Fruttivendoli e non solo

24 gennaio 2025

Gli alimentari chiudono, la resilienza degli ortofrutticoli

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Il fenomeno è definito desertificazione commerciale, ma altro non è che la chiusura degli esercizi di prossimità, ossia l'impoverimento dell'offerta dei beni e dei servizi per i residenti. Secondo i dati del dossier "Commercio e servizi: le oasi nei centri urbani" di Confesercenti, negli ultimi dieci anni, e cioè tra il 2014 ed il 2024, sarebbero sparite dalle cittàitaliane più di 140mila imprese attive nel commercio al dettaglio in sede fissa.

Dai negozi alimentari alle edicole che chiudono, passando per i bar e i distributori carburanti che abbassano le saracinesche, lo scenario si fa complesso per oltre 26 milioni di italiani che vivono in Comuni che hanno visto scomparire definitivamente dal proprio territorio una o più imprese di vicinato essenziali.

L'agroalimentare particolarmente colpito

Secondo i numeri, è il settore alimentare a essere particolarmente colpito: in 565 Comuni italiani, più di 3,8 milioni di persone non possono acquistare il pane in una panetteria vicino a casa. Anche per altri generi alimentari la situazione è drammatica: circa tre milioni di cittadini non hanno più un negozio di bevande, 2,3 milioni non possono più acquistare pesce fresco in una pescheria, e 1,6 milioni di consumatori non possono più contare su una macelleria di prossimità. Inoltre, quasi 800mila devono rinunciare a un minimarket nelle vicinanze. 

Tra il 2014 e il 2024, infatti, sono spariti in Italia più di mille forni (-3,9%) e 814 panetterie (-19,4%), 111 negozi di bevande (-2,2%), 468 pescherie (-6,5%). Le macellerie e le latterie hanno perso, rispettivamente, il 17,6 e il 22,6% degli esercizi.

A subire maggiormente la desertificazione degli esercizi alimentare sono i Comuni sotto i 15mila abitanti, i quali registrano una forte contrazione dei minimarket (-19%), delle macellerie (-18,4%) e delle panetterie (-17,3%). In netta flessione anche i bar. 

Nei Comuni medio-piccoli - quelli che hanno una popolazione tra i 15.001 e i 50mila abitanti – la contrazione degli esercizi colpisce soprattutto le attività di bar e simili, che registrano una diminuzione di -3.349 imprese attive in dieci anni (-8,3%). Significativa diminuzione anche per minimercati (-1.682 imprese rispetto al 2014) e macellerie (-1.276). Giù pure le pescherie (-111) e i negozi di vendita di pane (-188). Stabile, invece, il dettaglio di bevande e in crescita i forni (+11).

Nei Comuni tra i 50mila ed i 250mila abitanti quasi tutte le tipologie di attività segnano una riduzione del numero di imprese rispetto al 2014: minimercati (-1.008), macellerie (-828), panetterie (-237), con confronti in negativo anche per pescherie (-96), forni (-20) e negozi di bevande (-22).

Nelle grandi città sopra i 250mila abitanti – che in Italia sono 12, comprese Roma e Milano – diminuiscono le imprese del commercio al dettaglio di bevande (-18), le panetterie (-183), le pescherie (-18) e le macellerie (-840). 

L'ortofrutta che resiste 

E i negozi ortofrutticoli? Sempre secondo il dossier di Confesercenti sarebbero pari a  2,1 milioni i consumatori che, in Italia, non trovano più un negozio di ortofrutta in prossimità della propria abitazione. Ma, va detto, rispetto alle altre categorie il settore avrebbe una certa resilienza

Nei Comuni medio-piccoli, infatti, gli esercizi che vendono frutta e verdura hanno messo a segno un aumento i negozi: si tratta di 84 imprese in più. Nelle grandi città, invece, i negozi ortofrutticoli rimangono stabili (-2 imprese), grazie anche all’apporto dell’imprenditoria straniera. Quelli guidati da un titolare non italiano quasi raddoppiano la propria presenza nei grandi Comuni, passando da 684 a 1.138. 

Come combattere il fenomeno delle chiusure

Ortofrutta resiliente o no, occorre capire il perché della desertificazione e, soprattutto, come arginarla. Quanto al primo quesito, un ruolo importante è giocato dalla digitalizzazione: i consumatori, complice anche la pandemia, hanno scelto la via per alcuni versi più comoda, a danno delle piccole imprese. Il voler toccare con mano il prodotto - forse - ha salvato i negozi di ortofrutta. 

Quanto al secondo quesito, l'emorragia di chiusure di piccoli esercizi che rendono la vita dei cittadini un po' meno complicata si può fermare: secondo Confesercenti la ricetta è nota da tempo. Servono infatti investimenti, serve una flat tax per chi apre nelle aree desertificate, e serve la semplificazione della burocrazia. 

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