Cosa pensano le Op

30 agosto 2025

Cambiamento climatico: la sfida che parte dalla terra

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Il cambiamento climatico rappresenta una delle sfide più complesse e urgenti per il settore agricolo a livello globale, con l'Italia, in particolare, che ne subisce effetti evidenti. L'aumento delle temperature, la siccità prolungata e l'intensificarsi della frequenza degli eventi estremi come grandinate e nubifragi stanno alterando i cicli produttivi, compromettendo la qualità e riducendo significativamente le rese. 

Secondo recenti studi, l'agricoltura italiana è tra le più vulnerabili anche perché si colloca al centro del Mediterraneo, con perdite economiche che possono raggiungere miliardi di euro a causa di siccità e calamità

In questo scenario, l'ortofrutta, cuore pulsante dell'agricoltura nazionale, si trova in prima linea. Per comprendere le strategie di adattamento necessarie per la sopravvivenza del settore, myfruit.it ha raccolto le testimonianze dirette di due Organizzazioni di produttori (Op) di riferimento dell'Agro Pontino, un territorio strategico per la produzione di frutta e verdura.

"Le variazioni climatiche, come l'aumento delle temperature e la riduzione delle precipitazioni, stanno influenzando la produzione agricola e la disponibilità idrica delle aziende della nostra Op e di tutto l’Agro Pontino - dice Matteo Fresch, presidente di Eurocirce, a Terracina (Latina) - Quello che più ci preoccupa è il fatto che anche l’equilibrio ecologico sia modificato dal cambiamento climatico, influenzando la diffusione di parassiti e malattie delle piante. Condizioni più calde e umide favoriscono infatti la proliferazione di molte specie nocive, che possono diffondersi più facilmente".

"Nel nostro piccolo - continua Fresch - stiamo cercando di evitare lo stress dei terreni e di mantenere un buono stato di salute degli stessi con semplici pratiche quali: preparazione ottimale del letto di semina; rotazione delle colture; irrigazione efficiente controllata tramite manichetta; solarizzazione del terreno; fertilizzazione mirata; monitoraggio costante da parte dei nostri agronomi".

"Bisogna partire dal presupposto che l’agricoltura subisce il cambiamento climatico, con evidenti ripercussioni in primis sulle rese, che si riducono, e poi sulla qualità. E bisogna considerare che gli eventi estremi portano ulteriori problematiche sanitarie, come attacchi fungini, batteriosi, e insetti con azioni più aggressive", aggiunge Luciano Di Pastina, presidente della Op San Lidano, che porta l'esempio della moria del kiwi e della persistenza del ragnetto rosso sulle cucurbitacee per effetto del forte caldo, nel periodo estivo. 

Cosa si può fare? "Si deve lavorare in forza e in sinergia con i centri di ricerca per selezionare varietà resistenti a fenomeni abiotici e adeguare il nostro potenziale produttivo. Sarebbe anche l’occasione per rilanciare la ricerca italiana che purtroppo in questi anni non ha brillato per innovazioni varietali”, dichiara Andrea Badursi presidente di Italia Ortofrutta.

"Questo - precisa Di Pastina - comporta ovviamente, investimenti importanti con un aumento dei costi di produzione per quanto riguarda le orticole. Per le frutticole bisogna invece intervenire con investimenti mirati come la copertura con teli per ridurre gli effetti della temperatura e delle piogge estreme".

Il ruolo di Italia Ortofrutta Unione nazionale

Le strategie di adattamento adottate dalle singole realtà agricole sono parte di uno sforzo più ampio, promosso a livello nazionale da organizzazioni come Italia Ortofrutta Unione Nazionale. L'Unione si impegna a sostenere e finanziare progetti di ricerca e innovazione per rendere il settore più resiliente di fronte alle sfide climatiche. 

Ne è un esempio il progetto di miglioramento varietale sul nocciolo, avviato in collaborazione con l'Università di Perugia per individuare varietà più resistenti alle temperature e alla siccità. Tali iniziative, che puntano a un'agricoltura più sostenibile e competitiva, sono "fondamentali per affrontare problematiche come il calo delle produzioni, la diffusione di nuovi parassiti e l'innovazione nella fase di post-raccolta", spiega Vincenzo Falconi, direttore di Italia Ortofrutta.

Le strategie di adattamento supportate dalla ricerca

Le pratiche descritte dai presidenti Fresch e Di Pastina non sono isolate, ma rappresentano l'avanguardia delle strategie di adattamento supportate da istituti di ricerca a livello nazionale e internazionale. La selezione varietale per lo sviluppo di piante più resistenti a caldo e siccità, l'adozione di sistemi di irrigazione di precisione che riducono gli sprechi idrici e l'uso di coperture protettive sono tutte soluzioni consolidate. 

A queste si aggiungono la gestione del suolo per aumentarne la fertilità e la capacità di trattenere l'acqua, il monitoraggio costante delle condizioni climatiche e fitosanitarie e la diversificazione delle colture, elementi chiave per rendere le aziende agricole più resilienti di fronte a un clima in rapido mutamento. 

Questi approcci, combinando esperienza sul campo e innovazione scientifica, sono fondamentali per la sostenibilità del settore e per garantire la sicurezza alimentare.


Raffaella Quadretti


Cosa pensano le Op

"Cosa pensano le Op" è la rubrica ideata da myfruit.it in collaborazione con Italia Ortofrutta – Unione nazionale e resa possibile grazie al contributo di Capp Plast, Green Top e Op Eurocirce.

Un appuntamento nato per valorizzare il ruolo del "sistema Op" e creare un canale diretto con chi produce, commercia e distribuisce.

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