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Dall’oblio al successo attraverso la DOP. Il caso del pomodoro San Marzano

La crisi negli anni ’80, poi la rinascita con la certificazione di origine. Un successo per gli agricoltori di 41 comuni campani

Trecento ettari, 110 mila quintali di pomodori certificati, 16 cooperative agricole, 18 industrie di trasformazione e 41 comuni coinvolti tra le province di Salerno, Napoli e Avellino. Il quotidiano il Mattino, nell’edizione di Salerno, traccia un bel quadro del cosiddetto “oro rosso”, vale a dire il pomodoro San Marzano, che nell’Agro Sarnese Nocerino ha trovato l’habitat ideale, non solo dal punto di vista colturale, ma anche imprenditoriale.
Oggi le esportazioni volano, frutto anche delle naturali sinergie con prodotti di eccellenza come la mozzarella di bufala e la farina, quindi con la pizza, ma negli anni ’80, come ricorda il quotidiano campano, il quadro era completamente diverso, se non opposto: toccò, infatti, i minimi storici produttivi, quasi lasciato nell’oblio a causa anche di tecniche colturali troppo onerose. Poi, con la nascita del Consorzio locale e il raggiungimento della DOP nel 1996, il rinascimento, il successo in tutto il mondo, tanto che le contraffazioni oggi sono diventate un urgente problema da risolvere secondo il presidente Pasquale D’Acunzi.
Una storia, quella del pomodoro San Marzano e di questo specifico areale di produzione, che unisce amore per il territorio, rinascita del turismo e resistenza degli agricoltori, che anche da queste parti, specie se piccoli, hanno capito l’importanza dell’unione per affrontare il mercato, attraverso la forma cooperativa.

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