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Fruttivendoli e non solo

Mercati. Confronto tra Torino e Genova sull’orario diurno

Mercati. Confronto tra Torino e Genova sull'orario diurno
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Autore Redazione

Genova e Torino ci pensano sull’esempio di Barcellona e Roma. Interviene anche l’azienda piemontese T18.

Cambiare gli orari dei mercati agroalimentari? Dalla notte al giorno? Possibile e, probabilmente, fondamentale per “dialogare con le altre componenti del commercio e della distribuzione, condividendo con loro tempi di lavoro simili, cogliendo quindi nuove opportunità”. È quanto sostengono i presidenti delle associazioni dei grossisti di Torino (APGO Fedagro Torino) e Genova (Fedagro Genova), Ottavio Guala e Gianni Ratto, che si sono recentemente riuniti per discutere proprio di questo tema e impostare una strategia comune.

Non mancano esempi virtuosi che arrivano dall’estero, in primis dal Mercabarna di Barcellona, non a caso visitato due mesi fa proprio da una delegazione di APGO Torino, ma anche rimanendo in casa nostra, il CAR di Roma ha recentemente deciso di spostare le contrattazioni dalla notte al giorno. Quindi? “Siamo ancora estremamente utili e insostituibili come categoria – ha dichiarato Guala in un comunicato di di Apgo – ma, se usciamo dalla cerchia degli interlocutori tradizionali, il mondo rischia di non accorgersi che esistiamo. Ed è qui che con noi, per un cambio epocale ma inevitabile, si debbono muovere le amministrazioni – le dobbiamo coinvolgere per una condivisione delle responsabilità – perché il cambiamento procurerà inevitabili contraccolpi nella logistica delle città e nelle abitudini dei consumatori, ma sarà alla fine un cambio positivo per tutti, che farà riscoprire il ruolo strategico che abbiamo nella filiera”.

Sul cambio dell’orario interviene, sempre attraverso un comunicato, anche un’azienda leader del mondo ortofrutticolo come la piemontese T18, con una dichiarazione del suo amministratore delegato Edoardo Ramondo. “È sotto gli occhi di tutti quanto le abitudini sociali nella gestione  del tempo libero e del mangiare siano cambiate. Pur restando la frutta e la verdura i capisaldi dell’alimentazione umana, diventa importante  rivalutare i tempi e i metodi dell’offerta di prodotto al fine di soddisfare al meglio le mutate necessità del consumatore in collaborazione con tutti gli attori della filiera”.

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