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Autotrasporto, calma apparente

Impossibile quantificare i camion che oggi hanno rinunciato a circolare. Stop anche in Francia. Tra Polonia e Bielorussia code chilometriche

Trasportounito parla di 70mila camion fermi, ma non è possibile quantificarli veramente perché quello di oggi non è stato uno sciopero, ma un fermo volontario.

Nei giorni scorsi, infatti, dopo che l’associazione aveva annunciato il fermo a partire da oggi fino a data da definire, la commissione di garanzia per gli scioperi lo aveva dichiarato illegittimo, perché non conforme alla normativa (art. 2 della legge 146 del 1990) che impone il preavviso di 25 giorni e la durata definita.

Conftrasporto, dissociandosi, ha commentato: “Irresponsabilità di una certa parte della rappresentanza di categoria, ma  rimane lo sconcerto di fronte all’inerzia di alcuni attori istituzionali. Non resta che sperare in un’assunzione di responsabilità da parte del capo del Governo”.
L’attesa è dunque per domani, quando riprenderà il tavolo delle trattative con la viceministra, Teresa Bellanova.

Lo stop in Sardegna

Di sicuro parecchi tir sono rimasti fermi in Sardegna dove il caro-carburanti è aggravato dai rincari dei trasporti marittimi. Ci sono stati fermi anche a Caserta già a partire da ieri sera.

“Abbiamo confermato agli autotrasportatori che saremo al loro fianco per sollecitare una risposta immediata da parte del Governo – hanno dichiarato Alessandra Zedda e Giorgio Todde, rispettivamente assessori del Lavoro e dei Trasporti della Regione Sardegna – L’auspicio è che già domani nel corso del tavolo tecnico possano arrivare risposte concrete a salvaguardia di un comparto che, specie in considerazione delle peculiarità della Sardegna, è fondamentale e strategico”. 

Intanto, in Francia

Anche l’autotrasporto francese è in crisi per l’aumento del prezzo del gasolio, ma i primi esiti delle proteste che sono partite lo scorso 12 marzo ci sono già: il governo francese ha annunciato uno sconto sul diesel di 15 centesimi a litro per quattro mesi, a partire dal primo aprile.

La guerra congestiona il traffico

Le reazioni del mondo agricolo

“Siamo preoccupati. Le imprese agricole sono strette dalla morsa dell’aumento dei prezzi dell’energia e del caro carburante. Inoltre, a causa del conflitto in Ucraina, mancheranno tanti prodotti per l’alimentazione del bestiame oppure aumenterà di molto il loro prezzo, vista la poca disponibilità. Se a questo aggiungiamo il blocco del settore trasporto su gomma, il settore rischia di prendere una botta da cui può essere difficile riprendersi”, ha sintetizzato il presidente di Confagricoltura Toscana Marco Neri. 

La procura di Roma indaga

Nel frattempo la procura di Roma, dopo che il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha definito ingiustificati i rincari di gas, energia elettrica e carburanti,  ha aperto una indagine. Il fascicolo è al momento contro ignoti, senza indagati né ipotesi di reato.

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