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Logistica e Trasporti

Canale di Suez: riprende la viabilità, l’incidente è risolto

Nel pomeriggio di oggi la situazione sembrava precipitata. Le navi in attesa sono circa 370, almeno tre giorni per smaltire il traffico

L’Ansa ha da poco battuto la notizia attesa a livello mondiale: la Ever Given, il portacontainer che da una settimana blocca il Canale di Suez, ha ripreso a galleggiare e a muoversi, permettendo così di ripristinare la viabilità marittima. Il Cargo procede in questo momento alla velocità di circa un nodo ed è diretto verso il Grande Lago Amaro dove sarà ispezionato. Se il controllo darà esito positivo, potrà riprendere il suo viaggio verso Rotterdam.

La giornata di oggi non è stata priva di colpi di scena: stamattina si era detto che, grazie anche alla luna piena che nella notte scorsa aveva favorito l’alta marea, il cargo era stato disincagliato. Il che non significava che l’incidente fosse del tutto risolto, ma i segnali sembravano positivi.
Durante la giornata le operazioni di soccorso sono proseguite, finché la situazione è nuovamente precipitata: nonostante la mobilitazione di almeno una dozzina di rimorchiatori e draghe per aspirare la sabbia, la nave nel primo pomeriggio si era messa nuovamente in diagonale, bloccando di nuovo il Canale.
Poi la lieta notizia. Ma il peggio, per molti, deve ancora venire.

Almeno tre giorni per smaltire il traffico marittimo

Nel Canale, a causa dell’incidente, si è infatti creato il grande caos. Secondo la Suez Canal Authority (Sca), ci sarebbero circa 370 navi, comprese 25 petroliere, a bloccarne le due estremità: attendono tutte di ripartire, ma al momento non esiste una tabella di marcia. Tra l’altro, almeno una ventina delle navi sarebbero adibite al trasporto bestiame: secondo la ong (organizzazione non governativa) Animals International sarebbero almeno 130mila animali, per lo più pecore, molti dei quali caricati a inizio marzo dalla Spagna (almeno cinque navi) e dalla Romania (tredici navi) destinati al mercato del Medio Oriente. Ci sono quindi anche problemi di ordine igienico-sanitario da gestire.

Danni che aumentano, ma il greggio perde quota

Secondo la Sca, con lo stop forzato del Canale, l’Egitto perde circa 13-14 milioni di dollari di entrate ogni giorno. Inoltre ci sono i danni per gli armatori: alcuni hanno infatti deviato il traffico delle navi, il che ha un costo tra i  300mila e i 600mila dollari, dunque circa 254-500 mila euro. Secondo quanto riporta il Sole24Ore, però, si iniziano a vedere gli effetti positivi della buona riuscita delle operazioni di disincagliamento: il prezzo del greggio del Texas è infatti sceso sotto la soglia dei 60 dollari, con un calo del 2,2 a 59,5 dollari al barile. Sempre secondo il Sole, arretra anche il Brent del Mare del Nord: 63,3 dollari al barile, -1,9 per cento.

Coldiretti, salvo il made in Italy

“La riapertura del passaggio navale aiuta la ripresa delle spedizioni made in Italy verso Pechino – commenta Coldiretti – Possono così riprendere il loro viaggio tutti i principali prodotti nazionali confezionati, dal vino all’olio extravergine, trasportati via nave in Asia. La ripartenza del canale di Suez è strategica per l’intero mercato mondiale delle materie prime agricole, già in tensione per effetto della pandemia ed è vitale anche per gli effetti sui prezzi dei carburanti e della logistica. Questi ultimi incidono fino al 35% sul totale dei costi di frutta e verdura“.

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