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Focus GDO

Packaging e reparto ortofrutta: qual è la migliore opzione?

Persico (Carton Pack): “No alle scelte di campo. Si valuti il materiale facendo un’analisi a tutto tondo della sostenibilità”

Qual è il ruolo del packaging nella valorizzazione dell’ortofrutta tra i banchi della Gdo? Myfruit.it ha fatto il punto con Massimiliano Persico, direttore marketing di Carton Pack, azienda specializzata nella produzione di imballaggi specifici per l’industria dei prodotti freschi.

“Il ruolo del packaging è fondamentale – esordisce – A patto però che si scelga tenendo conto di diverse variabili e cioè l’integrità del prodotto, la sua presentazione, la funzionalità tecnica e l’impatto ambientale della confezione”.

“Alle confezioni spetta il compito di valorizzare il prodotto e il brand – argomenta – Ma contribuiscono anche alla riduzione dello spreco alimentare. Talvolta, nello sfuso, sarebbe sufficiente una carry bag per preservare i frutti, valorizzarli e, soprattutto, per non sprecarli buttandoli via a fine giornata”.

Carton Pack produce packaging impiegando tutte le materie prime, carta, cartone, polpa, plastica riciclata. E ha brevettato soluzioni in carta e cartone che possono essere impiegate negli impianti dove, fino a ieri, si utilizzava la plastica: “Non facciamo scelte di campo, ma valutiamo il materiale migliore per ogni situazione – precisa – A mio avviso occorre anche guardare agli investimenti fatti dai confezionatori. Passare da un materiale all’altro, se non si valuta attentamente la soluzione, può significare dover dismettere intere linee di confezionamento”.

Carta sì, ma con criterio

Una scelta oculata del materiale comporta un’analisi della sostenibilità a 360 gradi, economica, ambientale e tecnica – spiega – Per esempio è discutibile la scelta di un imballaggio in carta per un prodotto a basso valore, soprattutto in un momento come questo in cui non soltanto il costo della materia prima è alle stelle, ma sono anche necessari 6-8 mesi di attesa per l’approvvigionamento. Il rischio è di aumentare i costi, ma anche l’impatto ambientale: trasportare materie prime in giro per il mondo significa anche inquinare”.

Secondo il ragionamento di Persico, dunque, anche l’impiego della carta presenta dei limiti: “La Gdo ci riferisce che il consumatore, per i prodotti che categorizza come naturali, dunque frutta e verdura, predilige le confezioni in carta. Ma il consumatore non sa che per l’impiego della carta non esiste una normativa chiara e dettagliata sul contatto alimentare e pertanto non sono previste prove di migrazione tra imballaggio e alimento. Questo è un tema di sicurezza alimentare che, a mio avviso, dovrebbe essere affrontato da tutta la filiera”.

La plastica non è tutto il male

“La plastica è sotto attacco – prosegue – ma sembra essere solo un problema dei reparti ortofrutta europei. Negli Stati Uniti non rappresenta un problema, nel Far East ancor meno. E, comunque, anche in Europa, ci sono alcuni settori in cui l’utilizzo della plastica non è messo in discussione. L’ortofrutta è stata chiamata per prima a rispondere a questa sfida, penso che guidare la transizione ecologica sia, per il settore, un’opportunità. Ma occorre farlo con criterio, trovando soluzioni percorribili e sostenibili a tutto tondo”.

“Il problema non è la plastica in sé, ma come la usiamo – prosegue – A non essere efficienti ed efficaci, a mio avviso, sono i sistemi di selezione”.

Il progetto Plastic Bank

Ecco perché Carton Pack ha deciso di aderire al progetto Plastic Bank. “Se dobbiamo utilizzare plastica riciclata – puntualizza il manager – andiamo a prenderla dove davvero rappresenta un problema, in quei luoghi, nel mondo, in cui i rifiuti non vengono gestiti”.

La plastica raccolta nei 500 centri della rete Plastic Bank arriva poi nello stabilimento di Rutigliano (Bari) di Carton Pack dove, ogni anno, vengono riutilizzate mille tonnellate di plastica recuperata dall’ambiente per produrre packaging in Social Plastic.

Il risultato è duplice: da un lato, si aiutano i paesi emergenti, migliorando le condizioni di vita delle persone che vivono in luoghi in cui l’inquinamento da plastica è particolarmente elevato; dall’altro, si tiene fede al principio del riutilizzo delle materie, in coerenza con l’economia circolare, impiegando plastica riciclata.

“Sono numerose le implicazioni che comporta la scelta degli imballaggi – conclude – Penso che sia responsabilità di tutta la filiera creare un circolo virtuoso”.

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