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USA: il nuovo hamburger è ai mirtilli

Carne e frutta assieme per rendere i bimbi meno obesi

Il nuovo hamburger è ai mirtilli

Test negli Usa: Il panino viola destinato alle mense scolastiche. Perplessi gli esperti italiani

E’ di color violaceo, come se fosse stato intinto nello sciroppo. Ha un retrogusto zuccherino, gradevole tutto sommato, per niente stucchevole. Non è un lecca lecca o un gelato. Ma un hamburger. Hamburger al mirtillo, l’ ultima invenzione alimentare del fantasioso mercato americano, all’eterna ricerca di prodotti di cassetta. E questo rischia di diventarlo se davvero riuscirà, come si ripromettono i suoi sostenitori, a imporsi nei menù scolastici di 27 milioni di bambini. Ora lo stanno testando su alunni cavie per verificare se la nuova pietanza incontra il favore di palati giovanissimi. Il mirtillo-burger è l’ultima creazione di Al Bushway, esperto di nutrizione all’università del Maine, le ricerche finanziate (guarda caso…) dall’associazione dei produttori di mirtilli dello stesso Stato, che ha stanziato 30 mila dollari (…)

L’articolo completo, a firma Margherita De Bac

L’idea di mescolare alla carne macinata la piccola bacca viola, ricca di vitamina A e C, ha una doppia finalità. Primo, ridurre la percentuale di grasso in un alimento che ne è ricco. Secondo, arricchirlo di sostanze che contrastano l’azione dei radicali liberi, gli antiossidanti, contenuti in abbondanza anche nella frutta e nella verdura, cibi però spesso aborriti dai più giovani. Il progetto è sostenuto dal dipartimento statunitense per l’Agricoltura: «I bambini hanno bisogno di mangiare carne, ma preferiscono l’hamburger che ha un alto contenuto di grassi. Se ne miglioriamo la qualità con la frutta, abbiamo risolto il problema», cerca di essere persuasivo il portavoce dell’ ufficio marketing, George Chatrier, ricordando la malattia epidemica che sta affliggendo la popolazione infantile occidentale: l’obesità. Negli Stati Uniti le industrie di settore si stanno sfidando sull’hamburger del futuro. Vincerà quello alle ciliege, alla prugna o ai frutti di bosco? L’Italia si tiene fuori dall’insolito confronto. Con atteggiamento critico. «L’idea è buona, come ogni tentativo di rendere più appetibile la carne e renderla più gradita ai bambini. È un alimento indispensabile perché generoso di zinco, ferro e acido arachidonico, un fattore di crescita», valuta il lato positivo del progetto americano Marcello Giovannini, università di Milano e società italiana di nutrizione pediatrica. Giovannini intravede però un pericolo. Che il mirtillo-burger diventi un alibi per i giovani consumatori in sovrappeso: «L’ho mangiato, quindi mi posso abbuffare di patatine, merendine e schifezze varie». Il segreto consiste invece nell’equilibrata alternanza dei cibi. Secondo un’indagine della società di nutrizione pediatrica, 35 mila intervistati, sulla tavola dei bambini italiani la carne sfila 8 volte a settimana, preceduta nella classifica dell’assiduità da frutta (10) e seguita da formaggi (quasi 7), pasta o cereali (5). Poco spazio a pesce (3 volte), uova (1) e legumi (1). Troppo spesso il tetto del fabbisogno proteico viene clamorosamente sfondato perché alla carne vengono accostati nello stesso giorno formaggi e
salumi:
«Non è il nuovo hamburger che risolverà il problema dell’obesità», conclude Giovannini. Più incredulo ancora Lucio Capurso, gastroenterologo del San Filippo Neri a Roma, che ha contribuito alla definizione delle ultime «Linee guida per una sana alimentazione italiana», curate dall’Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione, l’Inran. «Un trucco intelligente, quello degli antiossidanti infilati nella carne. A trarne vantaggio non saranno i bambini perché la percentuale di mirtilli in 60 grammi di macinato sarà infinitesimale. Ma le multinazionali del fast food ». mdebac@corriere.it Margherita De Bac

L’articolo completo, a firma Margherita De Bac L’articolo completo, a firma Margherita De Bac PL’articolo completo, a firma Margherita De Bac L’articolo completo, a firma Margherita De Bac er rendersi conto della consistenza dei rincari, basti pensare che il secondo Paese nella classifica degli aumenti nel settore alimentare, l? Olanda, mostra una crescita del 4,2%, meno della metà del tasso greco. Ma non ci sono solo gli alimentari a conoscere i forti rialzi: Eurostat mostra che nel settore della sanità, degli alberghi e dei ristoranti (questi ultimi due cardini dell? industria turistica ellenica) gli aumenti sono stati rispettivamente del 4,4% per il settore sanitario (2,5% la media Ue) e del 4,6% per gli altri due casi. Gli aumenti nel settore turistico, oltretutto, sono stati registrati prima dell? alta stagione, che normalmente spinge in alto i prezzi. A questo, ha scritto nella sua edizione inglese il quotidiano « Kathimerinì», si a

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