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15 maggio 2025

In Francia torna pesticida vietato: "Si usa in altri Paesi"

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Non è buono per l'ambiente, ma nella gran parte dei Paesi viene utilizzato "rendendo così meno competitive le nostre aziende". Per questo motivo i deputati francesi hanno votato per la reintroduzione di un trattamento chimico vietato dal 2018.

E' la logica della reciprocità. Una regolamentazione più severa sull'uso dei trattamenti riduce la competitività del settore agricolo nazionale, una sorta di dumping economico, secondo le associazioni dei produttori. Come in Francia anche in Italia gli imprenditori agricoli ripetono con alta frequenza la necessità di armonizzare la normativa a livello europeo e oltre i confini del Vecchio Continente. Per semplificare: regole uguali per tutti. 

L'acetamiprid in Francia è fuori legge dal 2018, si vuole riportare nei campi  

L'acetamiprid come si legge nei siti italiani è un componente degli insetticidi utilizzati per controllare una vasta gamma di insetti dannosi. Purtroppo colpisce anche gli impollinatori e per questo è stato vietato in Francia dal 2018, ma continuerà a essere utilizzato in diversi altri paesi dell'Unione Europea fino al 2033, in particolare su barbabietole e nocciole.

Una situazione di disparità che ha spinto i deputati a votare in commissione affari economici la reintroduzione in deroga del componente della famiglia dei neonicotinoidi, vietato in Francia ma autorizzato nel resto d'Europa

Si tratta di una delle disposizioni che sta provocando più discussioni e polemiche nell'ambito del disegno di legge del Senato volto a "eliminare i vincoli" all'agricoltura, che sarà discusso alla Camera francese a fine maggio.

Ritorna, ma solo per tre anni 

Attenzione non è un liberi tutti. I politici della commissione hanno dato il via libera all'autorizzazione dell'uso di questo insetticida tramite decreto, ma per un periodo limitato di tre anni e come provvedimento eccezionale per alcuni settori con il freno a mano tirato.

Oltre il limite temporale sono previste alcune condizioni da rispettare. A iniziare dall'impegno del settore agricolo ad attuare "un piano per la ricerca di alternative" ovvero si permette il riuso a causa di forti esigenze economiche legate alla minore competitività, ma l'obiettivo è  fare a meno di questi trattamenti che colpiscono anche gli insetti utili e non solo quelli dannosi. Questa la filosofia sposata dai politici francesi, anche se la minoranza di sinistra non ha esitato a denunciare questa "catastrofe per la biodiversità, la salute degli agricoltori e dei residenti locali".

Un tema che polarizza, ma "il settore non ha altra soluzione"

Il tema senza dubbio polarizza la politica e l'opinione pubblica e non tocca solo la Francia. Anche in Italia il settore più tempo per risolvere il problema attraverso la ricerca e l'introduzione di piante più resistenti e resilienti.  Uno scenario che vede l'indebolimento delle colture a causa dei cambiamenti climatici e una normativa più stringente che limita l'uso dei trattamenti chimici.  

Il relatore del testo, il deputato LR Julien Dive, ha difeso la misura che "fornisce una soluzione unica per un uso specifico in un settore che non ha altra soluzione e che si ritrova penalizzato rispetto ai suoi vicini europei".

Insomma, il problema sollevato in Italia si vive anche in Francia dove hanno innestato la retromarcia, seppure parziale e legata al rispetto di specifiche condizioni. 

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