Le fragole piacciono agli europei e nonostante una riduzione degli ettari e del 13% della produzione negli ultimi 10 anni il giro d'affari arriva a 2,7 miliardi.
C'è più concorrenza da Marocco ed Egitto, l'emergere di Polonia ed Egitto, ma secondo Philippe Binard, delegato generale di Freshfel Europe, la filiera ha "un notevole capacità di adattamento, rispondendo in modo proattivo ai rigorosi standard imposti dall’Ue in materia di sostenibilità, sicurezza alimentare e conformità normativa". Concetti espressi alla Conferenza internazionale sulla fragola (ISC) 2025.
I Paesi europei più forti, l'Italia produce l'11%
I 2,7 miliardi sono un dato significativo, ma ci sono numerose sfide a cui rispondere. Philippe Binard le ha elencate: instabilità economica, cambiamenti climatici e tensioni geopolitiche. Una serie di elementi che hanno inciso sulla flessione produttiva e la riduzione a 74mila degli ettari dedicati.
Uno scenario in tensione dove resistono Spagna e i Paesi del Benelux come poli produttivi consolidati, mentre Grecia e Polonia si stanno affermando come nuovi protagonisti. Allargando lo sguardo la produzione dell’Unione Europea rappresenta l’11% di quella mondiale. Ma cosa succede nel mondo? La produzione totale è pari 9.2 tonnellate (1,2 in Europa) e soprattutto si registra una crescita del 37%. Evidenti ritmi differenti con il vecchio continente.
La ricetta?
Per consolidare il settore Binard sottolinea "l’importanza di rafforzare la fiducia dei consumatori nella qualità e nel gusto delle fragole, mantenendo un rapporto costante durante tutto l’anno". Un approccio che gli europei stanno seguendo come dimostra la "risposta in modo proattivo ai rigorosi standard imposti dall’Ue in materia di sostenibilità, sicurezza alimentare e conformità normativa. Una collaborazione più stretta lungo tutta la filiera e una maggiore consapevolezza a livello europeo potrebbero permettere al comparto di valorizzare pienamente sia i benefici per la salute che il basso impatto ambientale delle fragole".
Insomma puntare sulla fragola green sottolineando che "oltre al loro valore economico, offrono benefici significativi per la salute e l’ambiente, e meritano un riconoscimento più chiaro e duraturo da parte dei consumatori per il valore sociale che il settore rappresenta".
Il commercio interno
Il 60% della produzione totale europea, parliamo di 1,2 milioni di tonnellate, resta all’interno degli Stati membri dove viene coltivata. Il dato interessante ed emergente, anche in Italia (leggi), è la disponibilità continua durante tutto l’anno, grazie a un flusso stagionale che parte dal Sud Europa nei mesi invernali e si sposta verso il Nord nei mesi estivi. Questa organizzazione consente di mantenere una presenza costante del prodotto sugli scaffali.
Vediamo i numeri: Il commercio intra-Ue vale 400mila tonnellate scambiate per un valore complessivo di 1,3 miliardi. Le importazioni da Paesi extra-Ue restano contenute, non superando le 20mila tonnellate, e hanno subito una contrazione del 22% nell’ultimo decennio.
Leader tra i piccoli frutti, ma crescono tanto i mirtilli
Le fragole mantengono una posizione dominante tra i piccoli frutti, in Europa superano le 800mila tonnellate scambiate, e le fragole rappresentano ancora il 48% di questo volume. Tuttavia, i mirtilli stanno registrando una crescita significativa, arrivando a rappresentare il 31% del commercio intra-Ue.