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Trend e Mercati

Ig locali e lotta agli sprechi: il food per i giovani emiliano-romagnoli

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Autore Redazione

McDonald’s, Qualivita e Origin Italia: una ricerca condotta da AstraRicerche sulla transizione ecologica nell’agroalimentare

Sensibilità per le tematiche sociali, attenzione all’impatto ambientale della filiera e forte orgoglio per le Dop e Igp regionali sono gli elementi su cui costruire la filiera agroalimentare del domani: è quanto emerge dallo studio condotto da AstraRicerche per McDonald’s sulle aspettative e i comportamenti dei giovani emiliano-romagnoli (15-25 anni) quando si parla di transizione ecologica nell’agroalimentare.

I dati sono stati presentati all’incontro “Dalla produzione al consumo, la sfida dell’agroalimentare di qualità verso la transizione ecologica”, organizzato da Fondazione Qualivita e Origin Italia in collaborazione con McDonald’s Italia.

Il rapporto con il cibo

Per gli appartenenti alla GenZ (generazione Z) la rilevanza dell’alimentazione (per il significato attribuito, i valori e per le emozioni suscitate) è cresciuta molto negli ultimi cinque anni (45%) ed è testimoniata dall’interesse a spostarsi per visitare fiere a tema, sia all’interno della propria regione (33%) che in altre regioni (21%, contro 26% per la GenZ emiliano-romagnola).

La stessa generazione Z si caratterizza anche per grande attenzione alla sostenibilità (ambientale e sociale, rilevante per 7 su 10) e allo stesso tempo per una certa diffidenza nei confronti degli annunci che le aziende fanno in questo ambito, si fidano davvero solo 4 intervistati su 10. La diffidenza è diffusa anche in Emilia-Romagna, dove le percentuali tra i giovani salgono di un paio di punti.

La sostenibilità legata al cibo è un tema importante per tre quarti degli italiani, in tutte le sue declinazioni (77.8% per l’ambientale, 72.9% per la sociale, 74.0% per quella economica), con una maggiore attenzione da parte delle donne (+8% rispetto agli uomini). Molto interessante il rapporto della GenZ emiliano-romagnola con questo tema: grande attenzione a quella sociale (80%) e ambientale (74%), molto meno a quella economica (66%)

Cosa vuol dire impatto ambientale della filiera?

Dallo studio emerge che, quando si parla di sostenibilità nell’agroalimentare, la maggior parte della popolazione emiliano-romagnola la associa in primo luogo a tematiche ambientali (56% degli intervistati e ben il 60% della GenZ locale), seguita da tematiche sociali (23%, per la GenZ emiliano-romagnola 20%) ed economiche (21%, per i più giovani della regione 20%).

L’Emilia-Romagna si discosta dalla media nazionale quando si parla di impatto negativo delle diverse fasi della filiera, mettendo al primo posto il packaging (48% – quinto a livello nazionale), seguito da spreco alimentare (47%), trasporto (45%) e lavorazione industriale (44%). La GenZ emiliana, invece, resta più fedele al trend nazionale, indicando come primo aspetto lo spreco alimentare al (58%), seguito da trasporto (45%) e packaging (32%).

Cosa significa locale?

Transizione ecologica significa anche valorizzazione del cibo e delle eccellenze locali. In questo, gli emiliano-romagnoli si distinguono particolarmente per il loro forte orgoglio e legame con il territorio, per cui prediligono le tradizioni culinarie locali rispetto ai cibi provenienti dall’estero (40% rispetto al 33% della media nazionale). Per loro, cibo “locale” significa davvero “vicino”: in particolare della propria provincia o addirittura del proprio comune (39%).

Il cibo locale è, inoltre, percepito come parte di sé e rilevante per la propria identità personale, lo è in misura forte per il 28% dei residenti nella regione, contro il 21% nazionale.

Si tratta di dati sicuramente guidati dalla rilevanza del comparto per la regione: in Emilia-Romagna sono registrati 74 prodotti di qualità territoriale Dop Igp con un valore di oltre 3,5 miliardi di euro e più di 16mila operatori impiegati in filiere vero e proprio simbolo del made in Italy.

Ecco perché è molto elevato il livello di fiducia nelle certificazioni alimentari come Dop e Igp, garanzia per il consumatore e driver significativo nella scelta dei prodotti.

Il 74% si sente garantito negli acquisti dal marchio Dop posto sul prodotto, il marchio made in Italy è una garanzia per il 71% e ben il 67% si sente tranquillo quando acquista prodotti Igp e vini Doc/Docg. Mediamente, l’89% degli intervistati in Emilia-Romagna (l’86% se si considera la GenZ) afferma di conoscere le eccellenze italiane.

Ma il vero e proprio amore è per i prodotti regionali: gli emiliano-romagnoli superano la media nazionale di 10 punti percentuali per apprezzamento di Parmigiano Reggiano Dop e Aceto Balsamico di Modena Igp.

La filiera lunga

Da qualche anno la ristorazione è entrata a far parte della filiera dell’agroalimentare, di cui rappresenta l’anello di congiunzione tra produzione e consumo.

In questo scenario la ristorazione in Italia ha un’immagine molto positiva: è considerata parte fondamentale dell’economia (76,3%), in grado di dare lavoro (72,8% – percentuale che in Emilia-Romagna sale al 77%) e con un forte e positivo impatto sull’alimentazione nel nostro Paese. Ha reso possibile l’accesso a prodotti alimentari speciali (per qualità, tipicità, …: 64%) e a cibo di alta qualità a prezzi ragionevoli (61%).

Inoltre, dalla ristorazione ci si aspetta un rapporto positivo con il consumatore in termini di educazione agli stili alimentari (64,6% – in Emilia-Romagna si supera il 66%) e di ‘spinta’ a essere cittadini responsabili (67,1% – in Emilia-Romagna si supera il 68%).

Il 67,1% desidera che la politica ambientale dei locali in cui si reca sia ben esplicitata, il 64,9% preferirà i punti di ristorazione che lo faranno e il 60.6% presta già attenzione al fatto che siano impegnati per ridurre l’impatto ambientale, percentuale che sale al 64% in Emilia-Romagna e al 66% per la Generazione Z nella regione.

“In questi anni McDonald’s è riuscito a portare al grande pubblico le eccellenze del made in Italy, tradizionalmente considerate di nicchia, riuscendo a educare i clienti sulla qualità e sui prodotti italiani – afferma Mario Federico amministratore delegato McDonald’s Italia – Così oggi, in uno scenario mutato, cogliamo la nuova sfida della transizione ecologica, un percorso che dobbiamo cogliere insieme a tutta la filiera agroalimentare, di cui noi siamo l’ultimo anello, il vero punto di contatto con le giovani generazioni. Io credo che la ristorazione in questo abbia un ruolo fondamentale perché intercetta le esigenze dei consumatori, e può farle risalire lungo tutta la filiera suggerendo agli altri attori quali azioni concrete mettere in pratica”.

Fonte: McDonald’s e AstraRicerche

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