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Suriano (Planitalia): “Ulteriore incremento delle nostre cultivar di fragole”

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Autore Redazione

Sabrina, Sabrosa e Melissa, ultima arrivata. Sono le tre coltivar di fragole di Planitalia, filiale italiana della spagnola Planasa. il punto del suo direttore generale Carmela Suriano

“Considerata l’attuale richiesta di piantine da parte dei produttori, prevediamo un’ulteriore incremento dell’utilizzo delle nostre cultivar per la realizzazione dei fragoleti nelle regioni meridionali”. È quanto afferma in una nota Carmela Suriano, nota produttrice di fragole in Basilicata, presidentessa del Club Candonga e qui nelle vesti di direttore generale di Planitalia, la filiale italiana della spagnola Planasa, leader mondiale nella ricerca e produzione di materiale vivaistico.

Vivai Planasa

Vivai Planasa

Nel suo punto della situazione sullo stato dei vivai e delle cultivar in produzione, la Suriano sottolinea come l’80% dei produttori meridionali utilizzi la tipologia di pianta fresca, “prodotta in vivai di altura in diversi areali europei. Le condizioni pedoclimatiche di queste aree, unitamente alle tecniche colturali adottate dalla Planasa, consentono di offrire ai produttori piante già pronte per la messa a dimora nei primi giorni di ottobre. Le piante vengono trapiantate subito dopo l’estirpazione e non subiscono lunghi periodi di frigoconservazione. I fragoleti realizzati in autunno con l’ausilio di tunnel serra, entrano in produzione già nelle prime settimane dell’anno, garantendo una produzione scalare e con frutti omogenei e dalle ottime caratteristiche organolettiche”.

Sabrosa e Sabrina sono le cultivar di fragole più importanti di Planasa, nonché anche le più richieste dai produttori meridionali. “Nella scorsa campagna le due cultivar rappresentavano il 77% del panorama varietale del Sud Italia. La Sabrosa, commercializzata con i marchi Candonga® e Candonga Fragola Top Quality®, è largamente diffusa in Basilicata e impiegata nell’80% delle superfici. La Sabrina invece, è la varietà di riferimento per la Campania, con il 70%, e la Calabria, con il 64%”.

C’è poi l’ultima arrivata, Melissa, cultivar che “grazie alla sua rusticità, è adatta per la realizzazione di impianti gestiti con metodi di agricoltura biologica, in crescita negli areali meridionali. Inoltre – conclude Carmela Suriano – la spiccata precocità della cultivar consente, diversificando le tipologie di pianta, di estendere il periodo di produzione permettendo così ai produttori di prolungare la loro presenza sui mercati”.

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