La siccità è una sfida impellente per l'agricoltura italiana, con impatti sempre più evidenti sulle produzioni e sulla sostenibilità del settore e le Organizzazioni di produttori (Op) si trovano in prima linea per affrontare questa emergenza.
L'acqua è una risorsa sempre più scarsa e preziosa e la sua gestione efficiente infatti non è più un'opzione, ma una necessità vitale per la sopravvivenza e la competitività del settore.
L'Italia, come molti Paesi del Mediterraneo, è sempre più colpita da periodi di siccità prolungati e da eventi climatici estremi. Questa situazione mette a dura prova la filiera, con impatti diretti sui costi e sulla sicurezza alimentare. Così, le Op, in quanto aggregazioni di aziende agricole, hanno un ruolo chiave nel coordinare gli sforzi per mitigare gli effetti della crisi idrica.
Il problema è duplice: da un lato, la riduzione della disponibilità idrica (con una diminuzione del 20% in Italia nell'ultimo trentennio rispetto al periodo 1921-1950, secondo Ispra); dall'altro lato, le ingenti perdite delle reti idriche esistenti, che in alcune regioni superano il 45% dell'acqua immessa in rete. Questo significa che una parte significativa della risorsa non arriva nemmeno ai campi, rendendo ancora più pressante la necessità di interventi.
Le regioni più colpite e gli accorgimenti in atto
La crisi idrica colpisce l'Italia in modo trasversale, ma alcune regioni ne risentono in modo particolare. Tra le più affette dagli eventi di siccità prolungata tra il 2020 e maggio 2024, spiccano Lombardia, Piemonte e Sicilia. Grave la situazione anche in altre regioni del Sud come Puglia, Sardegna e Basilicata, dove la scarsità d'acqua rischia di mettere in ginocchio intere produzioni agricole.
Di fronte a questa emergenza, diverse regioni stanno adottando misure e accorgimenti specifici.
In Piemonte si punta a raddoppiare la capacità di raccolta dell'acqua piovana, anche attraverso il recupero e la manutenzione degli invasi esistenti, per destinarla sia a usi civili che agricoli, con benefici anche per le colture frutticole e orticole che necessitano di apporti precisi. Si stanno inoltre valutando interventi per favorire il ripristino di riserve idriche temporanee e la ricarica delle falde acquifere.
In Lombardia oltre al riutilizzo irriguo delle acque depurate e al ripristino di pratiche tradizionali come le marcite, si valuta la diversificazione colturale per ridurre la dipendenza da specie più idroesigenti e l'applicazione di tecniche irrigue più efficienti anche per le colture ortofrutticole, ottimizzando l'uso dell'acqua disponibile.
In Veneto gli imprenditori agricoli stanno orientando le scelte verso colture a minore fabbisogno idrico, come il girasole e la soia, ma anche investendo in sistemi di irrigazione intelligenti per vigneti e frutteti, monitorando attentamente l'umidità del suolo per un uso più razionale della risorsa.
In Emilia-Romagna, regione chiave per l'ortofrutta, l'attenzione è alta sulla gestione dei prelievi idrici e sull'adozione di sistemi di monitoraggio avanzato per le esigenze idriche delle colture frutticole e orticole, che permettono di ottimizzare l'irrigazione anche in condizioni di scarsità, affiancando il monitoraggio dei corsi d'acqua.
In Sardegna, la carenza idrica ha costretto gli agricoltori a scelte drastiche, come decidere quali coltivazioni salvare e quali abbandonare, evidenziando la necessità di interventi urgenti e mirati.
In Sicilia, ad esempio, si stanno esplorando soluzioni innovative come il progetto IDRO, che mira a sperimentare tecniche di desalinizzazione e fitodepurazione. A ciò si aggiungono bandi regionali per il sostegno economico alle aziende agricole danneggiate dalla siccità, in particolare agrumicole, olivicole, pistacchicole e mandorlicole, per aiutarle a recuperare competitività e redditività.
La gestione idrica: una leva fondamentale
Una gestione idrica efficiente e innovativa è la risposta più efficace alla siccità. Le Op possono agire su più fronti. Intanto, risulta essenziale investire nella modernizzazione e manutenzione delle reti irrigue per ridurre le perdite; spesso, gli acquedotti italiani disperdono oltre il 40% dell'acqua che trasportano, un dato allarmante che richiede interventi strutturali.
In secondo luogo, l'adozione di tecnologie per l'irrigazione di precisione è cruciale. Sistemi a basso impatto come l'irrigazione a goccia, integrati con sensori di umidità del suolo, stazioni meteo e piattaforme IoT (Internet of Things), consentono di dosare l'acqua in modo millimetrico, fornendo alla pianta solo ciò di cui ha bisogno. L'agricoltura 4.0 può portare a risparmi idrici fino al 20% rispetto ai metodi tradizionali, con proiezioni future fino al 50%.
