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Politiche agricole

La sovranità alimentare di Lollobrigida

“Il prodotto italiano è di eccellenza e lo vogliamo tutelare come fanno le altre nazioni”. Le prime dichiarazioni del neo ministro

Sottrarsi al limite europeo dei terreni incolti e battaglia al Nutriscore, l’ipotesi di etichetta nutrizionale a semaforo al centro di un dibattito in Ue e che penalizzerebbe i prodotti del made in Italy. Passa da questi due punti chiave il programma del neo ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida che ieri, in un colloquio con l’Ansa, ha illustrato il suo programma per contrastare la crisi.

“Il prodotto italiano è di eccellenza e lo vogliamo tutelare”

Sulla tavolo c’è un piano di coltivazione da un milione di ettari che dunque superi quelli concessi oggi dall’Europa che impone una quota di 200mila ettari a riposo. All’Italia servono più terreni da coltivare, non solo per contrastare la crisi ma anche durante i momenti fertili.

“È necessaria una riforma della Pac, Politica agricola comune, che si liberi dall’ideologia intrinseca del Farm to Fork, perché la sensibilità ambientale è sentita anche in Italia e il nostro Paese può dire di avere una delle agricolture da sempre più sostenibili“. Con un occhio alla filiera dei consumi che corregga la corsa dei prezzi con contratti chiari, finanziati nel Pnrr, che garantiscano ai produttori un prezzo di vendita equo.

Altro obiettivo, quindi, è “difendere i produttori agricoli da squilibri di questo tipo che pongono il settore in forte difficoltà”. E sul fronte crisi, è vero che l’agroalimentare italiano vale oltre 500 miliardi e l’export nel 2021 ha registrato oltre 50 miliardi, ma è vero anche che poggia su un sistema “estremamente debole“. Un settore che, alla prova dell’aumento dei costi delle materie prime, della pandemia e ancora poi della guerra, era già fortemente in crisi.

La difesa dell’agroalimentare italiano passa poi dalle battaglie che il Governo intende portare avanti contro il Nutriscore e contro l’introduzione di qualsiasi strumento di classificazione che – secondo Lollobrigida – è pregiudizievole per i prodotti italiani.

E, ancora, la lotta all’Italian sounding. L’agricoltura, ha aggiunto Lollobrigida, “è uno dei pilastri della nostra Nazione e il nostro obiettivo è tutelare l’economia agricola dalle aggressioni del mercato del falso che distorce miliardi di euro, rimettere al centro il rapporto con il settore per proteggere la filiera e il concetto di cultura rurale. Nel 2022 saranno oltre il 30% le aziende che chiuderanno con un reddito negativo, mentre prima della crisi le aziende con queste difficoltà erano il 7%, perché i costi adesso non sono sostenibili”.

Senza contare la siccità contro la quale Lollobrigida ha parlato di efficientamento delle risorse idriche attarverso un piano invasi, la riqualificazione e il potenziamento delle reti idriche. Ma anche la realizzazione di nuovi “e più potenti dissalatori per produrre acqua a scopo agricolo”.

La polemica sulla “sovranità alimentare”

Il cambio di nome del ministero sta provocando numerose polemiche. Ma l’associazione sovranità alimentare – sovranismo politico potrebbe non essere così cercata. Lollobrigida ha spiegato: “Non è inedito ce l’hanno anche in Francia e sono quelli che hanno difeso meglio i loro prodotti, quindi riteniamo sia completamente in linea con la vocazione che avremo anche noi, difendere i nostri prodotti“.

I motivi di questa scelta politica, nei fatti, li ha riassunti il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini: “Un impegno per investire nella crescita del settore, estendere le competenze all’intera filiera agroalimentare, ridurre la dipendenza dall’estero, valorizzare la biodiversità del nostro territorio e garantire agli italiani la fornitura di prodotti alimentari nazionali di alta qualità”.

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