Il (presunto) piromane dell'Ortomercato di Milano è stato beccato dalle telecamere e gli investigatori hanno ricostruito uno scenario inquietante dietro il gesto di far fuoco ai capannoni. Giovanni Oliva, mulettista di 59 anni, è stato arrestato, l'accusa è di incendio doloso, ma chi guida le indagini pensa sia l'esecutore di un disegno pensato da altri. Gli inquirenti, hanno ricostruito un movimento di 140mila euro dell'arrestato, un assegno e un versamento su un conto corrente, e pensano siano soldi legati all'evento criminale.
Quella notte di marzo, qui l'articolo di myfruit.it, le fiamme avevano avvolto il capannone gestito dalla società "Maia orto frutta”, di proprietà di un imprenditore egiziano, e quello dell’Orto di Jack, gestito da una società italiana, qui l'intervista dopo i fatti, proprietaria anche di “New gala frutta srl” dove l'operaio arrestato qualche giorno prima dell'attentato.
Una matassa tutta da sbrogliare
Come si legge nell'edizione milanese di Repubblica: "Subito dopo l’incendio i responsabili delle due società sono stati sentiti dai carabinieri e non hanno nascosto i sospetti reciproci. Soprattutto l’imprenditore egiziano - già in passato indebitato con Sogemi - pare abbia fatto riferimento con convinzione alle discussioni con il collega a cui aveva lasciato il capannone. Il piromane mulettista aveva appiccato le fiamme proprio al centro dei magazzini delle due ditte: forse un tentativo di sviare le indagini, rendendo difficoltosa l’identificazione dell’obiettivo reale, o più semplicemente un errore di esecuzione, con le fiamme che avevano poi distrutto quasi tremila metri quadrati di strutture e sfiorato anche un lavaggio e un distributore di benzina esterni all’Ortomercato".
Le telefonate da interpretare
La ricostruzione della vicenda è ancora tutta da chiarire e c'è capire bene tutte le mosse dei protagonisti sulla scena. Sicuramente sarà d'aiuto la tecnologia. Con le telecamere è stato individuato facilmente il presunto piromane e ora si attendono dalle telefonate elementi utili per ricostruire tutte le dinamiche.
Gli inquirenti hanno sotto analisi quattro tentativi di chiamate tra l'arrestato e un cinquantatreenne titolare di una società ortofrutticola che ha la sede nella Brianza lecchese. Quest'ultimo, mentre Oliva era a casa, secondo le celle del suo cellulare si trovava vicino all'ortomercato. Un dato da investigare. Lavoro dei carabinieri della compagnia Porta Monforte e del Nucleo investigativo coordinati dalla procuratrice aggiunta Bruna Albertini e dalla pm Maria Cristina Ria.
Il mercato di Milano è sicuramente destinato a diventare un eccellenza logistica internazionale dopo la conclusione del progetto di ammodernamento e nel sito lavorano aziende serie e protagoniste dell'economia dell'ortofrutta nazionale. Ma non mancano i problemi, oltre i disagi dei cantieri, di legalità. Dalla lettura di un articolo di myfruit.it era stata presentata una interrogazione parlamentare per fare luce su alcune zone d'ombra all'interno del mercato.