Ismea ha diffuso i dati aggiornati sui costi medi di produzione per le principali specie di frutta invernale - arance, clementine e kiwi - relativi alla campagna di raccolta 2025. Le informazioni, accompagnate da un documento di approfondimento tecnico, rappresentano una risorsa per gli operatori della filiera ortofrutticola, in particolare per quelli attivi nelle aree a maggiore vocazione produttiva.
I cluster omogenei
Il report analizza la struttura dei costi per cluster omogenei, rappresentativi delle principali aree produttive. Per quanto riguarda le arance, coltivate prevalentemente in Sicilia orientale, il costo medio di produzione si attesta a 7.018 euro per ettaro. Le clementine, analizzate nell’areale calabrese - che rappresenta il cuore produttivo nazionale per questa coltura - mostrano un costo medio di 7.874 euro per ettaro. Decisamente più elevati i costi per l’actinidia: nel Lazio, e in particolare nel distretto di Latina, la spesa media per ettaro raggiunge i 12.147 euro.
Un dato incoraggiante emerge dal confronto con i prezzi medi alla produzione, che risultano sensibilmente superiori ai costi medi per tutte le specie analizzate. Questo differenziale positivo rappresenta un indicatore chiave della buona redditività del comparto, soprattutto in un contesto segnato da sfide climatiche crescenti.
Arance: calano le superfici, crescono le rese ma frutti più piccoli
Per quanto riguarda le arance, i dati Istat indicano una superficie agricola utilizzata (sau) a livello nazionale poco sotto gli 84mila ettari, con un calo del 2,9% rispetto al 2024. La Sicilia, che da sola rappresenta il 64% di questa superficie, continua a subire gli effetti negativi del cambiamento climatico.

La tendenza alla riduzione delle ore di freddo e i periodi di siccità prolungati hanno infatti condizionato le ultime campagne. In particolare, l’annata 2024-25 ha visto un aumento del fabbisogno irriguo per garantire lo sviluppo dei frutti. Se da un lato si registra una leggera crescita delle rese per ettaro, dall’altro si evidenzia una pezzatura mediamente più ridotta rispetto agli anni precedenti.
Clementine: clima più stabile, produzione in lieve crescita
La superficie nazionale coltivata a clementine si mantiene stabile intorno ai 27mila ettari. L’areale calabrese, che copre circa due terzi della produzione nazionale, continua a risentire delle mutazioni climatiche, anche se con caratteristiche differenti rispetto alla Sicilia.

Qui si osserva un progressivo aumento delle temperature medieaccompagnato da una diminuzione degli sbalzi termici, fenomeni che influenzano soprattutto la maturazione e la colorazione dei frutti. Nonostante ciò, la produzione per ettaro nella campagna 2024-25 risulta in lieve aumentorispetto alla stagione precedente, segnalando una buona tenuta del comparto.
Kiwi: fitopatie nei vecchi impianti, bene quelli nuovi
La coltivazione dell’actinidia (kiwi) in Italia si conferma stabile, con circa 25mila ettari complessivi, secondo le stime Istat. Il distretto di Latina, nel Lazio, rappresenta una delle aree più importanti a livello nazionale, coprendo il 31% della superficie dedicata. Tuttavia, i produttori stanno affrontando criticità crescenti legate alle fitopatie, in particolare nei vecchi impianti. Qui si registrano cali significativi di resa, mentre gli impianti più giovani continuano a garantire buoni livelli produttivi per ettaro.

La gestione fitosanitaria e il rinnovo degli impianti rappresentano quindi una leva fondamentale per mantenere sostenibile la produzione, specie alla luce di costi medi che restano decisamente superioririspetto ad altre colture invernali.