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Aziende

Marchese Gold e Oro, la Calabria che punta sulle clementine (Igp)

clementine Igp

La campagna: ottima la qualità, basse le vendite. I problemi? “Concorrenza spagnola e poca manodopera”

Meglio dell’anno scorso, sicuramente. Ma non troppo. Questo il primo bilancio  per la campagna delle clementine calabresi. Quelle ben note di Corigliano Calabro, che hanno aumentato il calibro, sono di ottima qualità, ma si vendono a rilento. Parola di un produttore, ma anche grossista al mercato di Rimini, come Alessandro Marchese. La quarta generazione di una famiglia che da un oltre un secolo porta il profumo e il sapore degli agrumi di Calabria, dalla   Piana di Sibari, in tutta Italia. Con due marchi Marchese Oro e Marchese Gold. E si lavora all’interno della Op Ortocal  e del Consorzio di tutela per le Clementine Igp di Calabria.

Qualità promossa, sulla pezzatura poteva andare meglio

Clementine calabresi Igp

Iniziamo la conversazione con Alessandro Marchese dall’attualità più stretta ovvero l’andamento delle vendite delle clementine: “La campagna vede una qualità molto alta del prodotto. C’è meno frutto sulle piante e questo ha conseguenze positive sul gusto con una gran dolcezza e i giusti gradi brix“. Una ripresa dopo il “disastro dell’anno scorso, quando molte aziende hanno incassato solo pochi centesimi dalle liquidazioni”.

La criticità è commerciale, arriva dai mercati: “Sulle clementine registriamo un momento di fermo, si è lavorato bene fino alla settimana scorsa, poi è iniziato il rallentamento. Preciso – sottolinea Marchese anche dal suo osservatorio privilegiato di grossista – che la contrazione delle vendite riguarda tutti gli articoli“.

Allungare la stagione con le tardive? “Ci pensiamo”. E si punta sull’Igp

clementine calabresi

Quest’anno le clementine hanno un calibro più grande

La stagione delle clementine ha preso il via dal primo di ottobre con le primizie e si andrà avanti fino a fine gennaio con l’ultima varietà tardiva. Ma si potrebbe sfiorare la primavera: “L’anno scorso abbiamo preparato un campo sperimentale e stiamo valutando l’adesione al consorzio Tango per la clementina tardiva che permette di coprire il periodo che va da febbraio a fine marzo. Si può investire su 5/6 ettari, ma analizziamo anche i costi perché sono rilevanti. Si deve poi testare la risposta dei mercati ed eventualmente proporlo ai nostri associati”.

Un’altra strada è quella del marchio Igp: “Noi facciamo parte del Consorzio di tutela e a breve usciremo anche con il packaging Igp, confezionato e spedito dalla Op Ortocal a cui aderiamo. Un modo per valorizzare le clementine e dare una remunerazione più alta ai soci conferitori. L’Igp segue un disciplinare molto stretto che permette di ottenere un’ottima qualità. Alcuni prodotti fitosanitari non si possono usare, per esempio”.

La spietata concorrenza degli spagnoli

Alessandro Marchese

C’è stasi nei consumi, myfruit.it l’ha registrata nei maggiori mercati all’ingrosso italiani parlando con i grossisti durante le ultime due settimane. “Lavoriamo nelle piazze più importanti: Milano, Bologna, Genova per citarne alcune”. All’estero? “Accordi  con il gruppo Edeka, ma negli ultimi anni ci siamo resi conto di una diminuzione degli ordinativi nonostante l’ottima qualità del prodotto soffriamo la concorrenza spagnola. Sono aggressivi anche perché il loro sistema agricolo beneficia di importanti sostegni che permettono di ridurre i costi sia per quanto riguarda la spesa in carburante sia per i trattamenti fitosanitari”.

Le arance vanno meglio delle clementine

Marchese Gold e Marchese Oro producono anche arance: “Produciamo le Navel, la varietà Newhall con un frutto medio ma molto dolce. La campagna è iniziata a fine ottobre e dura circa 40 giorni, dovremo andare avanti fino al 10/15 dicembre. Le arance rispetto alle clementine riescono a ottenere una quotazione interessante“.

Manca la forza lavoro a Marchese Gold e Oro

Dove crescono le Clementine a Corigliano Calabro

Un problema sollevato dall’imprenditore calabrese con attività da grossista a Rimini è la mancanza di manodopera. “Nel picco stagionale impieghiamo dai 40 ai 50 collaboratori. Per fortuna ci sono le cooperative con cui si siglano i contratti, ma i lavoratori mancano. Ci sono quelli, sia italiani sia stranieri, che non si vogliono vaccinare. Un altro fenomeno da studiare è il reddito di cittadinanza che reputo giusto, ma ci sono persone che possono lavorare tranquillamente e ne abusano“.

Questa l’analisi di Marchese: “Siamo un’azienda storica, fondata dal mio trisavolo. Ho una foto di mio bisnonno in camioncino lungo l’autostrada ancora in costruzione. La percorreva per raggiungere i mercati di Bologna e Firenze. Hanno fatto tanto e avevano tanti stimoli: comprare nuova terra, investire nelle macchine e nell’innovazione. Noi saremo bravi se riusciremo a tenere quello che hanno costruito loro“.

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