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Dalle aziende Biologico

Cultiva: ecco perché il nostro biologico è Bio 4.0

L’azienda veneta lancia la nuova linea. Boscolo: “Affiancato all’innovazione, permette risultati di sostenibilità altrimenti irraggiungibili”

Cultiva, l’azienda di Taglio di Po (Rovigo) specializzata in prima e quarta gamma, lancia la nuova linea biologica di insalate in busta che, già dal pack, appare differente. Ne parla a myfruit.it Federico Boscolo, Ceo di Cultiva.

La produzione bio è da sempre nelle vostre corde. Cosa succede ora, nel passaggio da co-packer a brand proprio?

Siamo una Organizzazione di produttori (Op), come gruppo abbiamo investito nel biologico già dagli anni ’90 e siamo decisi a crescere ulteriormente in questo mercato incrementando le nostre già ampie superfici di coltivazione. Questo perché la continuità delle forniture di prodotto bio è sempre stata uno dei punti deboli dell’offerta nel nostro territorio e in Cultiva puntiamo in primis a garantire i “basics”, ovvero disponibilità di prodotto per una domanda sempre crescente. Oltre a ciò, essendo “cultiver”, abbiamo molto altro da raccontare su quanto avviene in campo e, soprattutto, su come e perché il nostro biologico sia differente. Abbiamo un reparto interno dedicato all’innovazione agronomica (IA): un gruppo di ragazzi capaci ed entusiasti che studiano, testano e collaborano con i nostri soci per alzare sempre più l’asticella della qualità. E che non solo sono aggiornati sulle tecnologie all’avanguardia dedicate all’agricoltura, ma ideano e realizzano anche nuove soluzioni su misura per le nostre specifiche esigenze.

Federico Boscolo, Ceo Cultiva

La nostra linea bio è uno degli strumenti utili per raggiungere l’ambizioso obiettivo di diventare carbon neutral in cinque anni visto che i prodotti chimici utilizzati in agricoltura hanno un forte impatto sulle emissioni di gas serra. Tutti i progetti che sviluppiamo sono proprio finalizzati a questo grande risultato di sostenibilità.

Alcuni pensano al biologico come a un metodo conservativo se non antiprogressista. Come rispondete a queste prevenzioni?

E’ proprio il contrario! A nostro avviso si può parlare di progresso esclusivamente se si agisce in salvaguardia del futuro e questo è possibile solo grazie all’innovazione supportata dalla tecnologia.
Nell’agricoltura biologica, dovendo rinunciare ai prodotti di sintesi invece utilizzati con il metodo convenzionale, si rischia di perdere di efficacia nel controllo delle malattie e degli insetti. Il che comporta costi di gestione più elevati, rese potenzialmente più basse e maggiori rischi di perdita del prodotto. Ci siamo pertanto focalizzati nello studio e nella sperimentazione di alcune soluzioni e macchinari sviluppati al nostro interno, che non disdegnano l’impiego di Intelligenza artificiale e tecnologia digitale. L’obiettivo è eliminare tutte le sostanze che non sono di derivazione naturale e, per raggiungere lo scopo, il nostro reparto IA lavora su una moltitudine di progetti che ci permettono di fare cose che qualche anno fa nemmeno pensavamo possibili. La nostra rete di contatti sia in Europa che negli Stati Uniti ci garantisce un’ampia esposizione a tecnologie provenienti da altri settori (sempre più avanzanti) che ci permettono di ridisegnare l’agricoltura di domani fino a riadottare pratiche agricole tradizionali riviste appunto in chiave moderna, come il sovescio. Per questo motivo, possiamo dire di produrre un biologico 4.0.

Progetto Viride con utilizzo di intelligenza artificiale e tecnologia digitale

Ci può raccontare nel dettaglio cosa state sperimentando e con quali risultati?

Per quanto riguarda le sementi, abbiamo avviato strette relazioni con le ditte sementiere leader di mercato in modo da essere sempre aggiornati sulle nuove varietà in uscita e con loro organizziamo campi prova, spesso con varietà pre-commerciali, per valutare i caratteri di maggior interesse, quali resistenza a patologie e insetti, aspetti merceologici e produttivi. Avere a disposizione varietà eccellenti di semi è la conditio sine qua non per dare massima efficienza e struttura alle produzioni biologiche. Ma abbiamo anche sperimentato nuove reti antinsetto a chiusura totale dei nostri tunnel produttivi per bloccare l’entrata anche degli insetti più piccoli, consentendo però sempre un ottimale ricircolo dell’aria fino ad arrivare al nostro Progetto Carta, un esclusivo tessuto in cellulosa pacciamante totalmente biodegradabile per bloccare la crescita di erbe infestanti senza utilizzo di alcun fitofarmaco e molto altro ancora. Senza entrare nel tecnico, per noi biologico significa anche lasciare che la natura faccia il suo corso e per questo investiamo per rendere questa metodologia produttiva la più efficiente e sostenibile per tutti, dai produttori fino a chi sceglie i nostri prodotti per la propria alimentazione.

Con queste premesse, qual è il risultato finale che portate sullo scaffale?

Proponiamo il Bio 4.0 in un’ampia varietà di linee e prodotti:​ Monovarietà (un solo tipo di foglia o ortaggio biologico nelle varianti più classiche e ricercate dai consumatori​); Miste (mix di foglie e ortaggi biologici in mix appetitosi ed esclusivi​); Pronte da cuocere (le nostre verdure biologiche pronte da mettere in pentola o in padella​) e Porzione singola (le nostre insalate biologiche in porzione singola zero sprechi).
Insomma, il biologico affiancato dalla vera innovazione ci permette di ottenere risultati di sostenibilità altrimenti irraggiungibili.

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