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Ingrosso

Dai mercati: non c’è il disastro pesche, prime uve dalla Puglia

In Sardegna si salvano dalle fiamme le aziende di frutta e verdura. Tiene e aumenta le vendite il mercato di Firenze

Scampato il disastro pesche, nei mercati all’ingrosso si vendicchia e va la frutta di stagione. Non ci sono prodotti di punta, ma sta iniziando bene la campagna dell’uva, con il prodotto pugliese che si affianca a quello siciliano. E’ l’annata delle fragole con una buona richiesta di merce dal Trentino con ottimo prezzo, come anche le ciliegie. Angurie ce ne sono tante e il prezzo, si scrive da settimane, non è esaltante come anche, ma tiene di più, quello dei meloni. Prezzo decisamente alto per il limone spagnolo e quello argentino, che sfiora i 2 euro. In Sardegna si aspettano i turisti d’agosto, per fortuna il settore ortofrutticolo non è stato colpito dagli incendi e i grossisti sono pronti con le donazioni per le comunità colpite.

A Firenze non c’è stato il disastro per le pesche

Aurelio Baccini, vicepresidente nazionale Fedagro e presidente dei grossisti fiorentini, offre un’analisi sulla dinamica del mercato. “Si vendicchia, senza prodotti di punta, e con percentuali un po’ più alte del 2020 e del 2019”, e sul fenomeno pesche: “L’approvvigionamento c’è stato da tutta Europa e tutta la mancanza che ci doveva essere non c’è stata. Il prodotto arriva da Spagna, Campania, Puglia. Nessun disastro, non c’è stata una vera e propria mancanza. Questo conferma  la sovrapproduzione”. Senza gelate e altri problemi si sarebbe verificata una probabile invasione di prodotto con prezzi al ribasso, ora invece: “Siamo nei ranghi: con un calibro B siamo a 1/1,20; calibro A intorno a 1,50″. Capitolo albicocche: “C’è merce francese e coda italiana con varietà tardive. Siamo intorno ai 2/2,50 euro e poi l’extra può toccare punte di 3,50″.

Angurie a pochi cent e si aspetta la ripresa dei meloni

Myfruit.it scrive da settimane del prezzo basso delle angurie: “Un eccesso produttivo così importante che anche quando si fanno i 0,20 euro si riesce a chiudere con il costo di produzione e della logistica, naturalmente è meglio spuntare prezzi migliori ma non è un suicidio commerciale. Si parte da 0,20 ma si arriva anche 0,60/0,70 anche se si vende soprattutto il prodotto da 0,20 e da 0,40 euro. Per i meloni è andata male finora, si presenta la stessa stessa problematica: tutti hanno produzione ma dovrebbe invertirsi la tendenza. L’alta qualità tocca 1,50 euro, ma anche l’extra si vende poco”. Si vendono bene le fragole e le ciliegie dal Trentino: sui 10 euro le prime e 7 le seconde. Bene l‘uva pugliese: “C’è una discreta richiesta, anche più del normale, prezzi contenuti: 2/2,50 euro.  Si sta vendicchiando più della media. Gli anni scorsi non era così, il mercato dell’uva si muove normalmente da ferragosto in poi”.

Bene le insalate, domina il pomodoro olandese

Sul fronte ortaggi: “C’è domanda e consumo di insalata, dalla lattuga all’iceberg anche d’importazione. Il maltempo ha inciso per 2/3 giorni. Siamo intorno all’euro. I pomodori registrano l’aumento sul fronte olandese: 1,10/1,20 euro e la fa da padrone. Ha una buona tenuta. I datterini con  prodotto buono sono sopra i 2 euro come il ciliegino, il Pixel a 1,50 come il Cuore di bue”.

