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Aziende

Progetto Conservabilità in post-raccolta: nuove adesioni

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Autore Redazione

E’ la ricerca applicata sui prodotti ortofrutticoli delle Op associate a Italia Ortofrutta unione nazionale

Cresce con l’adesione di nuove Organizzazioni dei produttori (Op) e si potenzia con una intensificazione delle prove sperimentali il progetto di ricerca applicata “Attività volte alla verifica dell’incremento della conservabilità in post raccolta di frutta e ortaggi mediante la sperimentazione di un dispositivo di foto ossidazione idrata catalitica” promosso dall’Unione nazionale Italia Ortofrutta con l’obiettivo di incrementare la conservazione degli ortofrutticoli in cella.

Nel progetto a valere sulla Misura 4 dei programmi operativi, sotto la responsabilità scientifica dell’Università degli Studi della Tuscia, viene indagata nello specifico la possibilità di utilizzare impianti sanitizzanti per l’aria – basati sulla tecnologia di foto ossidazione catalitica (Pco) – all’interno di celle di conservazione per l’ortofrutta, per aumentare la conservazione dei prodotti.

Il partenariato si allarga passando da 18 a 25 Organizzazioni dei produttori associate all’Unione e anche il progetto registra i suoi successi con l’estensione delle attività per ulteriori due annualità (2022-2023). I risultati ottenuti sinora, infatti, unitamente all’interesse mostrato sia dalle Op già aderenti al progetto e sia da altre Op, e la necessità emersa dal punto di vista scientifico di continuare ad indagare su alcuni aspetti della sperimentazione, al fine di mettere a punto un migliore utilizzo della tecnica individuata per la conservazione degli ortofrutticoli, hanno determinato l’estensione del progetto.

La tecnologia Pco verrà testata nel nuovo biennio direttamente nelle celle di conservazione delle Op sui seguenti prodotti: ravanello, arance, pere, pomodoro da mensa, radicchio, kiwi, limoni, albicocche, frutti rossi, pesche, zucchino e fiori di zucca/zucchino, uva da tavola.

Le prove saranno potenziate mediante l’effettuazione di controprove in ambiente confinato presso l’Università e saranno condotte specifiche attività, volte a stabilire il corretto dimensionamento della tecnologia in relazione al volume di conservazione, durata e carica microbica.

L’efficacia del trattamento sarà testata valutando l’effetto sulla qualità del prodotto, in termini chimici, fisici e chimico-fisici, nonché analizzando sia il livello di carica microbica aerodispersa nelle celle che il grado di contaminazione superficiale dei prodotti. I test vengono condotti nelle reali condizioni operative delle aziende, con l’intento di stressare al massimo l’impiego dell’impianto sanitizzante e di verificarne l’efficacia nelle reali condizioni di conservazione presso le Organizzazioni dei produttori.

I primi risultati del progetto sono pubblicati al seguente collegamento. Per maggiori informazioni sul progetto è possibile visitare il sito web dedicato.

Fonte: Italia Ortofrutta

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