voltare le spalle agli agricoltori compiendo scelte folli che ricadono sulla salute e sul benessere di tutti i cittadini, ora devono essere la politica e le istituzioni, a partire dal Parlamento europeo, unica vera voce dei cittadini, a provare a difendere senza ambiguità l’agricoltura europea”.

Il rinvio della firma dell’accordo Mercosur va nella direzione giusta e conferma che senza risposte concrete alle legittime preoccupazioni degli agricoltori, a partire da reciprocità e tutele, non può esserci alcuna intesa - ha argomentato presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini - Decisivo il ruolo dell’Italia e la nostra grande manifestazione, pacifica e unitaria, di ieri a Bruxelles”.

“L’attenzione però resti alta sulla vera emergenza che ha riunito, nel cuore dell’Europa, 40 organizzazioni aderenti al Copa-Cogeca con più di 10mila agricoltori. Fermare la proposta di riforma della Pac, targata Ursula von der Leyen, è sempre in cima alle nostre priorità e la più stringente ragione della nostra mobilitazione partita da mesi e non intenzionata a fermarsi -ha ribadito Fini - All’agricoltura, senza la quale non c’è futuro, vanno garantite più risorse ed equità, non quei tagli di budget che sottraggono all’Italia 9 miliardi di euro, né la dissoluzione della Pac in un Fondo unico”.

“Dalla von der Leyen solo parole di vicinanza, le ultime ieri sera. Non serve solidarietà - ha concluso - Dalla presidente della commissione Ue ci aspettiamo responsabilità istituzionale, che riconosca l’abbaglio e riveda in toto la sua politica per l’agricoltura, per il bene della sicurezza alimentare, per i cittadini di tutta Europa”.

“Il rinvio della firma dell’accordo Mercosur è una vittoria di tutti gli agricoltori, abbiamo portato avanti in questi mesi un lavoro a tutti i livelli, italiano e comunitario, per denunciare gli enormi rischi connessi alla firma di un’intesa priva di garanzie per le aziende agricole e per la salute stessa dei cittadini consumatori - hanno detto il presidente e il segretario generale di Coldiretti, Ettore Prandini e Vincenzo Gesmundo - Davanti alle follie della Von der Leyen e alla sordità dei commissari che abbiamo incontrato in queste ore, fin dal primo momento abbiamo sostenuto che l'unico argine potesse essere rappresentato dai Capi di Stato e di Governo. Diamo dunque merito al Governo italiano e alla rappresentanza francese di essersi battuti per far valere le ragioni degli agricoltori, contro l’opposizione della Commissione e di tutti gli altri Paesi che spingevano per la firma immediata. L’obiettivo è ora quello di correggere le evidenti storture dell’intesa, affermando con forza il principio di reciprocità e rafforzando i controlli, senza i quali si apre la porta alla concorrenza sleale ai danni degli agricoltori europei, sacrificati sull’altare di altri interessi commerciali, senza dimenticare i pericoli per la salute dei consumatori. Il rinvio del Mercosur è una prima scelta giusta, ora serve un cambio di passo sul bilancio post 2028 che oggi penalizza in maniera inaccettabile gli agricoltori”.

“Abbiamo sostenuto sin dall’inizio di essere a favore di un accordo con un’area del mondo di circa 270 milioni di persone, ma solo trovando prima un modo di non farne pagare il prezzo agli agricoltori europei – rileva Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia - Non si vanifichi quest’ulteriore mese e si trovino le giuste soluzioni sia di miglioramento dell’accordo che di ripensamento sui tagli Pac fondamentali per la Filiera agro-alimentare europea e per i nostri consumatori”.

“L’accordo ignora completamente le discrepanze negli standard produttivi tra Europa e Mercosur. Nei campi sudamericani si usano ancora ampiamente sostanze bandite da anni in Ue, da fungicidi a insetticidi fino a erbicidi: in Brasile il 30% dei prodotti chimici è vietato nel Vecchio Continente. Non mancano criticità ambientali, in primis la deforestazione, e violazioni dei diritti dei lavoratori”.

“Mentre l’export europeo punta su beni industriali (macchinari, chimico-farmaceutico), dalle Americhe arrivano soprattutto materie prime agricole ed energetiche, favorite dall’abolizione dei dazi. Nei primi dieci mesi dal 2025, le importazioni dal Mercosur in Italia sono salite del 17% sul 2024, sfiorando i 3 miliardi di euro (pari all’intero anno precedente), mentre l’export italiano è sceso del 3 per cento”.

Potrebbe interessarti anche