Torino a 3,60 euro le susine locali

CAAT TORINO

CAAT Torino

A Torino incontriamo l’imprenditore Giacomo Cavaglià: “Si vende poco in generale, la città si è svuotata e notiamo un calo consistente di afflusso dei clienti. Gli articoli? “Vanno bene le susine Damaschine, prodotte soprattutto a Mondovì e Saluzzo, che arrivano anche a ai 3,60 euro.  Le nettarine pugliesi e qualcosa locale quotano 1,20 per il calibro 24 e arrivano a 1,50/1,60 per quello più grande. Per le albicocche abbiamo prodotto piemontese, dalla Puglia e dalla Sicilia da 1 ,50 a 2,20 euro per quello più buono “. L’uva? “Un po’ irregolare la  qualità. La siciliana, ma non ci sono grandi quantità, va da 2 a 2,70 euro, mentre la pugliese arriverà a breve”. Bene, anche a Torino, le fragole dal Trentino che arrivano agli 8 euro e “le ciliegie dai 5 ai 6 euro, merce bella e lavorata in vaschetta”

I limoni spagnoli a 1,80 euro

Sul fronte angurie le quotazioni sono da pochi cent, il melone retato 0,60/0,80 e il liscio dal mantovano 0,80/1,20 euro. Le arance arrivano dall’ Egitto, ma il problema sono i limoni: “C’è un buco, c’è prodotto spagnolo e argentino e quota 1,40/1,80“. Vediamo gli ortaggi: “Poca richiesta. Il peperone in padella 1/1,30 euro e quello da Carmagnola 1,70/2 euro. Melanzane sono a 0,60/0,80 euro la nera, mentre la viola quota 0,90/1,10,  le zucchine 0,80/0,90 euro”.

In Sardegna: l’ortofrutta si salva dagli incendi

Angurie sardeCenzo Pisano, presidente Fedagro Cagliari, tranquillizza: “L’ortofrutta non ha subito danni, sfortunatamente sono stati colpiti uliveti e allevamenti. Stiamo aspettando il via libera per portare il nostro aiuto alle comunità colpite con delle donazioni”.
Sul fonte mercato: “Registriamo il calo tipico di luglio, dovremo riprenderci con la prima settimana di agosto”. Articoli? ” Bene le pesche locali di San Sperate, Monastir e Villacidro intorno a 1,60/170 per il calibro 24. Sono locali, da Uta, anche le susine a 1,20/1,30. Le albicocche arrivano dalla Calabria e quotano 1,60/1,90 e fino ai 2 euro se la roba è bella. E’ l’anno della fragola, ora quelle dal Trentino quotano anche fino agli 11 euro”. E le angurie? “Le locali quotano 0,50/0,60 euro. Il melone retato sardo 1,10 euro”. Infine l’uva: “Abbiamo anche Vittoria locale, prodotta da un siciliano a Pula, nell’azienda Vigneti La Corte, che si vende fino a 2,50 euro”. Anche a Cagliari i limoni hanno un prezzo sostenuto: “Fino a 2 euro”.

Gli ortaggi sono locali

“Va bene ilo pomodoro insalataro a 1,40/1,50, ma non c’è molto prodotto. Il grappolo 1,20/1,30, Datterino 2,30, Ciliegino 1,80/2 euro. Infine le zucchine a 0,70 ma c’è molto invenduto, specialmente la bianca. A rilento le melanzane a 0,70 euro mentre la viola d’importazione è intorno a 1 euro. Poi abbiamo il Basilico con il mazzo intorno ai 5 euro, prezzemolo intorno ai 3/3,50 e la rucola a 0,50 il mazzetto“. Procede la costituzione del distretto rurale “Con l’ultimo incontro on line del 20 luglio scorso si è concluso il percorso di animazione territoriale – spiega Giorgio Licheri, direttore del mercato Agroalimentare della Sardegna – ora il Distretto rurale sud Sardegna si avvia al riconoscimento da parte della Regione. Le aziende agricole, commerciali e di trasformazione sono ancora in tempo per presentare una manifestazione di interesse a questo progetto”. I documenti possono essere scaricati dal sito web del Distretto.

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