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Trend e Mercati

Effetto coronavirus: export in Cina -12% a gennaio

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Autore Redazione

Prandini: “A rischio la libera circolazione delle merci anche all’interno dell’Ue. Stop alle speculazioni sul cibo italiano”

A gennaio le esportazioni  made in Italy verso la Cina sono diminuite del 12% a causa dell’emergenza coronavirus. Emergenza che ha frenato i consumi nel gigante asiatico ma, allo stesso tempo, anche i flussi commerciali per i limiti posti al trasporto di persone e merci. E’ quanto emerge da un’analisi della Coldiretti, sulla base dei dati Istat relativi al mese scorso rispetto allo stesso periodo del 2019.

Una situazione, sottolinea la Coldiretti, che coinvolge direttamente l’agroalimentare dopo che le esportazioni di cibi e bevande made in Italy in Cina avevano fatto segnare il record storico nel 2019 di 460 milioni di euro, con un aumento del 5% grazie alla progressiva apertura del gigante asiatico a stili di vita occidentali.

Prima vittima il vino, il prodotto tricolore più esportato con 140 milioni di euro, ma difficoltà ci sono anche per le vendite di frutta e verdura fresca che nel 2019 erano aumentate del 25 per cento. A preoccupare, denuncia la Coldiretti, sono le speculazioni sui prodotti agroalimentari italiani in alcuni Paesi dove vengono chieste senza ragione certificazioni sanitarie su frutta e verdura provenienti dall’Italia.

“Serve un intervento delle autorità nazionali e comunitarie per fermare pratiche insensate che rischiano di far perdere quote di mercato importanti alle produzioni nazionali per colpa di una concorrenza sleale che mira a screditare i prodotti dall’Italia – afferma il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini -. Comportamenti ingiustificati che mettono a rischio la libera circolazione delle merci anche all’interno dell’Unione europea senza alcuna valida motivazione scientifica, colpendo un settore che esporta oltre 42 miliardi di euro”.

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