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Myfruit

Berry trend 2023: tutte le novità dalla serra allo scaffale

Lunedì 29 maggio il webinar di myfruit dedicato alle tendenze in atto nel comparto più vivace del reparto ortofrutta

Thomas Drahorad, presidente di NCX Drahorad e ideatore di Italian berry e dell’Osservatorio Piccoli frutti, è uno dei relatori del webinar di myfruit.it Berry trend 2023 – Piccoli frutti: tutte le novità dalla serra allo scaffale.
Fresco del successo dell’International Bluberry Days, organizzato dal 3 al 5 maggio scorsi a Macfrut insieme a Bruno Mezzetti dell’Università politecnica delle Marche, Drahorad porterà alcune delle evidenze scaturite dalla tre-giorni internazionale per animare il confronto tra i relatori del webinar.

“Polarizzazione tra Southern Highbush e Northern Highbush; qualità; frammentazione e localizzazione della produzione; accelerazione, globalizzazione e privatizzazione dei programmi di breeding e nuovi mercati e nuovi consumi sono alcune delle tematiche da approfondire insieme”, dice a myfruit.it Drahorad.

“Lo sviluppo di varietà e di zone di produzione per il mirtillo della tipologia Southern Highbush, con la possibilità di accorciare drasticamente i cicli di entrata in produzione, ha permesso il rapidissimo affermarsi del Perù come principale esportatore globale, cambiando la geografia commerciale e le strategie di sviluppo – spiega – Siamo poi passati da un’era in cui la domanda superava l’offerta, e quindi vincevano volumi e disponibilità, a un’altra in cui i clienti chiedono qualità. Dal concetto più basilare di continuità di fornitura (e quindi di programmazione produttiva e commerciale) alla creazione di linee premium per soddisfare nuovi segmenti di consumo”.

Per quanto riguarda frammentazione e localizzazione della produzione, per Drahorad il mirtillo è ormai coltivato in tutti i paesi che hanno una produzione ortofrutticola: i paesi consumatori stanno diventando produttori (es. Regno Unito), nuovi paesi si affacciano alla produzione con grandi potenzialità internazionali (Turchia e Georgia) oppure con mire più locali (produzione in Sicilia per il mercato siciliano).

“I programmi di breeding, invece, sono passati dalle grandi università e dai programmi pubblici americani alle multinazionali del breeding, che mirano a controllare in modo sempre più pervasivo non solo il miglioramento genetico e l’attività vivaistica ma anche gli aspetti commerciali e di marketing. Ultimo, ma non meno importante, nuovi mercati e nuovi consumi. Mentre i mercati tradizionali continuano a crescere – conclude Thomas Drahorad – si affacciano nuovi mercati (in primis la Cina) e nuove tipologie di acquisto e di prodotto (snack, on-the-go, residuo zero)”.

Appuntamentosu canali linkedin e youtube di myfruit.it lunedì 29 maggio alle ore 15.00. Per informazioni e iscrizioni cliccare qui.

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