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Logistica e Trasporti

Guerra e trasporto merci, cosa sta succedendo

Sui cargo al rialzo i noli e poco spazio in stiva. Aumentano le tariffe a Suez, a rischio i treni che arrivano dalla Cina

Non c’è pace, nemmeno per i trasporti e la logistica delle merci. Gli eventi bellici in Ucraina stanno avendo ricadute su un settore che, causa pandemia, ha già affrontato due anni di difficoltà continue. Ci sono disagi e incognite ovunque: via aerea, via mare, su gomma, su rotaia.

Preoccupano i treni dalla Cina

A preoccupare il trasporto su rotaia sono le sanzioni imposte dall’Europa contro la Russia che potrebbero interessare la merce in arrivo dalla Cina verso l’Unione europea: la maggior parte dei treni attraversano infatti Russia e Bielorussia. Non c’è ancora nulla di scritto, ma è prevedibile che le società europee non potranno operare con compagnie ferroviarie russe e bielorusse, le quali hanno un ruolo di primo piano nello scambio merci tra Cina ed Europa.

A sintetizzare la situazione un comunicato di ieri di Geodis: “Il trasporto ferroviario delle merci dall’Asia all’Europa è ancora effettuato attraverso il territorio russo. Mentre gli operatori ferroviari confermano che i loro servizi saranno mantenuti, c’è un elevato rischio di ritardi o sospensioni del servizio data la situazione in evoluzione. Raccomandiamo di non prenotare spedizioni ferroviarie tra l’Asia e l’Europa”.

Suez, tariffe in aumento

Un’alternativa potrebbe essere il trasporto via mare, ma occorre fare i conti con le tariffe al rialzo entrate in vigore oggi (primo marzo) per passare il Canale di Suez. A seconda della dimensione e della categoria della nave, si parla di un incremento tra il cinque e il dieci per cento. Mel merito, le petroliere subiscono un aumento del 5%, le cisterne per gas naturale liquefatto del 7% e quelle per Gpl e per prodotti chimici del 10 per cento. Le porta-container subiscono un aumento del 10% solo in direzione nord, mentre la tariffa resta invariata in direzione sud.

Cargo aereo, aumentano noli e ritardi

Sono numerosi i camionisti bloccati

Non va meglio per la merce che viaggia su gomma. L’invasione russa, soprattutto nei giorni scorsi, ha colto impreparati circa 12mila camionisti stranieri in transito o in consegna in Ucraina. La maggior parte è riuscita a valicare le frontiere occidentali, sono aperte quelle per la Romania, l’Ungheria, la Slovacchia e la Polonia, mentre i passaggi per la Bielorussia sono chiusi. Alcuni camionisti, colti dal panico, hanno abbandonato i veicoli in Ucraina, così come non mancano gli autisti bloccati al confine tra Russia e Ucraina. Per sanare la situazione e mettere tutti in sicurezza, l’International road transport union (Iru) ha chiesto quattro interventi urgenti: visti di transito per il personale di tutte le nazioni che sta rientrando nel proprio paese; transito rapido dei veicoli industriali; deroghe temporanee sui tempi di guida, di riposo e di lavoro; aiuti umanitari ai conducenti bloccati.

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