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Politiche agricole

Slitta il Nutriscore, siamo salvi?

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Della proposta di regolamento Ue prevista per fine 2022 si riparlerà nel secondo trimestre 2023. Decisivo il no dell’Italia

Il Nutriscore, l’etichetta fronte-pacco a semaforo che usa i colori dal rosso al verde e una scala da A a E per promuovere o bocciare gli alimenti, non è più un problema di brevissimo periodo.
E’ infatti slittata al secondo trimestre del 2023 la presentazione della proposta di regolamento che la Commissione europea avrebbe dovuto preparare entro la fine del 2022.

Per l’Italia è un buon segnale

L’Italia, come ha raccontato nei mesi scorsi myfruit.it, pur favorevole a un metodo che armonizzi il sistema delle etichettature a livello europeo, è da sempre contraria al Nutriscore.

Si è invece sempre detta favorevole a introdurre un sistema di etichettatura che si basi sui valori nutrizionali degli alimenti e sulle quantità consigliate, in modo da rendere il consumatore consapevole nelle proprie scelte.

E pertanto, il ritardo nella presentazione del progetto è stato accolto come una buona notizia, perché non solo permette di rimandare la questione, ma soprattutto vede crescere la speranza che si possa trovare un metodo alternativo.

“Il rinvio al secondo trimestre del 2023 della presentazione della proposta di regolamento conferma le perplessità sull’etichetta a colori manifestate dall’Italia e da altri Paesi – ha sintetizzato Coldiretti – Il Nutriscore è un sistema di etichettatura fuorviante, discriminatorio e incompleto che finisce paradossalmente per escludere dalla dieta alimenti sani e naturali, eccellenze della dieta mediterranea quali l’olio extravergine d’oliva o il Parmigiano Reggiano”.

Del no all’etichetta a semaforo è pronto a fare la sua battaglia anche il nuovo Governo, soprattutto ora che il ministero dell’Agricoltura è anche quello della sovranità alimentare: “Ci sarà una ferma opposizione a qualunque strumento di classificazione che va a danno dell’agricoltura italiana ed europea”, ha detto l’europarlamentare Nicola Procaccini (FdI).

“La nuova normativa – ha aggiunto la vicepresidente dell’Europarlamento, Pina Picierno (Pd) – dovrà dare al consumatore “informazioni chiare, ma che non siano condizionanti su quello che mangia”.

Gli altri stati sfavorevoli

Oltre all’Italia, non sono sostenitori del Nutriscore la Svezia, la Danimarca e la Lituania i quali, insieme ai Paesi dello spazio economico europeo Norvegia e Islanda, usano da oltre 30 anni un bollino con il solo colore verde per gli alimenti ritenuti sani.

A chi piace il Nutriscore

Sono invece convinti sostenitori del Nutriscore la Francia – d’altro canto l’etichetta a semaforo ha origini francesi – il Belgio, la Germania e il Lussemburgo.

Gli indecisi

La Spagna ha più volte dichiarato di volere adottare l’etichetta a semaforo, ma a conti fatti il governo spagnolo è diviso sul tema. Idem l’Olanda che, pur avendo espresso pubblico apprezzamento, a oggi non la ha mai caldeggiata.

Un segnale di speranza

A dare una speranza che si possa andare oltre il Nutriscore, sono le parole di Roser Domenech Amado, direttrice ad interim della direzione generale salute e consumatori della Commissione europea. La quale, intervenendo alla tavola rotonda sull’etichettatura nutrizionale per gli alimenti organizzata dalla rappresentanza permanente dell’Italia all’Europarlamento ha riassunto: “Il Nutriscore è uno dei sistemi di etichettatura nutrizionale fronte-pacco. Ce ne sono diversi, ma questo non vuol dire che il nostro sistema sarà basato sull’etichetta a semaforo. L’importante è arrivare a una proposta equilibrata e non radicale“.

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