Logistica e Trasporti

10 ottobre 2025

Tregua a Gaza, Suez torna protagonista?

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Dopo lunghi mesi di instabilità lungo una delle principali arterie del commercio globale, il segnale di distensione in Medio Oriente cambia nuovamente le carte in tavola. La tregua annunciata tra Hamas e Israele, oltre a rappresentare una notizia rilevante sul piano geopolitico, potrebbe avere effetti concreti – e immediati – per il trasporto merci globale.

Lo scenario 

Dal punto di vista logistico, la notizia riveste un certo rilievo: per via dei rischi in mare connessi al conflitto, quando quasi tutte le compagnie di navigazione avevano scelto di evitare il Mar Rosso, preferendo la lunga e costosa rotta attorno al Capo di Buona Speranza

La tregua potrebbe quindi ripristinare una rotta più efficiente costi maggiori, transiti allungati e un’inevitabile incertezza nella pianificazione delle consegne diventerebbero un ricordo. 

Con il possibile ritorno alla piena operatività del Canale di Suez, si apre un nuovo scenario: più spazio in stiva, tratte più corte, maggiore capacità e il ribasso sui noli. Un mix che per gli esportatori può tradursi in una boccata d’ossigeno dal lato dei costi.

Il ritorno (possibile) di Suez

Secondo l'Autorità del Canale di Suez, la tregua dovrebbe portare a un cessate degli attacchi nel Mar Rosso, rendendo di nuovo sicura la rotta che collega Asia ed Europa attraverso il Canale. Prima della crisi, oltre 70 navi al giorno lo attraversavano; durante il picco dell’instabilità, questo numero si era più che dimezzato.

Questo scenario aveva di conseguenza gonfiato i noli – spinti anche dall’aumento delle tonnellate/miglia percorse – e fatto salire alle stelle le assicurazioni war risk per operare in quell’area. Oggi, il rientro nella normalità può voler dire anche la fine di quei premi extra.

Il ritorno alla normalità non sarà immediato. Per ora, la variabile sicurezza rimane una questione aperta.

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