Non molto tempo fa l’uva da tavola si faticava a piazzare e a volte si lasciava marcire nei filari. Ora, complici le buone quotazioni e la migliore qualità, è diventata preziosa, contesa dai mercati e dai ladri.
I furti nei vigneti sono in aumento, in Sicilia ma pure in Puglia, e la tensione tra gli agricoltori è tale che in alcuni territori si è arrivati persino a chiedere l'intervento dell’esercito per presidiare le campagne. Una richiesta, con gran sapore di provocazione, andata a vuoto. Resta il fatto che i questori e i prefetti delle provincie maggiormente colpite hanno incontrato le associazioni degli imprenditori agricoli. Sono arrivati anche i risultati: l'ultimo sequestro pesa quasi 500 chili.
A Mazzarrone nel consiglio comunale si è invocato l'impiego dei militari, no di Piantedosi
Nel corso di un recente consiglio comunale a Mazzarrone alcuni cittadini e rappresentanti politici hanno proposto di invocare l’impiego dei militari per arginare l’ondata di furti in campagna. La stessa richiesta è stata poi rilanciata in sede di Consiglio metropolitano a Catania, dove alcuni consiglieri hanno chiesto al presidente della Città Metropolitana di Catania, Enrico Trantino, di intercedere con il ministero dell’Interno.
Ma la risposta è stata netta: “Se ne stanno già occupando le forze dell’ordine competenti”, ha spiegato Trantino, ricordando che il ministro Piantedosi ha già espresso parere negativo sull’utilizzo dell’esercito per questo tipo di problematiche, considerandolo inopportuno alla luce delle attuali tensioni internazionali e delle priorità nazionali in materia di sicurezza. Questa la sintesi, a firma del consigliere comunale di Mazzarrone Enzo Cascone, del dibattito e della polemica politica sullo spinoso argomento.
Controlli intensificati dalla Questura di Catania: 420 kg di uva sequestrati
Chiaro che l’esercito non arriverà, sono però in atto interventi concreti e mirati da parte delle forze dell’ordine. La Questura di Catania ha recentemente rafforzato i controlli nei mercati e lungo la filiera agroalimentare, dando vita a una serie di azioni congiunte tra polizia di Stato, corpo forestale e polizia Locale.

Ieri l’operazione più recente a Catania nel mercato rionale di Barriera, dove gli agenti hanno sequestrato oltre 420 chili di uva da tavola priva di tracciabilità, esposta in vendita da un commerciante sprovvisto delle certificazioni obbligatorie. L’uva è stata donata alla Caritas, mentre il venditore è stato sanzionato: dovrà pagare oltre 5mila euro.
Confagricoltura: “Grazie al Questore per la risposta tempestiva”
Giosuè Arcoria, presidente di Confagricoltura Catania, che nelle scorse settimane aveva lanciato l’allarme sul numero crescente di razzie nei vigneti è subito intervenuto. “Vogliamo esprimere il nostro grazie alle forze dell’ordine, alla Questura di Catania che ha rafforzato i controlli sul territorio, per contrastare i tanti, troppi furti registrati in campagna, in particolare nell’area del Calatino”.
Arcoria ha anche ricordato che l’intervento arriva in risposta diretta alla richiesta avanzata da Confagricoltura e sostenuta da diverse amministrazioni comunali locali, tutte preoccupate per un fenomeno che, oltre al danno economico, mina la fiducia nella legalità e mette a rischio la reputazione della filiera.
Il problema riguarda anche l’Agrigentino: l’allarme del consorzio di Canicattì Igp
Ma il fenomeno non è circoscritto al catanese. Anche nelle campagne dell’Agrigentino si moltiplicano i furti e gli atti vandalici. Una delegazione del consorzio di tutela dell’uva da tavola di Canicattì Igp, guidata dal presidente Marsello Lo Sardo e dal vicepresidente Giovanni Giglia, ha incontrato nei giorni scorsi il prefetto di Agrigento Salvatore Caccamo per sollevare la questione.
Durante il confronto, i rappresentanti del Consorzio hanno sottolineato come le continue razzie nei vigneti e i danneggiamenti non solo minacciano la sostenibilità economica delle aziende agricole, ma rappresentano anche un rischio per la sicurezza alimentare dei consumatori.
Il mercato nero della frutta
Il sequestro a Catania è solo l'ulteriore conferma che spesso l’uva rubata nei campi finisce nei mercati paralleli, priva di etichette, tracciabilità e controlli sanitari. Una filiera che danneggia i produttori onesti e semina insicurezza nelle campagne.
Il valore dell’uva sul campo è aumentato. La conferma a myfruit.it da Pietro Giudice della Società Cooperativa Verde Mediterraneo che coltiva e vende l'uva del ragusano: "Qui da noi il problema si sente meno grazie alla recinzione dei terreni. Chiaro che oggi l'uva vale più degli ortaggi e l'attenzione si concentra su questo prodotto. L'uva si sta vendendo bene, noi per il 90% la esportiamo nei mercati dell'Europa orientale". Insomma un prodotto valorizzato e che fa sempre più gola oltre che ai consumatori ai ladri.