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Pomodoro da industria, le richieste per Pac 2023-27

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Autore Redazione

Il presidente Oi Rabboni: “Filiera oltremodo penalizzata, chiediamo modifiche al piano strategico nazionale”

Il presidente dell’Interprofessione del pomodoro da industria del nord Italia, Tiberio Rabboni, ha inviato, a nome degli associati di parte agricola ed industriale, una lettera al ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, agli assessori regionali all’Agricoltura delle regioni del nord Italia e ai presidenti nazionali delle organizzazioni professionali agricole e imprenditoriali per evidenziare l’impatto oltremodo negativo del Piano strategico nazionale sui produttori di pomodoro e sulla intera filiera produttiva e sollecitare, pertanto, una attenuazione del danno attraverso limitate e ragionevoli modifiche.

“Il sommarsi delle conseguenze – scrive Rabboni – della cosiddetta convergenza interna sui produttori storici di pomodoro, della eliminazione del pagamento greening e dell’impossibilità di accedere ai pagamenti previsti per gli aderenti agli Ecoschemi, a cui viene riservato il 25% delle risorse dei pagamenti a superficie, produrrà, nell’arco temporale che va dal 2022 al 2026, una riduzione di oltre il 60% degli aiuti del primo pilastro Pac per chi ha fatto e continua a fare pomodoro”.

Un taglio di risorse che a parere di Rabboni non potranno essere assolutamente recuperate sul mercato dal momento che i prossimi anni continueranno ad essere stressati “dai rincari dell’energia, dei mezzi tecnici e dalle gravi tensioni internazionali. Dunque una perdita secca di entrate che indebolirà, anziché rafforzare, la capacità competitiva della filiera sui mercati internazionali e la redditività agricola. E ciò nonostante la conferma del premio accoppiato ad ettaro per il pomodoro che resta ancorato a valori economici ad ettaro preesistenti, inferiori a quelli riconosciuti ai propri produttori da alcuni paesi europei competitori, segnatamente Spagna, Portogallo, Grecia e Francia”.

“Sono quindi a chiedervi – conclude – una riflessione sulla situazione e una iniziativa per attenuare l’impatto del Psn su di una filiera che fattura oltre 3,5 miliardi di euro, dei quali il 58% sui mercati internazionali, e che fanno dell’Italia il primo produttore europeo, il secondo nel mondo e il primo per valore dell’export. Il Psn verrà approvato entro il mese di giugno del corrente anno. Vi sono dunque le condizioni temporali e procedurali per apportare modifiche senza snaturare l’impianto strategico del Piano. In particolare per adeguare la scaletta temporale dei valori ettaro dei pagamenti accoppiati e modificare uno o più ecoschemi per consentire l’adesione dei produttori di pomodoro o aggiungerne uno specifico per le situazioni assimilabili al pomodoro”.

Fonte: Interprofessione del pomodoro da industria

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