Retail

07 maggio 2025

Supermercati LuLu, opportunità per l’ortofrutta italiana

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Più di 270 punti di vendita in 10 paesi, come Kuwait, Qatar, Oman, Baharein, Egitto, Indonesia. Sede ad Abu Dhabi, 1 milione di clienti l’anno, 70mila dipendenti, e-commerce diffuso in nove Stati

Sono alcuni dei numeri che fotografano LuLu Group International, insegna della grande distribuzione leader nel Middle East, India e Far East. Un mercato molto interessante anche per le aziende italiane del mondo agroalimentare, a partire da quelle del settore ortofrutticolo, da qui la decisione di presentarsi ufficialmente al Macfrut

“Abbiamo uffici acquisti presenti in 24 Paesi nel mondo, a Milano dal 2022", ha spiegato Muhammed Fahim, direttore Europa di LuLu Group International. Dall’Italia esportiamo circa 10 milioni di euro di merce, principalmente di frutta e verdura. Siamo stati fino al 2024 un’azienda familiare, poi nel 2024 siamo entrati in borsa e il nostro ruolo nel mercato del Medio Oriente è cresciuto notevolmente”.


Un mercato dove il brand è fondamentale

“Il Medio Oriente è un mercato molto attento al brand: i clienti preferiscono la qualità garantita dei marchi che esportiamo dall’Europa perché sono molto conosciuti” ha affermato il manager elencando quelli che sono i prodotti ortofrutticoli più richiesti dall’Europa e dall’Italia in particolare: mele in primis, soprattutto rosse, uva da tavola e agrumi. “Grazie alla nostra rete di uffici acquisti cerchiamo di tenere frutta e verdura tutto l’anno, indipendentemente dalla stagione”.

Una sfida da testare per le aziende italiane

C’è già chi lavora in quell’area e con LuLu in particolare tra le realtà italiane del mondo ortofrutticolo, come emerso durante una tavola rotonda. “Melinda negli ultimi 3-4 anni  sta investendo nel Medio Oriente”, ha spiegato Andrea Dominici, export manager del famoso consorzio melicolo trentino. 

“Ci siamo focalizzati sui Paesi del Golfo Persico, dove è presente Lulu perché sono paesi target anche per noi, essendo orientati al brand. Stiamo cercando attraverso attività di trade marketing di incrementare il nostro sell-out". 

Anche per Jingold, uno dei brand italiano di kiwi più esportati all’estero, questa area può rappresentare un’opportunità nel futuro secondo Moreno Armuzzi, marketing e sales manager: “Per ora le nostre esportazioni in Medio Oriente sono limitate, ma essendo una zona orientata alla marca pensiamo di poter ambire ad aumentare la nostra penetrazione, soprattutto con il kiwi giallo e rosso, portando quindi qualcosa di nuovo”. 

Positivo anche per La Grande Bellezza Italiana, rete di imprese che unisce sei realtà del settore, l’esperienza sino ad ora con Lulu Group. “Abbiamo fornito a Lulu susine pesche e mele. Anche via aerea: una bella sfida ma con ottimi risultati” ha affermato Eraldo Barale di Op Joinfruit. “Stiamo lavorando insieme per sviluppare un lavoro che non sarà di volumi quando di grande valore aggiunto.

La logistica, un tema centrale

Ovviamente quando si parla di esportazioni Oltremare per l'ortofrutta il tema della logistica è fondamentale, se non dirimente, i prodotti sono altamente deperibili e la situazione politica è spesso molto incerta. “La situazione attuale dal punto di vista geopolitico è difficile da interpretare” ha affermato Gabriele Pietrini, marketing manager di Dcs Tramaco, che ha illustrato tutti gli avvenimenti che hanno reso difficile esportare, anche nel Middle East, negli ultimi anni: dal post Covid, con la mancanza di containers che ha fatto schizzare in alto i costi di spedizione, sino alla crisi del Mar Rosso, che ha dilatato il transit time

A giugno, però, dovrebbe partire un servizio intermodale, che unisce gomma e nave. “Da Verona si carica la merce sul treno e in 10 ore arriva a Gioia Tauro. Da qui, espletate le operazioni doganali e di imbarco ci vogliono 8 giorni di nave per arrivare in Mar Rosso”.

Cosa cerca il consumatore?

Nei supermercati e ipermercati LuLu, quasi tutti intorno ai 10mila metri quadrati, lo scontrino medio è decisamente elevato in alcuni Paesi. “Sono supermercati molto belli da vedere, ordinati, sempre molto curati, anche nel reparto ortofrutta” ci ha spiegato Alessandro Simone, country manager per l’Italia di LuLu, che ha chiuso la serie degli interventi. “Nei nostri negozi non vengono solo clienti locali, ma da tutto il mondo". Ma perché la ricerca del brand è così importante? "Perché sinonimo di garanzia per un consumatore che invece fa più fatica a capire la differenza delle caratteristiche dei prodotti provenienti da un Paese all’altro dell'Europa”.

La merce viene spedita via nave ma anche via aerea, sebbene in questo caso bisogna fare molta attenzione alle compagnie in grado di gestire la temperatura dei prodotti non solo lungo il trasporto ma anche all’arrivo in questi Pesi. “Lo sbalzo termico tra freddo e calso può deperire frutta e verdura in modo importante”. 

È un mercato anche per piccoli produttori? “Nel fresco facciamo fatica a lavorare con singoli produttori, meglio se fanno parte di Op o reti di imprese”. Funziona il bIologico? 

“In LuLu il prodotto italiano ed europeo in generale appartiene alla fascia premium e quindi anche il biologico funziona, soprattutto se confezionato. Nel caso di frutta e verdura ci stiamo lavorando, anche se in questo caso la maggiore deperibilità è un problema per il trasporto”. 

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