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Frutta a guscio ed essiccata

Nocciole: in Piemonte buone premesse anche per chi fa bio

Roberto Favorido: “Ma il maltempo ha creato l’ambiente ideale per la proliferazione degli insetti”

E’ sempre più complessa la gestione agronomica delle colture per chi applica il metodo biologico. Il nocciolo non fa eccezione e lo conferma Roberto Favorido, titolare dell’omonima azienda corilicola di Gamalero (Alessandria), che egli stesso ha avviato una decina di anni fa.

“Quest’anno – commenta Favorido riguardo alle previsioni per la campagna 2023 – se non succedono eventi eccezionali e imprevedibili, dovremmo avere finalmente una buona campagna. Sulle piante, infatti, i frutti sono presenti in abbondanza e anche i calibri dovrebbero essere soddisfacenti. Le piogge infatti non sono mancate – le ultime precipitazioni risalgono al momento a solo due giorni fa – e, allo stesso tempo, ho provveduto a una buona nutrizione del terreno”.

Favorido, che da sempre applica il metodo biologico e ora ha ottenuto anche la relativa certificazione, è però preoccupato anche per le condizioni ambientali che il maltempo delle ultime settimane ha generato. “Ho notato – spiega – un proliferare di cimici e anche di insetti che danneggiano le foglie. Faremo quindi presto un trattamento col piretro, consentito dal metodo biologico perché non è sistemico e non finisce quindi nell’apparato fogliare. Ma sulle insidie per le nocciole – riflette ancora Favorido – è diventata ormai un’allerta continua. Probabilmente, in un’areale ristretto, sono stati fatti troppi impianti intensivi, e questo moltiplica le probabilità che si trasmettano patologie da un noccioleto a un altro. Bisognerebbe anche adottare buone pratiche di cui spesso ci si dimentica, come ad esempio disinfettare le forbici tra il taglio di una pianta e l’altra”.

Infine, intervenendo sull’andamento commerciale, Favorido dichiara: “Oggi non è conveniente fare nocciole biologiche, perché le quotazioni si sono abbassate e il loro valore di mercato non corrisponde ai sacrifici che si fanno in campagna. Probabilmente, qualche margine in più è rimasto per i ragazzi sono i 30 anni o le donne sotto i 40, che possono accedere ai contributi europei sull’imprenditoria giovanile. In ogni caso sono determinato a non cedere e ad andare avanti: ormai è diventata una sfida”.

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