Un'altra strategia importante è il recupero e il riuso delle acque. È fondamentale incentivare il riuso delle acque depurate (attualmente solo il 4,6% dei terreni irrigati in Italia usa acque reflue depurate) e sviluppare progetti per la raccolta delle acque piovane e il recupero delle acque salmastre, come dimostrato dal progetto IDRO in Sicilia che sperimenta desalinizzazione e fitodepurazione, rappresentando una frontiera importante per aumentare la disponibilità di risorsa.
Infine, last but not least, la selezione varietale e le pratiche agronomiche giocano un ruolo chiave. Coltivare varietà più resistenti alla siccità, adottare tecniche di pacciamatura, minima lavorazione o agricoltura rigenerativa aiuta a trattenere l'umidità nel suolo e a migliorare la resilienza delle colture.
Esempi di virtuosità e sinergie
Diverse realtà italiane e Organizzazioni di produttori stanno già investendo in queste direzioni, dimostrando come l'innovazione e la collaborazione siano la chiave. Programmi europei come LIFE AgroClimaWater promuovono lo sviluppo e l'implementazione di Strategie di gestione delle risorse idriche a livello di Op, con l'obiettivo di aumentare l'efficienza idrica per le colture perenni in aree come la Basilicata.
Progetti di questo tipo individuano aziende agricole pilota capaci di adattarsi alla carenza idrica e promuovono la condivisione di buone pratiche.
La collaborazione con i Consorzi di Bonifica è, poi, fondamentale. Questi enti, che gestiscono gran parte della rete irrigua italiana, sono spesso in prima linea nella realizzazione di invasi e nell'implementazione di tecnologie per ottimizzare la distribuzione dell'acqua, supportando le Op nell'accesso e nell'uso efficiente della risorsa. L'invito da parte delle organizzazioni agricole è proprio quello di promuovere un uso razionale dell'acqua e investire in infrastrutture per garantire la sopravvivenza del territorio e la produzione di cibo.
L'adozione di queste strategie non solo riduce l'impatto della siccità, ma contribuisce anche a minori costi operativi per le aziende, grazie al risparmio idrico e all'ottimizzazione dell'uso di energia per il pompaggio.
In un contesto climatico in rapida evoluzione, la gestione idrica non è più solo una questione tecnica, ma un elemento strategico per la sostenibilità e la competitività delle Organizzazioni di produttori italiane.
Cosa pensano le Op
Per comprendere meglio le sfide e le soluzioni adottate sul campo, myfruit.it ha raccolto i pareri di due importanti Organizzazioni di produttori.
Matteo Fresch, presidente della Op Eurocirce di Terracina (Latina), specializzata nella produzione di zucchine e altri ortaggi, ha evidenziato le difficoltà nella gestione idrica, ma ha anche illustrato le proprie iniziative. L'Organizzazione ha realizzato un impianto per il recupero e lo stoccaggio delle acque piovane e un impianto per la depurazione delle acque.
Inoltre, ha aderito a un progetto di ricerca applicata dell'Unione nazionale Italia Ortofrutta, denominato "Razionalizzazione dell’uso dell’acqua nei magazzini di lavorazione", in collaborazione con l’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale (Unicas). I risultati di questo progetto congiunto con altre Op saranno comunicati al termine delle attività.
Dal cuore dell'Agro Pontino Op San Lidano, che produce e commercializza prodotto ortofruttcoli di I e IV gamma, ha sottolineato come l'irrigazione e la siccità siano un tema "molto sentito sia in agricoltura che a livello sociale", pur riconoscendo la complessità e la necessità di "grandi investimenti".
Per il presidente, Luciano Di Pastina, l'acqua è "necessaria a prescindere", tanto che anche per colture tradizionalmente non irrigue come viticoltura o olivicoltura, specialmente al Sud, la sua assenza rende difficile la produzione.
L'Op ha evidenziato il problema dell'estrazione di acqua salata dai pozzi in alcune aree, con il rischio di "desertificazione produttiva". San Lidano ribadisce la responsabilità primaria dell'agricoltura nell'uso corretto dell'acqua, indicando nell'agricoltura e irrigazione di precisione – attraverso hardware e software che supportino agricoltori e tecnici – la chiave per il futuro.
Tra gli investimenti prioritari suggeriti ci sono i bacini idraulici da riempire nelle stagioni piovose per un uso successivo, le micro-irrigazioni o irrigazione a goccia, gli impianti di desalinizzazione e i sistemi DSS 5.0 per una gestione ottimale dell’irrigazione nelle diverse fasi fenologiche della pianta.
Raffaella Quadretti
Cosa pensano le Op"Cosa pensano le Op" è la rubrica ideata da myfruit.it in collaborazione con Italia Ortofrutta – Unione nazionale e resa possibile grazie al contributo di Capp Plast, Green Top e Op Eurocirce. Un appuntamento nato per valorizzare il ruolo del "sistema Op" e creare un canale diretto con chi produce, commercia e distribuisce. Vai alla rubrica completa |