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Retail

Sotto scacco l’e-commerce della Gdo

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Covid-19, il nostro test a Milano: servizio quasi inutilizzabile. Ordini quintuplicati per tutte le insegne, difficile coprire l’impennata della domanda

Per le prime date disponibili, se si è molto fortunati, bisogna aspettare almeno 15 giorni, ma nella stragrande maggioranza dei casi la scritta che appare dopo aver riempito il carrello virtuale è: “nessun orario di consegna“. La spesa on-line messa a disposizione da molte insegne della grande distribuzione italiana è andata completamente in crisi per eccesso di domanda.

Nessuno, d’altronde, poteva aspettarsi l’incredibile impennata che il servizio di e-commerce delle principali insegne della Gdo avrebbe dovuto sopportare con l’arrivo del coronavirus e dei necessari cambiamenti di abitudine di spesa dei cittadini. Se stare in casa è un dovere per diminuire il contagio il prima possibile, cercare di utilizzare l’e-commerce è certamente uno strumento intelligente e utilissimo per affrontare questi difficili momenti, evitando di intasare i punti vendita fisici della grande distribuzione, a loro volta sotto stress.

Un po’ tutte le insegne della Gdo, in questi giorni, parlano di ordini triplicati, se non quintuplicati. Un stress-test impossibile anche solo da immagine prima del 24 febbraio, quando l’epidemia ha cominciato a correre, ma probabilmente neanche alla fine della prima settimana di emergenza. Dal 2 all’8 marzo, giorno in cui è entrato in vigore in Lombardia, per poi essere esteso poco dopo a tutta Italia, il Dpcm più stringente e che vieta fortemente gli spostamenti, l’e-commerce alimentare ha fatto registrare un incremento dell’82,3%, come ha evidenziato Nielsen nei giorni scorsi.

Il settore dell’e-commerce food & grocery, sino a prima dell’emergenza coronavirus, valeva circa l’1% (vedi i dati relativi al 2019) come quota di mercato, ma con le richieste di questo periodo è arrivato a toccare anche il 20%, come ha evidenziato nei giorni scorsi  Sami Kahale, Ceo di Esselunga. Anche per questa insegna, pioniera nell’e-commerce e dove le vendite on-line sono sopra la media di mercato arrivando a toccare il 4%, si è abbattuto un vero e proprio tzunami. In questo momento cercare di trovare una data disponibile a Milano e Hinterland sul sito di Esselunga è pressoché impossibile. Ci abbiamo provato lunedì 16 marzo 2020. Chi è fortunato trova una finestra di consegna disponibile nel giro di 15 giorni. Noi neanche quella.

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Nessuna data di consegna disponibile sul sito di Esselunga

Ma nella stessa situazione sono anche un po’ tutti gli altri operatori. Su cosicomodo.it, piattaforma del gruppo Selex e utilizzata da alcune delle insegne del gruppo, sempre nella giornata di lunedì 16 marzo abbiamo provato a fare un ordine per una consegna in zona Milano Ovest attraverso il servizio di click & drive fornito da un punto vendita de Il Gigante ma non c’è stato nulla da fare: fino al 5 aprile tutto esaurito, oltre non si può per ora andare.

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Tutto esaurito su cosicomodo.it, piattaforma del gruppo Selex

Carrefour ha deciso, a seguito del boom di richieste, di dedicare il servizio di spesa on line solo  alle persone che ne hanno più bisogno (anziani, persone diversamente abili, future mamme e neo genitori con bimbi di un anno, persone malate).

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La scelta di Carrefour

Supermercato24.it, piattaforma ormai utilizzata da molte insegne della Gdo, avvisa che le consegne potrebbero non essere possibili prima di 4-5 giorni, ma in realtà anche in questo caso, indipendentemente dagli store che abbiamo provato a scegliere (Esselunga, Lidl e Ipercoop), la risposta è stata sempre la stessa: nessun orario disponibile.

La musica non cambia neanche su Amazon Prime Now, servizio che su Milano è ormai attivo da 4 anni e consente di ricevere la spesa in due ora sia in città che in tutte le province. “Nessun orario di consegna disponibile. Nuove finestre di consegna saranno disponibili a partire da mezzanotte” il messaggio che appare da giorni, anche sul “negozio” virtuale dei supermercati Unes/U2.

 

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