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Porto di Genova, sequestrate 7 tonnellate di pesto made in Usa

Il cliente finale è l’hard discount Costco, che commercializza il prodotto con la dicitura basilico Dop 100% italiano

Alla fine di gennaio 2023, al porto di Genova, sono state sequestrate sette tonnellate di pesto per presunte irregolarità relative alla legge europea sugli alimenti. Tuttora, in attesa che le autorità preposte dirimano la questione, il carico è custodito dall’Agenzia delle dogane al terminal Rebora.

Che cosa si sa

La faccenda è complicata e coinvolge un nome noto dello scenario agroindustriale italiano, il Pastificio Rana. Le autorità che se ne stanno occupando, e cioè gli ispettori della Sanità, nutrono dubbi sull’operato del cliente finale, il colosso dell’hard discount Costco, che commercializza il prodotto con il marchio Dop e la dicitura basilico italiano 100 per cento.

Per l’azienda coinvolta, invece, non è stata commessa nessuna irregolarità, tanto che ha presentato ricorso al Tar: “Rispettate le norme – scrive la difesa – Si tratta di basilico genovese spedito in Usa e poi rientrato sotto forma di salsa per il mercato di Francia e Spagna di una catena americana”.

Il pesto non è italiano

Sebbene sia stato fermato in Italia, e precisamente in Liguria, dunque nella patria del pesto, il prodotto sequestrato non è made in Italy. E’ infatti stato prodotto negli Stati Uniti, vicino a Chicago, dove ha sede la Rana Meal Solutions, lo stabilimento che il pastificio italiano ha aperto una decina di anni fa allo scopo di consolidare il mercato Oltreoceano.

Il ricorso al Tar

Il Pastificio Rana ha presentato al Tar Liguria un ricorso per chiedere la sospensione e l’annullamento definitivo del provvedimento con cui è stata decretata “la non ammissione nel territorio comunitario del carico di Pesto-salsa al basilico perché non conforme per controllo identità non soddisfacente ai sensi del regolamento della Comunità europea 625/2017”.
Nel ricorso di Rana vengono sottolineate le caratteristiche del prodotto, composto da “olio, basilico, sale etc.”. Inoltre viene precisato che le sette tonnellate sequestrate erano dirette allo stabilimento di San Giovanni Lupatolo (Verona) “e destinato alle filiali francesi e spagnole del cliente finale Costco”.

Che cosa non torna

Costco, che commercializza i propri prodotti con il marchio Kirkland, vende il pesto con il nome Basil Pesto. E sull’etichetta riporta: “100% Imported italian basil Dop – Genovese Basil”.

Sulla confezione è presente anche il marchio Basilico genovese Dop. Ed è questo l’aspetto che non quadra e su cui si sta indagando: perché le sette tonnellate di pesto arrivate da Chicago, una volta riempiti i vasetti di pesto di Costco, dovrebbero riportare un’etichetta con su scritto 100% basilico italiano?

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