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Ingrosso

Dai mercati: caro pomodoro, tengono le pesche, angurie sempre giù

Il nostro tour a Milano, Verona e Cagliari. Iniziano i fichidindia mentre i fichi neri toccano i 5 euro

In città volumi e consumi ridotti, sulla costa si fanno gli affari. Questo il quadro del mese d’agosto nei mercati all’ingrosso dove salta in alto il prezzo del  pomodoro, tengono i valori di pesche e nettarine, continua la discesa di meloni e angurie. Sempre a pochi cent.

A Milano pesche su del 20/30% rispetto agli anni scorsi

Il mercato milanese soffre l’effetto esodo agostano e la chiusura di molte attività. Sul fronte dei volumi, come sempre in questo mese, si ha una riduzione significativa. Sono interessanti le dinamiche dei prezzi dei diversi articoli, illustrate da Bruno Barcella, imprenditore e rappresentate di Fedagro Milano, che individua le tendenze più significative della piazza milanese.

Bruno Barcella

La situazione dei prodotti? “Hanno tenuto il passo sia pesche e nettarine, a causa della mancanza di prodotto sia in Italia sia in Spagna, con un prezzo più alto del 20/30% rispetto all’anno scorso, ma con quantitativi molto più bassi. I prezzi sono sopra l’euro – 1,10/1,30 euro –  le pezzature piccole, quelle medie sono a 1,40/1,50 e le extra a 2/2,20 ma siamo nella nicchia. Per le albicocche è stata un’annata difficile: pochissima qualità, non grossi quantitativi e prezzi molto alti. La mancanza di prodotto si è sentita anche con i francesi, si è visto poco prodotto da oltralpe. Ora c’è qualcosa di tardivo e di conservato mentre i prezzi sono molti alti”. Una nicchia in questo momento.

Disastro angurie e meloni: prezzi ridicoli, in alto il pomodoro

Triste il capitolo angurie e meloni: “Si è andati malissimo, annata abbastanza disastrosa con i prezzi che hanno sfiorato il ridicolo e continuano tutt’ora su quest’onda. E’ difficile coprire anche i costi della gestione del prodotto”. Siamo a pochi cent. Vediamo i limoni: “Si parla solo di importazione da Sudafrica, Argentina o Uruguay, prezzi da 1,15 fino a 1,40 per le varietà extra. Siamo nella norma rispetto agli anni scorsi”. L’uva? “A Milano siamo all’inizio da 1,50 a 2 euro, si vede anche la senza semi che quota 2,50/2,80 mentre per gli ortaggi sono senza infamia e senza lode. In alto il prezzo dei pomodori, poi il mondo di zucchine e melanzane con prezzi che si aggirano da 0,60 a 1,50 euro per prodotti di qualità superiore”.

A Cagliari pesche, fichi, fichidindia e uva sarda

Dalla metropoli “esodata” alle coste sarde che fanno il pieno di turismo. Cenzo Pisano, presidente di Fedagro Cagliari, non si lamenta per il lavoro nel mese di agosto: “Abbiamo lavorato bene”. Vediamo gli articoli, spesso locali. “L’uva Italia arriva dalla Puglia, ma c’è anche prodotto sardo, molto buono, da Pula e siamo intorno a 2/2,20. Sono locali le pesche – da San Sperate, Monastir. Villacidro – con quotazioni da 1,40 a 1,70 euro. Si è partiti bene con i fichidindia a 3,50 euro la settimana scorsa, ora quotano 2,50 euro. Ci sono, ma non in gran quantità, anche i fichi sardi e quotano 2/2,50 mentre il prodotto extra ovvero fichi neri con grande pezzatura sono sui 5 euro e vengono dal Campidano“. Scendono ma resistono le fragole venete: “Molto ricercate fino alla settimana scorsa, ora sono in calo e dai 20 euro alla cassetta da due chili sono scese a 14/16 euro”. Sui consumi sicuramente hanno influito  le macedonie di Ferragosto. Molto bassa la richiesta di albicocche, c’è prodotto emiliano-romagnolo.

Meloni a 40 cent, ben 2 euro per il pomodoro a grappolo

Angurie sardeI meloni sono veramente a buon prezzo, ma per i consumatori finali: “Abbiamo prodotto da Arborea e Iglesiente, quotano 0,30/0,40 euro mentre le angurie anche sotto i 0,20 euro“. Sale, invece, il prezzo dei pomodori: “Il grappolo si paga intorno ai 2 euro, il Ciliegino raggiunge i 3,50, l’insalataro 1,50/1,70 euro. Sono ricercate le insalate: l’Iceberg quota 2 euro, la lattuga 1,70. Abbiamo il sedano a 1/1,20 euro, peperoni a 1,50/1,70 con prodotto da Isili e Sicilia. Le melanzane del Campidano – da Assemini e Uta – sono intorno a 1 euro”. Anche in Sardegna i limoni costano: “Carissimi, sui 2 euro da Sudafrica e Argentina“.

Anche a  Verona il grappolo a 2 euro

Anche a Verona, come di consueto, il mercato ha lavorato durante tutto il mese di agosto, ma con ritmi lenti. Come in altri mercati si nota l’aumento vigoroso del prezzo del pomodoro che fino a poche settimane fa quotava intorno all’euro. Oggi a Verona come conferma Andrea Bonizzi, agronomo e responsabile qualità e listino prezzi: “Il grappolo ha registrato un aumento consistente, il prodotto nazionale quota 1,80/2 euro al chilo mentre quello olandese arriva fino ai 2,20 euro. Le varietà Datterino e Ciliegino superano anche i 3 euro”. Prezzi sostenuti per l’insalata con la Gentile sopra 1,50 euro, la lattuga Capuccia 1,30/1,40. I cetrioli sono stabili intorno a 0,80 euro, le zucchine dopo essere salite a 0,80/0,90 sono scese a 0,70 mentre i peperoni in padella sono saliti a 1,80 euro al chilo.

Angurie a 20 cent

Sulla frutta anche a Verona si riscontrano le tendenze degli altri mercati. Tengono il prezzo le pesche, anzi presentano un leggero aumento perché sta finendo il prodotto locale. Ecco le quotazioni date da Bonizzi: “Una pesca con calibro tripla A quota 1,80 euro, per le albicocche Faralby siamo su 2/2,50 per la tripla A e 1,80/2 euro per la doppia. La susina Stanley locale quota 1,20 euro al chilo”. Sono in recupero le angurie: “Leggera ripresa del prezzo e siamo intorno a 0,20/0,25 di media con punte sopra i 0,30 euro. I meloni sono a 0,80/1 euro mentre il liscio da Mantova sopra l’euro. In calo l’uva: la Vittoria da Puglia e Sicilia quota 1,10/1,30 euro. Le fragole dal Trentino sono a 6/7 euro al chilo, la locale dalla Lessinia quota 5/6 euro, oggi i prezzi hanno visto una consistente discesa”. Ma resta un anno positivo per le fragole.

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