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Trend e Mercati

Sempre più innovazione ed esperienza, ecco il futuro della Marca del Distributore

Moderati del giornalista Gianni Riotta, i tre principali player del mondo della distribuzione moderna a confronto sulle sfide future della Marca del Distributore

Non più commodity o semplici merci, ma neanche solo servizio, il futuro è esperienza e trasformazione. È uno dei tanti messaggi che il guru della futurologia, Gerd Leonhard, ha consegnato alla folta platea presente al convegno dal titolo “La Marca del Distributore: Il valore e il ruolo per il sistema-Paese” che ha aperto la 14esima edizione di Marca, il salone internazionale della Marca del Distributore a Bologna.

E sono partiti proprio da questo spunto gli interventi di tre big del mondo della Gdo nella tavola rotonda moderata dal giornalista Gianni Riotta, grazie anche agli interventi di ospiti di eccezione come l’economista Marco Fortis, direttore della Fondazione Edison e Valerio De Molli, managing partners & Ceo di The European House – Ambrosetti.

Qui di seguito una selezione delle dichiarazioni più interessanti dei tre protagonisti della distribuzione moderna presenti alla tavola rotonda

Marco Pedroni (Coop)

“A di là dei numeri la MDD è importante perché intercetta tante aziende medio piccole che possono crescere con questo sistema, con una partnership più duratura con noi e se guardiamo bene il nostro Paese, non è fatto di grande industria alimentare ma di medio-piccola. Lo dico perché la GDO è spesso stata maltrattata: noi non siamo i cattivi che fanno chiudere i piccoli. I tempi medi dei rapporti tra Coop e nostri fornitori dei prodotti MDD sono di 10 anni”

“L’innovazione è una delle due dimensioni per far crescere MDD, l’altra è quella dei prodotti base, nei quali dobbiamo credere. Ma innovazione non significa vedere i trend di mercato, ognuno deve declinarla su di sé. A noi, ad esempio, non ci interessa fare una cosa che hanno fatto già tutti gli altri. Dobbiamo fare cose nuove come abbiamo fatto con la filiera delle carni o la costruzione di una filiera pulita dell’ortofrutta”.

“Dobbiamo aggredire non solo le tendenze ma anche il cuore, la base della MDD, questo è il modo per colmare il gap con gli altri paesi. Non bisogna fare solo nuovi prodotti per aumentare le quote di mercato: noi siamo molto parchi con i nuovi prodotti, guardiamo di più l’indice di efficienza del prodotto, quindi quanto ruotano a scaffale,  e i nostri prodotti girano l’80% in più degli altri.

MDD_TavolaRotonda_Marca

Maniele Tasca (Gruppo Selex)

“È il segmento premium che ha fatto la crescita del comparto, ci manca invece la crescita del mainstream, cioè della base dei prodotti MDD, che è fondamentale per arrivare ai livelli degli altri Paesi. In più il prezzo della MDD nei Paesi esteri è più competitivo, è pari con quello dei discounter.

“Una delle credenze fino a qualche anno fa era che l’omologazione dei consumi ci avrebbe portati all’omologazione anche del modello distributivo. Invece l’Italia ha avuto la capacità di modellare il modello distributivo in base alle diversità che ci sono in Italia. È impossibile immaginare un unico modello di supermercato e assortimento. Dobbiamo essere capaci di tarare l’assortimento per dimensioni del punto vendita e in base a dove è localizzato. Anche per la MDD è cresciuta la capacità di andarsi a prendere il mercato, il modello è maturato e abbiamo avuto capacità più di altri di andarci a prendere nicchie, vedi il biologico. Il tema della segmentazione dell’offerta, quindi, è fondamentale”

MarcaConvegno2018

Francesco Pugliese (Conad)

Noi lavoriamo molto sull’esperienza e l’innovazione. Verrà sì la tecnologia, ma non sarà mai sostitutiva dell’uomo e della sua capacità di analisi”.

“La MDD non è solo un contratto di lungo termine ma anche investimento di lungo termine con il fornitore per andare oltre e differenziarsi. Ti intergri in un ottica che non è quella del “compro meglio e ti strozzo” ma del “pianifichiamo insieme”.

“La MDD è una delle filiere che più integra agricoltura e commercio. Noi, invece, abbiamo un ministero dell’agricoltura che non risolve e i problemi di una filiera che include anche l’industria alimentare”.

“Lo specchio di quello che accade in Italia lo capisci vedendo cosa succede in un punto vendita. Conad è leader in una zona disastrata come il Sud Italia, un esempio che se adatti la tua offerta in base alle esigenze del luogo puoi fare la differenza”.

“Quando si fanno delle leggi, vedi sacchetti biodegradabili, forse se ci chiamano si eviterebbero i casini che invece sono nati  e che hanno distolto l’attenzione dei cittadini su un costo che in realtà non c’è rispetto ai veri aumenti che ci sono  e che incidono più del centesimo per il sacchetto”.

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