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Castagno, successo per il convegno Slow Food

La castanicoltura è stata al centro di un convegno organizzato venerdì scorso a Mombasiglio (CN), nell’ambito del gemellaggio tra la Condotta Slow Food Monregalese Cebano Alta Valle Tanaro e Pesio e quella di Soverato Versante Jonico. Per l’occasione, esperti e studiosi si sono confrontati sul castagno attraverso un approccio variegato e interdisciplinare. Dopo un richiamo al fatto che la castanicoltura sia radicata a Mombasiglio fin da tempi remoti, Ettore Bozzolo della Comunità del Cibo “Custodi dei Castagneti della Valle Mongia” ha evidenziato l’importanza della castanicoltura sotto diversi aspetti, in particolare per gli ambititi turistico, storico e culturale. Marisa Gigliotti e Vincenzina Scalzo, della Comunità del Cibo “Castagne e Pastille di Serrastretta” (CZ), hanno poi ricordato l’importanza di preservare i castagneti dall’abbandono, rimarcando le similitudini paesaggistiche e culturali tra i territori cuneesi e quelli calabresi. Franco Andreoni della Comunità del Cibo “Castanicoltori della provincia de La Spezia”, ha richiamato l’attenzione sulla biodiversità delle proprie coltivazioni, che contano oggi 47 varietà differenti di castagne. Luigi Vezzalini, coordinatore tecnico dell’Associazione Nazionale Città del Castagno, si è invece occupato del problema del cinipide, che sta affliggendo centinaia di ettari di castagneti in tutta Italia. Sono inoltre intervenuti Luca Ghisolfo, responsabile del Presidio Slow Food della Castagna essiccata nei tecci di Calizzano e Murialdo, i giovani neolaureati Mattia Maruca e Virginia Castiglione (illustrando le loro tesi incentrate rispettivamente sulle sfumature etno-antropologiche della castanicoltura e sul recupero architettonico di un vecchio essiccatoio) e Fabio Bertolucci, che ha presentato il Presidio Slow Food della Marocca di Casola, pane locale tradizionale realizzato con la farina di castagne.

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