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Prodotti

Angurie, Eleonora e Gavina portano bene all’Agricola Campidanese

Anguria sarda

L’azienda sarda tiene grazie ai prodotti “battezzati con un nome”, ma anche per avere previsto il calo dei consumi e ridotto l’offerta del 30%

Eleonora, Gavina, Maiores, Corallo e anche il nuovissimo melone liscio (lo avevamo anticipato a giugno) in cerca di nome su Facebook (anche se si propende per Mariano) danno soddisfazione ai soci di Agricola Campidanese che sul mercato si presentano con successo con il brand di L’Orto di Eleonora. Questa frutti della terra sarda con nome e cognome conquistano i consumatori, ma stentano “in questa annata anomala le angurie tradizionali”. Parole di Salvatore Lotta, direttore commerciale dell’azienda, a myfruit.it

Giù le angurie tradizionali, bene le angurie con nome e cognome

Anguria sarda

L’anguria Eleonora

Vanno bene meloni e angurie firmate? “Non direi firmate, ma prodotti riconosciuti dal consumatore per la loro eccellente qualità”. Non è una precisazione da poco quella del manager sardo, Lotta vuole sottolineare che il marketing da solo non basta per vincere nel mercato se manca la qualità. “Soffrono quei prodotti dove non è percepita e riconosciuta”.

Gavina ed Eleonora: le primedonne dell’Orto

Svettano le due primedonne dell’Orto: “Gavina è un’anguria di altissima qualità, le persone riconoscono questa eccellenza – sottolinea Lotta -. Lo stesso discorso vale per Eleonora per la quale si percepisce l’altissima qualità che fa guadagnare un valore superiore. Con questi due prodotti a livello nazionale stiamo andando bene, il grado brix di Eleonora oscilla tra i 14 e i 15”.

Si punta sul liscio con Mariano, il melone super dolce

Melone liscio sardo

Mariano, sarà forse questo il nome del nuovo melone liscio sardo

E’ una prova” quella del melone liscio per Salvatore Lotta, ma questa prima raccolta sembra ben riuscita. Su Facebook con le foto del frutto si chiedono suggerimenti sul nome, ma dovrebbe spuntarla Mariano, un tributo ad Eleonora perché era il padre della sovrana medioevale alla guida del Giudicato di Arborea. “Abbiamo investito in sei ettari, tutti dedicati a questo test con risultati superlativi come conferma il grado brix che va dai 17 ai 18”. La campagna 2020 è tutta per la domanda sarda e si ferma a tremila quintali. Si tratta di un primo spot per un bel lancio nel 2021 con l’incremento degli ettari dedicati. “E’ stato provato e prenotato da importanti buyer ed avrà un gran sviluppo anche in termini quantitativi”.

Campagna 2020 improntata alla prudenza: un taglio alla produzione. Per Gavina più domanda che offerta

Sarà un luogo comune ma la qualità paga: “Questo elemento ci sta salvando”. La campagna 2020 è stata infatti improntata alla prudenza: “Noi abbiamo deciso di ridurre le produzioni e oggi non abbiamo i magazzini carichi, stiamo ritirando quello che avevamo programmato e non lasciamo del prodotto non raccolto nei campi”. Il manager traduce questa strategia in termini commerciali: “Non ci sono perdite, ma solo qualche ammanco nel fatturato. Era fondamentale tenere botta e riuscire a sopravvivere”. Insomma mettere in sicurezza tutte le aziende agricole. Anche a costo di perdere qualcosa, per esempio, con Gavina per la quale la domanda supera l’offerta.

Per affrontare il lockdown un piano con riduzione del 30 per cento

Più in specifico Lotta spiega come hanno affrontato il post lockdown: “Abbiamo programmato secondo lo scenario ipotizzato ovvero la mancanza di turisti sia in Sardegna sia in tutt’Italia, e più difficoltà a vendere il prodotto all’estero. I Paesi del Nord Europa hanno comprato soprattutto prodotto spagnolo, noi per fortuna abbiamo programmato il 30% in meno”. Sul fronte interno: “Tutta la Gdo registra un calo dal 10 al 15% quindi anche noi abbiamo sofferto questa caduta dei consumi. Poi la mancanza dei turisti, persone spensierate e con buona capacità di spesa”.

I prezzi tengono: Gavina dagli 80 ai 90 centesimi, Eleonora sui 65

Oltre la quantità conta la qualità della vendita: “Se un ‘anguria tradizionale con i semi è intorno ai 20 centesimi Eleonora quota 60/65 centesimi e Gavina viene pagata dagli 80 ai 90 contro i 15 massimo 30 di una mini anguria normale”. Ancora la qualità paga: “Se il cliente la compra vuol dire che è un prodotto unico, non si può chiamare mini anguria ma Gavina così come c’è la bibita dolce e colorata e poi la Coca Cola”. Per quanto riguarda i meloni: “Corallo si vende da 1,2 euro, mentre Maiores sta intorno agli 0,80-0,90 euro”.

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