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Frutta a guscio ed essiccata

“Le nocciole? Non sono un investimento che consiglierei”

nocciola

Per Lorenzo Corbisiero (Trade Nuts) il loro valore è “troppo altalenante. E bisogna attendere anni prima di rientrare delle spese”

Le nocciole? Non tutti gli operatori del settore sono convinti che al giorno d’oggi siano un investimento redditizio. Tra coloro che sostengono questa tesi c’è anche un nome eccellente come Lorenzo Corbisiero, titolare dell’azienda agricola Corbisiero (importante realtà nello scenario corilicolo del Casertano, con un’estensione che oggi copre circa 100 ettari) e amministratore della Trade Nuts srl, società specializzata nella commercializzazione di nocciole e attiva su due sedi: una a Capranica (Viterbo) e una a Teano (Caserta). 

“Il 2022 – spiega Corbisiero tracciando un bilancio della campagna – è il secondo anno consecutivo che va male. Anzi, diciamo pure un disastro totale. Se nel 2021 avevamo avuto il problema delle gelate tardive, che avevano limitato fortemente i quantitativi, quest’anno abbiamo avuto a che fare con una bassa qualità del prodotto, dovuta al maltempo in fase di raccolta. Quindi, anche se la produzione è aumentata di un 15-20% sul 2021, i problemi comunque rimangono e anzi sono acuiti anche dai prezzi bassi”.

Le quotazioni, infatti, sono un altro elemento critico di questa stagione. “Dagli 8,20-8,30 euro punto resa del 2021 – continua Corbisiero – siamo arrivato quest’anno a 6 euro punto resa. Un prezzo del tutto insostenibile, insomma, considerando peraltro che i costi di produzione sono aumentati di almeno il 40%”.

Ciò che sta succedendo sta facendo riflettere Corbisiero sulla redditività delle nocciole. “Vengo fa una famiglia – spiega – che è nella corilicoltura da almeno 70 anni. Credo che bisognava vendere una decina di anni fa, quando grandi aziende del settore iniziavano a incentivare la produzione di questo frutto. Allora, i terreni avevano raggiunto prezzi molto alti. Oggi non è più così. E l’investimento sulle nocciole, non lo consiglierei a un amico, a meno che non si disponga di grandi capitali. Troppe sono le fluttuazioni del prezzo sul mercato e per il pareggio dell’investimento nelle condizioni attuali occorre una decina d’anni. Chi ha le spalle così forti da sostenere un’avventura del genere? Poi, per dirla tutta – conclude Corbisiero – ci sono paesi esteri che tutelano molto di più gli agricoltori rispetto all’Italia. Ad esempio, in Bosnia e in Macedonia lo stato propone affitti di terreno per un periodo di 50 anni a un canone molto agevolato e addirittura a zero per i primi cinque-sei anni. In Italia, la prima preoccupazione di un agricoltore è invece acquistare il terreno da coltivare”.

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