Economia e costi

14 ottobre 2025

Frutta estiva, ma quanto mi costi?

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Ismea ha pubblicato i costi medi di produzione per la frutta estiva 2025, con focus su nettarine, pesche e albicocche. I dati, presentati con un documento tecnico di approfondimento, descrivono in dettaglio le spese sostenute dagli agricoltori nelle principali aree produttive italiane, suddivise per cluster omogenei.

Ii dati Ismea 2025 offrono una fotografia aggiornata e dettagliata del comparto della frutta estiva italiana. Se da un lato i margini economici positivi confermano la sostenibilità delle colture considerate, dall’altro emergono segnali di allarme legati alla contrazione delle superfici coltivate e alle difficoltà operative incontrate dalle aziende agricole. In questo scenario, sarà fondamentale continuare a monitorare i costi di produzione e le dinamiche di mercato per garantire la competitività e la resilienza del settore.

Il punto su nettarine, pesche e albicocche

Per quanto riguarda le nettarine, il costo medio di produzione si attesta a 18.082 euro per ettaro in Emilia Romagna, e anche in Piemonte il valore è molto simile, pari a 18.070 euro per ettaro.

Le albicocche, invece, fanno registrare costi inferiori: 10.256 euro per ettaro in Basilicata e 9.280 euro per ettaro in Campania, dove si segnala un maggior impiego di manodopera familiare.




Le pesche presentano un costo medio nazionale stimato di 16.505 euro per ettaro

Margini positivi

Secondo Ismea, in tutti e tre i casi analizzati i prezzi medi alla produzione risultano superiori ai costi, garantendo margini positivi compresi tra il 30 e il 60 per cento. Un dato che rappresenta un segnale positivo per la redditività del comparto, in un momento storico segnato da incertezze sia sul fronte climatico che normativo.

Le criticità

Sul piano strutturale, però, emergono alcune criticità. La superficie coltivata a nettarine è in costante contrazione. I dati Istat indicano, tra il 2015 e il 2025, una riduzione pari al 27,8% a livello nazionale. In Emilia Romagna, che rappresenta uno degli areali principali, la superficie agricola utilizzata risulta addirittura dimezzata, con un calo del 48,9% rispetto al 2015. 

Nonostante questa forte riduzione, la campagna 2025 ha dato esiti produttivi positivi. Tuttavia, gli agricoltori continuano a segnalare difficoltà crescenti nella gestione delle fitopatie, aggravate dalla riduzione dei mezzi tecnici disponibili.

Anche per le albicocche si rileva una tendenza al ribasso delle superfici coltivate. Nell’ultimo decennio, secondo Istat, la sau è diminuita del 5,8%. Le stime Ismea per il 2025, concentrate sugli areali più rappresentativi come Napoli e Caserta (che insieme rappresentano il 19% della superficie nazionale) e Matera (22%), evidenziano problematiche produttive soprattutto per le varietà precoci. Le varietà a media e tardiva maturazione, invece, risultano stabili rispetto al passato recente.

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